lunedì 9 luglio 2018

DÜW 221 QUANDO TUTTO TI SI RITORCE CONTRO

Arriva il momento in cui tutto sembra andarti storto, e tu ti chiedi a chi hai pestato i calli. Ma non c'è verso che tenga: la prua della barca ha imboccato il sentiero della schiuma che puzza, ed il timone non governa più; non solo, uno dei due remi si è spezzato, lo scafo mostra crepe antiche e stiamo imbarcando acqua.
Adesso stai a vedere che non abbiamo a bordo nemmeno un secchiello per versare l'acqua fuori bordo.


DÜW   221   XXVII


Loredana Bonafè era nata cavalcando.
A sua madre era stato sufficiente
sollevarsi sulla sella, fare un piccolo sforzo
e opplà, attenzione a non fare scivolare
lungo i pantaloni da cavallerizza
il roseo corpicino,
perché sua madre cavalcava a piedi scalzi
e pertanto rischiava che rimanesse 
appesa al cordone ombelicale la sua bambina.
Non l'aveva ancora guardata
ma sapeva che era una femmina
perché non aveva ancora protestato
appesa là sotto a testa in giù.
Cavalcava anche mentre dormiva
Loredana Bonafè, cavalcava anche quando 
dormivano tutti.
Cavalcava cantando e dormendo,
e mentre cavalcava cantava e dormiva
lei scriveva trattati di propedeutica
e fischiettava canzonacce sporche.
Una fresca mattina iniziò a scrivere
un testo biblico di ornitologia perché da tempo gli uccelli
le cinguettavano dentro la testa.
E scrisse e scrisse, ed arrivò ai Vangeli
ma tornò indietro alla creazione di Eva, ché Adamo
già si era riempito i piedi di calli
e di vesciche, non avendo l'abitudine
di cavalcare. E poi non trovò il cavallo
adatto a lei, povera anima in pena.
Non riuscendo a immaginare niente per il futuro
Loredana provò ad inventarsi il passato,
suo e degli altri, ma più che altro il suo
e vide quando e come e perché
era caduta dal suo primo cavallo,
scivolando a balzelloni lungo le cosce di sua madre.
Appiattita al suolo, pestata dal cavallo
che folle di paura le orinò addosso cercando
di eliminare il pericolo di contaminazione
e di epidemia. Al cavallo andò bene,
un colpo di fortuna dietro l'altro;
a Loredana la sorte fu maligna
lasciandole emicranie a volontà,
e una gran voglia di scendere dal cavallo
e di risalirvi una volta discesane.
Così per tutta la sua vita, a metà strada
tra la sella e il suolo, finchè sparì
come era arrivata, senza lasciare ricordi
né imitatrici più o meno scaltre di lei.



06   06   18





4 commenti:

  1. Sembra un sogno di una in coma. Loredana nasce e come la madre sembra essere una straordinaria cavallerizza oltre ad avere molte altre doti intellettive. Ppi però i ricordi veri si fanno avanti. In realtà io ci leggo anche un'altra interpretazione, una metafora, la metafora di chi schiacciato da un genitore importante non riesce ad eguagliarlo cadendo e rialzandosi da cavallo ma costretto dalla sorte maligna ad una vita mediocre (o cmq tale rispetto al genitore più prestigioso) fino al momento del trapasso che avverrà senza tanto clamore e forse anche in perfetta solitudine, con solo la morte al suo capezzale. Dimmi se ho scritto vaneggiamenti e follie se così fosse :-)))

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    1. Hai azzeccato in pieno la metafora. La cosa riguarda me e la mia famiglia, ma mi permetto di sorvolare. Mi congratulo: non era semplice, ma il tuo intuito è stato come al solito raffinato.

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  2. al di là della metafora (non ci sarei mai arrivata, onore a Daniele) mi piace moltissimo!

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    1. Mi congratulo anche bei Dir: non era semplice farsela piacere, sempre al di là della metafora.
      :-))

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