giovedì 19 luglio 2018

OHNE TITEL

Con questa concludo la mia fase "fasata". Mi dedicherò ad un progetto lasciato in sospeso per assenza materiale dell'autore, cioè me, per dubbi sopravvenuti in aggiunta ai già esistenti, perché mi costringo a camminare su una corda tesa su un precipizio e sospesa tra due montagne indomabili: il Credere ed il Non Credere.
Argomento che hai voglia ad escludere e a rimandare, torna sempre a galleggiare.


SENZA  TITOLO


Sul mare rosso
scintillava un morto
della precedente battaglia.
Sul retro di una ricetta avevo
scritto quattro versi a matita della vicenda.
Affondarono con la nave
nel mezzo di un anno poco felice.
L'incubo si assottigliò
fino a passare attraverso la cruna
di un ago ligneo, ben affusolato.
Ridacchiando osservavo
dall'alto dell'albero maestro;
l'elenco dei marinai defunti
in quella notte prese la forma
di un uccello migratore.
Non fu più ritrovato.
Al mattino galleggiava
solo il cadavere del marinaio ignoto
unico testimone di un destino compiuto.


15   06   18









16 commenti:

  1. n attesa di conoscere il tuo nuovo progetto ci lasci con una lirica più ermetica forse rispetto alle altre. Sembri raccontare un tuo momento o periodo privato difficile ma poi superato e qui raccontato con metafore straordinarie per profondità ed originalità. Sarai tu come sempre a dirmi se ho "tappato" resta l'emozione dei tuoi versi e le visioni emotive che suscitano il leggerli.

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    1. In effetti ci sei arrivato. Non parlo solamente del privato, ma come sai ognuno di noi affronta periodi -pirtroppo mai al singolare- in cui sembra che tutto vada a rovescio e che il tetto prima o poi ti cada addosso. Facevo riferimento alla difficoltà di rialzare la testa e la schiena sotto quel bombardamento psicologico. Finora io l'ho sempre superato, perché continuo a credere in me stesso. Versi ermetici e metaforici, sono d'accordo, ma aderenti alla realtà, sinceri e me lo dimostra l'emozione che danno a te e che hanno dato a me.

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  2. Un saluto ed un abbraccio, Vincenzo. Ti avevo lasciato nel periodo di cure, confido che tutto sia andato per il meglio ^_^

    mmmmhhh... versi criptici, che letti subito dopo l'argomento ridondante a cui fai cenno, forse assumono una certa luce.

    Io credo di non credere, anche se spesso mi ritrovo a ricredermi.

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    1. Sono di nuovo qua, grazie per l'interesse.
      Mi piace la tua espressione altrettanto criptica della poesia: "tu credi di non credere, anche se spesso ti ritrovi a ricrederti".
      È un testo poetico che intriga molto, gente come me.

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  3. Gli avvenimenti si susseguono, addirittura come incubo riescono ad entrare nella cruna di un ago ligneo e per questo anche fragile.
    Hai combattuto la battaglia, tra le più dure. Molti i marinai morti (forse sei sempre tu in ogni forma e pensiero) che, sotto forma di uccello migratore, scompaiono in volo.
    Ma resta quel cadavere, un marinaio sconosciuto che nonostante abbia vissuto il tutto non potrà mai raccontarlo a nessuno.

    Ciò che è sopravvissuto però è l'autore di questo mirabile scritto. Lui seppellisce ogni ricordo e ritorna con nuovi progetti a rivivere sereno.

    Sei troppo grande Vincenzo.
    Anche se non commento leggo tutto e mi piace tanto.
    Ti abbraccio e bacio. Notte serena.

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    1. Apro il mio blog e guarda qui chi ti incontro! La sorellina della sorellona. Gradita sorpresa non solo la visita ma l'acume del commento. Bravissima. Sia tu che Daniele avete centrato l'obiettivo al primo colpo. Mi piaceva, una volta passato attraverso la cruna di un ago di legno sottile e fragile, volare via in forma di uccello migratore, lasciare libera la fantasia.
      L'unico marinaio morto resta lì senza poter dire nulla.
      Grazie di essere passata.
      Bacioni.

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    2. Ognuno ha le sorelle che si merita :-)

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    3. Hai ragione, e tu ce l'hai meravigliosa....ma anche la sorellina ne ha una di tutto rispetto.

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  4. versi impegnativi, come sempre dietro ci leggo tutto un mondo...

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    1. Non credo siano eccessivamente ermetici. Come dici tu, si può traguardare e vederci tantissime cose. A me piace solecitare la fantasia in chi mi legge e poi lasciar loro la libertà di spaziare.

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  5. Lasciati andare amico mio. L'anno infelice si allontana. Volgi lo sguardo all'orizzonte. Ti sorprenderà. Abbraccio.

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    1. Purtroppo non è ancora concluso l'anno infelice. Ma ne attendiamo la fine con inattaccabile speranza. Per volgere lo sguardo all'orizzonte con successo dovrei starmene sul lungomare di casa mia; l'orizzonte marino infonde calma e stimola certezze. Ma leggo nelle tue parole una lettura del futuro che ignoro. Mi fido del tuo istinto e del tuo fiuto. Abbraccio.

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  6. Quel metaforico morto che galleggia e anora non sparisce... i problemi, i malesseri che ancora son ben presenti in te (in noi in generale), Che prima o poi andranno a fondo ma nel frattempo noi dobbiamo continuare a credere di farcela.
    Bacio "nonnetto" ahahahahahahh

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    1. Il morto che galleggia, stava per sprofondare, ma il "nonnetto" ha ancora qualche freccia al suo arco. Per intenderci ha la testa dura, ringraziando Iddio.
      Leggi il mio post che vado a scrivere.

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  7. Risposte
    1. Scusami tanto ma tra divieti dei dottori e il pomeriggio passato in ospedale ad aspettare il mio turno, il tempo è volato. Ma adesso lo scrivo il resoconto e chi se ne frega se non potrei farlo.

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