martedì 12 giugno 2018

DÜW 221 E ADESSO POVER'UOMO?

Sono appena le 19,15 e già ci sbattono fuori dal Ristorante, dato che abbiamo finito e che il personale vuole andare a casa. Splende il sole. Troppo presto per andare a letto, troppo tardi anche per la caffetteria, perché adesso la macchina del caffè espresso è già stata disattivata ed il caffè alla tedesca è una nota ciofeca.
Che si fa amico mio? Andiamo in giardino: io ti ciuccio il tuo alluce destro e tu a me il mio sinistro? Poi si cambia piede.
Ti sta bene? 
Allora si va.


DÜW   221   IV

Offuscati i bagliori degli occhi
e messo freno agli slanci della mente
solo mi resta la furia dei segni,
il rombo dei colori e delle malte
che si impastano vivide
col residuo dei lampi giù in fondo,
acquiescenti e benigni
perché nella loro rapidità non rivelano
che il superficiale, mentre
la sostanza degli oggetti ghigna coperta
d'ombra.
Ho già dovuto ricredermi
sull'efficienza delle mie difese naturali:
salda e tranquillizzante.
Stanotte proverò ad ascoltare
se dal buio dei vigneti spalmati
sul dorso delle due colline,
che scavalcandosi si avventano
sulla mia clinica,
scendesse anche un vapore di muschio
e l'impeto delle biade
che prorompono tra gli schizzi
di questa pioggia monotona e sferzante,
come le ultime note
di una sonata di archi di Beethoven.


25  05  18
  

8 commenti:

  1. Una profonda e toccante malinconia visiva e metaforica che avverto essere una nuova parte espressiva di te, come poeta e come uomo. I tuoi versi accarezzano dolcemente ma lasciando una patina di commozione che non si stacca dalle pareti del cuore. E gli ultimi versi come una "sferzante" carezza verso l'oblio. Questo ho avvertito leggendoti, a te il diritto di correggermi se il tuo intento era di veicolare messaggi ed emozioni diverse.

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  2. A me capita, Daniele, leggendo i tuoi commenti di provare le stesse emozioni che provi tu quando leggi i miei. Tu avverti ciò che io forse involontariamente trasmetto e che tu, con la tua raffinata sensibilità sembri captare al volo.
    Dobbiamo conoscerci di persona. È un bisogno.

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  3. Serio oggi! Malinconico e struggente. Una poesia che parla di sogno ad occhi aperti, speranze e desideri, nostalgia interiore.
    Chapeau!

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    1. Vedi? Qualche volta mi lascio andare e mi prende la nos-tálgia, ma non la nostal-gía.

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  4. Mi piace molto l'abbinamento che hai scelto in questi post, tra fatti reali e costruzioni immaginarie: proprio carina questa "raccolta"!

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