mercoledì 9 gennaio 2019
INNO
Le vedo ancora danzare
sulle punte degli abeti
inconsumate, variopinte immagini
come lenzuola distese al sole
in un soqquadro di ancora ignoti
stimoli, di speranze e trambusti,
di esaltanti paure, di misteri
che non osavo affrontare,
eppure ogni alba riciclavo le nuove
diafane silouette derubate ai sogni,
ai deliri, alle speranze di un vivere
ancora tutto da intuire,
inaudito, fulvo e incastonato
nel mio futuro prossimo;
esitante lo vedevo farsi timido spazio
tra pensieri antagonisti.
La baia faceva da luminoso fondale
fino alle mutevoli schiume all'orizzonte
che trasformavano di ora in ora
i miei domicili dorati,
anguille dai riflessi tremolanti
di cui a stento intuivo i percorsi
ad arco, come salti incontro al cielo;
un andare e tornare senza agi
né ristoro, neanche mai riposo,
eternamente.
Fino a lei che rimase
più a lungo nel mio sangue,
alitandovi speranze, dolori e gioie:
il calore del palmo della sua mano
fragilissima dentro la potenza
della mia che pur tremava.
I lunghi tagli attraverso i boschi,
a piedi scalzi a cercare l'umida
ombra delle foglie cadute.
Nemmeno un bacio, nemmeno un carezza
il contatto bastava.
E adesso
nemmeno il nome ricordo di costei.
17 dicembre 2018
*****
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Così è.
RispondiEliminasinforosa
Capita, perché sono passati tanti anni. Ma non me ne vergogno.
EliminaRicordo assolutamente il colore dei suoi occhi, dei suoi capelli e mi sembra di risentire la sua voce.
E il suo profumo
EliminaBrava tu e somaro io.
EliminaMancava, ed era così importante: il suo profumo.
Grazie per aver bellissimamente concluso.
Ricordi che vanno e vengono. Interrotti dalla vita che scorre ingorda e a volte se li divora.
RispondiEliminaChapeau!
Hai scritto un verso molto bello...e lo sai.
EliminaIn effetti è così, ma non mi preoccupo. Da ragazzino, soprattutto a scuola, avevo un amoruccio all'anno, e me le ricordo tutte, ma di qualcuna solo il nome; ma musetto e il resto non l'ho dimenticati
Che gran Poeta che sei, Vincenzone ... e che versi scrivi sulle ali della nostalgia !
RispondiEliminaMa qui a Roma, la tua città di adozione, le strade sono piene di monnezza ... e fà un freddo cane !
E allora, sivvuplè ... scallamese 'r core co' 'sto pezzo meravijoso !
https://youtu.be/ahJogvvDj2o
😍
L'ultima volta che sono venuto a Roma è stato nel 2014, con Annamaria. Lei si sbalordiva più di me dello stato delle strade.
EliminaAndammo a Viale Jonio, dove avevamo abitato gli ultimi anni, proprio di fronte alla casa di Corrado.nostra figlia di due anni giocare per strada su quegli enormi marciapiedi pieni di aiuole. Mezzo secolo dopo non ci avrei lasciato pascolare un maiale. Uno schifo che non ti dico. Da piangere.
Scusa: è saltato un pezzo. Dopo Corrado leggi: noi lasciavamo giocare per stada...
EliminaAdesso si capisce.
Straordinaria con un finale amaro. Magari dico una sciocchezza, mi pareva che tu l'avessi già postata.
RispondiEliminaRicordavo un titolo analogo ed alcuni versi, almeno mi pareva, ma ho cercato non ne hai altre quindi è solo un remainder ad altri suoni poetici da te composti. Scusa.
EliminaSicuramente no. Scrivo tutto su quadernoni numerati. Sono pignolo ed alla fine aggiungo "blog" se la inserisco nel mio blog.
EliminaScrivo solo di notte e metto la data, per mia abitudine.
Al mattino rileggo e se mi piace la posto, anche perché ho una calligrafia complessa e se lasciassi troppo spazio di tempo non capirei quel che ho scritto.
In effetti credo che ti abbiano ingannato il motivo e forse qualche aggettivo.
Sicuramente è come dici tu, anch'io poi mi sono reso conto rileggendola ancora, oltre che del fatto che è proprio bella, di come molte sfumature non le avessi mai lette. Scusa ancora :-)))
EliminaMa per piacere, di cosa dovrei scusarti? Mi fai onore con questo tuo dubbio ed immenso piacere: vuol dire che leggi assai attentamente -da poeta quale sei- ciò che scrivo, che lo capisci e apprezzi come io apprezzo e capisco al volo ciò che intendi tu nei tuoi versi.
EliminaGrazie ancora, Daniele.
La più bella, per me, tra le tue poesie.
RispondiEliminaQuell'aliento di gioventù e di sogno è perfetto.
Cri
Hai ragione Cris: nei miei ricordi -lontani e lontanissimi- la vita sognata segue, sfiora, raggiunge e sorpassa la vita reale, si unisce a lei e mi appare sempre più nuova. Ti spiego il facile perché. Fin da piccolissimo ho sognato una mia esistenza parallela, l'ho proclamata mia, l'ho santificata rendendomela immortale. Potrei prescindere da questa mia visione? Certo, ma commetterei un delitto: ucciderei quella parte di me uscita dalla mia fantasia, il mio alter ego, uno dei miei. Non voglio farlo perché muterei il mio destino, i lineamenti del mio viso, la mia andatura per il mondo e non mi riconoscerei più.
EliminaE poi mi amputerei la mano leggerissima e veloce con cui scrivo il mio film.
Questo non significa che baro, proprio no; trascrivo la mia vita vera tutta intera, quella dei passi che lasciano orme e quella dei passi invisibili perché nel cielo non restano tracce del nostro cammino.
Ed anche questo commento è una poesia che ti dedico, perché me l'hai ispirata tu.
Strepitosa. Sono precipitata in tanta bellezza.
RispondiEliminaBello veramente questo tuo precipitare, ne avverto la potenza e me lo godo. Grazie.
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