giovedì 21 giugno 2018

DÜW 221 IL MISTERIOSO ZOPPICATORE

Giuro che non lo avevo mai incontrato prima, un vecchietto che camminava solo con le grucce tanto per cambiare e che la prima volta che ci incontrammo si fermò, stava per apostrofarmi come se mi conoscesse da anni, ma poi tirò dritto con estrema lentezza.
Il mio tavolo era il numero 34, il suo in terza fila, tra i sessanta e i sessantacinque. Arrivava sempre dopo di me, passando aveva un attimo di titubanza, poi mi faceva un cenno di saluto e via. 
Giovedì 7 giugno, due giorni prima della mia partenza, toccava a lui. Terminata la colazione tornando indietro il claudicante misterioso si fermò davanti al mio tavolo, mi tese la mano e mi augurò un miglioramento tangibile al termine del mio periodo di cura. Chissà per chi mi aveva scambiato.


DÜW   221   XII


Sentirti nuda in trasparenza
dentro una cabina di plexigas
mentre facevi la doccia,
immaginare di baciare ogni
rivolo d'acqua dai capelli alle caviglie tue,
acqua salata come onda
del mare sulle tue squame di sirena,
e qualcuna delle più minute
mi si è introdotta in mezzo agli incisivi.
Non volerti girare intorno,
vederti solo il lato posteriore dal collo
ai piedi; chiudere gli occhi
sognando di asciugarti anteriormente
succhiandoti le schiume millimetro
per millimetro dalla tua pelle
più impervia e impegnativa.
Quante volte lo facemmo e quante
le volte che nostalgicamente
lo ricordavamo?


28  05  18

8 commenti:

  1. E' una lirica sublime, immagini meravigliose che ti sembra di vivere in prima persona con tutti i cinque sensi. La permanenza in quel luogo ti ha portato davvero nuova linfa poetica e ad ogni poesia che posti la forza espressiva dei tuoi versi cresce esponenzialmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi dà un'emozione profonda leggere ogni tuo commento. Un vero peccato che ancora trenta anni fa io non conoscessi l'uso di questo enorme mezzo tecnico. Saremmo entrambi maturati più in fretta e meglio.

      Elimina
    2. Sicuramente avremmo goduto molto prima di questa amicizia profonda.

      Elimina
    3. Più che certo, puoi esserne sicuro.

      Elimina
  2. Perchè dici 'ricordavamo'?
    Certe immagini dei momenti di passione sono indelebili ,sempre valide, fanno sorgere un sorriso e sono la prova di aver vissuto pienamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa poesia è un inno all'amore carnale e viscerale.
      "Quante le volte che nostalgicamente lo ricordavamo"
      L'imperfetto sta stilisticamente molto meglio del presente, perché è come un ferma immagine, fissato ogni attimo nella memoria fin nei particolari.
      Ma il senso è quello.

      Elimina
  3. Fissarlo e ricordarlo, rendere nel presente l'emozione, la passione carnale e viscerale, che è completamento, che è fondamentale...bellissima anche questa Vincenzo!

    RispondiElimina
  4. "La passione carnale e viscerale, che è fondamntale..."
    Ho trovato per caso questo tuo commento e mi compiaccio dell'averlo scoperto. Grazie. Spontaneo e sincero.

    RispondiElimina