lunedì 18 giugno 2018

DÜW 221 QUELLO CHE NON TI AUGURI DI VEDERE

Erano arrivati la sera precedente, ma nessuno di noi se ne era accorto. Marito e moglie, Herr und Frau Fischer ce li trovammo seduti al nostro tavolo, di fronte a noi, Herr Schmidt ed io. Il tempo di scambiarci un veloce gud Morgen. Poi ci si alza e si va al solito angolo a procurarci la colazione. Una vetrina rettangolare come in un negozio e ci si deve girare intorno, accumulando cibarie nel nostro vassoio. Herr Fischer stava proprio davanti a me ed avevamo quasi completato il giro. Ad un tratto caccia un semiurlo, un urletto breve, barcolla, lascia cadere il vassoio e mi crolla su un piede, il destro. Non si muove. Tutti guardano. Nessuno agisce. La moglie che era arrivata un po' più avanti, urla come una disperata, butta via tutto il vassoio e si precipita su di lui. Gli spalanca la giacca e allora lo vedo, il salvavita, quello che tutti chiamano il defibrillatore. Lei preme il pulsante rosso e quello entra in attività con sibili altissimi. Ho capito tutto. Pochi secondi e Herr Fischer ricomincia a respirare con molto affanno. 
Era ricoverato in un Ospedale a Mainz per infarto. Oggi ne ha avuto un altro. Il medico di servizio lo ha rimesso in piedi. Poi è arrivato il Not Arzt con un'ambulanza specializzata e un'ora dopo era in Ospedale qui a Bad Dürkheim. Ci hanno poi detto che lo avevano trasferito nuovamente all'Ospedale di Mainz in elicottero.
Quello che mi è sembrato buffo è che io, una volta liberato il piede imprigionato sotto il corpo di Fischer sono stato preso dalla risarella. "Roba da matti, mi dicevo, guarda te come si muore in un attimo: uno strilletto e via, sei morto. Vale la pena di prendersela tanto?"


DÜW  221  IX


Perché sconvolgerti la testa
per capire cosa avviene dietro la cresta delle colline?
Di là partono le nuvole e le ombre,
scendono fuggendo a precipizio
i filari del Müller Thurgau,
inseguiti dai temporali.
Che avviene là dietro?
Quale doloroso evento spazza la valle
e vomita oltre le colline tutto
il marcio del mondo nella nostra
minuscola vallata?
È sempre stato così
oppure avviene da quando
io soggiorno qui?
Vogliono che me ne vada
più rapido di come sono giunto,
che liberi quest'aria notoriamente salubre
dal puzzo del mio sudore e dei miei fiati?
I boschi emettono flatulenze
che il vento spinge tutte dentro la mia stanza.


27  05  18


5 commenti:

  1. La poesia in questo caso riflette lo shock dell'evento descritto nell'introduzione del post. Lirica straordinaria dalla quale si evince da un lato all'inizio un senso di fatalismo come acquisito per effetto dell'accaduto ma poi nel finale uno straordinario moto di ribellione con annesso inno alla vita, vita che non è in quei boschi che emettono flatulenze che non è in quel luogo. Vita che è fuori da lì e fortemente dentro di te. Poesia meravigliosa!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo con te, Daniele.
      E ti dirò che il moto di ribellione finale doveva per forza esserci. Non è un uomo docile e rassegnato il nostro amico.
      E continuo a non esserlo perchè è quando si cedono le armi che tutto si deteriora velocemente.
      Ciao a te e a Vincenzo.. massì, salutiamo pure lui :)

      Elimina
    2. @ Daniele. Credo anche io in ciò che tu dici. In effetti la caducità della vita, ineluttabile ed inevitabile, non mi lascia indifferente, ma la rabbia con cui mi ostino a credere di poterle contrapporre la mia volontà mi mantiene a galla. Chissà quando dalle mie parti è vissuto un tizio che si chiamava "Maracatà" ed io sentivo mia nonna che sempre lo nominava: Maracatà, se non la vince la vo pattà.
      Grazie, come al solito.

      @ Patricia, Vale naturalmente anche per te, Pat.
      Sarà un brutto inevitabile momento quando dovrò cedere le armi....e non sono poi tanto sicuro che lo farò, o piuttosto emetterò un grasso pernacchione per chi rimane....

      Elimina
  2. Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, ogni attimo potrebbe essere l’ultimo, per questo varrebbe la pena vivere ogni attimo e ogni giorno come se fosse l’ultimo, si vivrebbe meglio, con più leggerezza e in pace, con sè stessi e il mondo, poi, quando è arrivato il nostro momento... si va avanti e allora sarà per sempre.
    sinforosa

    RispondiElimina
  3. Sai qual'è la cosa più bella alla mia età? Me ne sono accorto là dentro, dove più o meno ci pensavano tutti: io non ci penso proprio. Vedi quando una cosa ha dei dubbi si può cercare di evitare ogni caduta perché non sia l'ultima. Ma qui non ci sono dubbi, quella porta la oltrepasseremo tutti. Nessun dubbio, messuna alternativa per cui nessun pensiero.
    Ciao e grazie.

    RispondiElimina