martedì 25 dicembre 2018

A MEZZANOTTE E DICIANNOVE


Il miele dei suoi occhi mi rincorre
ogni notte e il suo sapore
m'invade.
Non cambia il calore del fogliame
ove ondeggiarono i piedi di lei,
scalzi e impudichi,
nel sogno ancora umidi di muschio.
Tutto rimane come l'ultima volta
quando eri tu a fuggire e io
a tenderti trappole.

Ti guardo inseguendoti immobile
come su un vitreo schermo;
mormori chissà cosa
ma il suono della voce mi giunge
da lontanissimi infiniti
indistinti.

Possa io domani aver dimenticato
quello che adesso sembra vero,
ma non lo è,
quello che adesso sembra sogno,
ma non lo è.


13  dicembre  2018

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domenica 23 dicembre 2018

NUOVA VITA CRESCE


Turgide vene del collo solcate
da vispi zampilli di sangue senza timori,
ribollenti di freschissimo  ossigeno,
producono solerti fiati, innalzati
alle nubi in  attesa
che ne fanno corone
e rami di mirtillo
nati e immediatamente adulti.

Innalzò la quaglia il suo sibilante
canto d'amore, che l'udisse il prescelto
e solo lui ne accogliesse l'invito.
E mentre il cielo sta aprendo tutte
le sue scaglie disseminando di petali
odorosi il timido volo delle zanzare
scaltramente aderente al suolo,
profittano i giovani germogli
per ergersi sguscianti verso il sole.

La vita è un nuovo giorno, un nuovo
mattino di odori e di respiri,
un nuovo guscio d'oro e di cristallo
e di garruli soffi di vento.



10  dicembre  2018

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Prima che siate scappati tutti per le vacanze:
vi auguro a tutti un felice e tranquillo Natale,
riposante e non ingozzatevi troppo: per metter su 100 gr. di ciccia alle chiappette sante basta
mezz'ora; per eliminarlo a volte occorrono mesi.
AUGURONI.
ENZO  IACOPONI

mercoledì 19 dicembre 2018

IL PROFUMO DI TRADIMENTO

Lampi e guizzi, gemiti sinuosi,
stagione infocata, guiderdoni, suffragi
notturni uguali a baci dietro
le orecchie, a mani plaudenti e ansimanti
che lisciano morbide e persuasive
superfici recondite
offuscate dal buio consapevole
di una camera d'albergo.
Tutto da trascrivere sul vecchio diario degli amori
strappati al caso, alla fortuna, all'estro
degli amanti d'occasione.

Psiche e Apollo convolarono insaziabili
al ricercato piacere, lei con un altro fresco,
imbevuto di aromi naturali, lui
lasciata la sposa devota che tutta notte
sospirò senza sonno nel comune
letto deserto ed arido.

Poi tutti trovarono riposo:
lui avvinghiato alla schiena dell'amante
spossata di insonne ramingare di domande,
esausta; lei che dischiuse se stessa
all'inaspettato tumultuare dentro il petto
di nuovo sangue, con dentro le pupille
la fragranza dell'ondeggiare ritmico e feroce
delle sue pelvi intrepide, instancabili
dell'occasionale amante,
per poi muta dissolversi nel sonno.
E quando la luce impetuosa svegliò entrambi
si fermò il cuore nel petto di lui
che accanto alla sua pelle non rinvenne
quella soffice e calda della
moglie devota.

Lui non si privò più della nuova pelle,
avendo trovato il gusto del tradimento leggero,
il piacere del perfido inganno,
immaginato il richiamo
delle sue pelli più intime al contatto
con altre nuove, dolorose di abominevoli peccati
ancora più desiderati e osceni.


09 dicembre 2018

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domenica 16 dicembre 2018

IL SOSPETTO - POESIA CATTIVISSIMA

Io sospetto di essere il responsabile
di molti dei delitti
che circondano la terra.
Io li ho fantasticati, trascritti, dipinti
e musicati in folli immagini,
irradiandoli nel folto degli orizzonti,
disseminati e curati nei dettagli
in una onnipotenza di movimenti
e di intenzioni.

Mi è capitato, a volte, di connettermi
con taluni, custodi di imbelli magisteri,
che predicavano benessere e amore.
Da evitare con sdegno, Fabio,
ché questi sono
i fervidi e magistrali serpenti incantatori,
abili diffusori di oscene parabole
che ammorbidiscono le difese
come pane vecchio all'ammollo,
e poi saresti anche tu ministro
in diabolica forma
di ogni inganno che provochi rovina.

Campagne, mari, monti sorvolati
senza sosta a toccare il fondo di ogni
bruttura, di ogni peccato i cui recessi
immaginavo in continuo susseguirsi
di cieco mistero, mentre ingoiavo
i peccati che si succedevano e vomitavo
quelli precedenti, subito abbandonati
inseguendo con ingorda cupidigia
altri alterni e nuovi, allucinanti e sconosciuti
delitti che la mia mente andava
febbrilmente fabbricando.

Perché solo peccati?
Perché dunque solo malvagità e malanni?
Perché il Male governa e protegge il mondo
e chi ne possiede la maggiore quota
domina questo pianeta maledetto.


07 dicembre 2018

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venerdì 14 dicembre 2018

RICERCA


La ricerca è spietata, trasforma
chi insiste in inquisitore travagliato da dubbi,
in uccello rapace randagio di cielo
tumefatto di nuvole basse,
oltre soltanto buio disperato, e dove speravi
fosse luce il nulla assordante.

Interrompere, distruggere i reperti,
dare fede all'istinto, soccombere all'incapacità
di trovare risposte affidabili
e giacere infine, crollato
ai piedi dell'unico albero
che palpita, isolato dal resto del branco,
una vita caduca che riesca
a tenermi al momentaneo riparo, protetto e senza brividi.


06 dicembre 2018

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lunedì 10 dicembre 2018

CADRÒ ANCORA PIÙ VOLTE

Nessuno si faccia venire in mente
di redarguirmi, neanche solo sfiorandomi
le vette dei capelli accovacciati.
Vi aspettavo da tanto tempo, 
da troppo, sempre più ansioso di conoscere
il vostro responso, il colore
del vostro sguardo che si appannava
di giorno in giorno,
l'aria rubata al respiro contratto
da ventilare i miei giardini nascosti
nelle superfici oscurate dell'anima.

Ora tutti insieme voraci vi riconosco
uno ad uno, prodighe rughe ai lati 
delle bocche che furono sapide
e accoglienti; dispensarono omaggi
e strali velenosi in una
orrida altalena in cui sospettai la mano
dell'anonimo oscuro spianato nella mia
ombra, pervicacemente incollato
al mio io esterno, visibile per cui 
vulnerabile, soggetto a cadere in agguati.

Potevate farne scempio e finirla così,
ma volevate promuovere angoscia 
e risentimento, orrore disperato
e forse pianto, primo scalino che scende
nella resa più cupa
e incondizionata.

Ho retto bene finora, mi pare, ma la salita
alla vetta ancora è lunga,
laborioso percorso di fatiche scarnificate,
adesso che le forze si dimezzano ogni giorno.

Cadrò, cadrò ancora e ancora,
questa volta nemmeno un'anziana donna
a raccogliere in un telo il sudore
che allaga a me la faccia.


05 dicembre 2018

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venerdì 7 dicembre 2018

NE FAREMO UNA COPIA

Ne faremo una copia
che prima che io vi lasci
vi sia data.
Arruginisca il sangue nelle vostre strade,
vicoli lastricati a fatica,
viali depredati degli alberi
dalle chiome rimaste riflesse sull'asfalto
degludito ai bordi da sciacalli viandanti,
pellegrini diretti alla città
santa da candidi effluvi di legumi
evaporata.

Chi salvare da questi disastri, 
chi risvegliare dal torpore
annubilante dei loro
affumicati orizzonti
mentre rane pancia all'aria
libere gracidano il loro sdegno?

Quoziente intellettuale poco oltre lo zero
assoluto; affetti gonfiati
di caldi vapori che annullano percezioni;
lampi rumorosi, tuoni lividi
che scalpitano pronti a ferire
malignamente corrodendo
e trasudando veleni.

Io sono in attesa.
Noi siamo in attesa
di qualcosa miracolante
che innalzi gli alberi da terra
e allontani il risucchio dei mari
oltre l'orizzonte, guastato da nuvole immonde.


04 dicembre 2018

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martedì 4 dicembre 2018

VENTI VIOLA E ROSSI IMPETUOSI


L'impeto di venti viola e rossi
rimbalzò toccando le vette
di montagne prefabbricate
precipitato poi
dentro pianori, vorticando
a volo radente;
abbattute case, alberi, ponti
certezze e speranze,
si rovesciò nel centro della terra
scandagliando percorsi nuovi.

Noi non sapevamo nulla,
non presentivamo 
futuro allucinante,
nessuno di noi leggeva
nell'occhio dell'amico il disastro imminente,
forse un nuovo diluvio universale.

Volarono via milioni di anni
in cui profeti malvagi
annunciavano verità cui nessuno
era disposto a credere.

Ma tutto era già trascorso
e i venti già riemersi tutti
all'aria libera, tranquilli ormai:
non avevano un inizio,
non avevano una storia e nessuno
riusciva a riconoscervi dentro la propria.

Nemmeno uno degli antichi morti poteva più 
raccontare come tutto fosse incominciato:
solo grotte profonde e inaccessibili,
marchiate e solcate e scanalate
come immensi scalini solitari
cercavano inutilmente di testimoniare
il disastro annunciato dai profeti,
e noi continuammo a camminare come ciechi
nel buio della nostra ignoranza.

Ancora adesso, giunti al limitare del territorio,
sulla riva dei mari, nelle schiume
delle risacche, siamo qui seduti a interrogarci
come e quando tutto ebbe inizio,
e non intendiamo chiederci
dove e come e quando tutto questo avrà fine,
figlio mio. Tu devi soltanto trasmettere
questo messaggio ai tuoi figli,
con fiducia.

Prima o poi qualcuno ne afferrerà il valore,
cristallizzate le parole e i respiri
su vetro acerbo mai levigato,
e allora la mia vita e la tua
e quella di mio padre
acquisteranno un senso.


03 dicembre 2018

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domenica 2 dicembre 2018

GLI UCCELLI INVISIBILI

Su antichi nidi di rondini
disperse altrove
appassirono radici di salice.
Tra i rami superstiti si accumulavano
nuvole sempre diverse
di colorito e dimensione:
non emisero mai pioggia
ma planarono ad ogni alba
come un velo d'avorio.

Un cinguettio sommesso e indecifrabile
trasudava ogni tanto come un ricordo
gaio di sospensione del tempo.
Si intuiva il calore del sole
oltre la spessa coltre.
Vivevamo più a lungo
ascoltando le promesse canore
degli uccelli invisibili,
bevendo quel canto inframezzato
di silenzi
come linfa di vita eterna.

Ad altri fu concessa l'illusione
di sopravvivenza, a chi voleva,
a chi poteva, a chi non avrebbe mai chiuso
le ante delle sue finestre.

A me rimane
il coraggio di vivere nel dubbio
senza più porre domande
oramai squallide.

Certuni oltrepassarono quella soglia finale
senza nemmeno accorgersene
e forse, adesso galleggiano soddisfatti
in uno spazio di suoni e di odori
di muschio sconfinato.


02 dicenbre 2018

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