giovedì 31 gennaio 2019

NEVE RIARSA


Strana questa neve riarsa e sbigottita
che dal castagno enorme davanti
alla finestra del mio studio mi si sbricciola
sul balcone ghiacciato in fragili scaglie
come ripudiata dalla maestosa pianta,
dal mio vitreo respiro allucinata,
e in grappoli solerti a me legati
quasi volessero depredarmi del calore
del sangue mio in cambio di un vezzoso
ghirigoro fatto in mio onore.
Non capitava più da queste parti,
inverni scarni, depredati dell'unica cosa viva
e verace che un tempo possedevano
in abbondanza. L'impressione di esser morto
prima del tempo prescritto e prestabilito
e di correre adesso a ritroso al momento
dell'inizio del viaggio nuovo.
Ma è solo un sogno intorpidito dal freddo
dove i ricordi mi tradiscono prima di iniziare
a respirare la vita nuova.


12  gennaio  2019


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lunedì 28 gennaio 2019

SUONO DI CAMPANA


Suono di campana si scioglie lungo i monti,
frana infilandosi tra gli alberi
nella vallata ove gelido scorre il torrente
immerso nei suoi rumori rimbalzanti.

Qui finimmo un'estate e trascorremmo
un autunno sconfinato tu ed io,
dimenticata entrambi la durata dei giorni,
delle notti e del nostro esistere.

Il tepore dei tuoi occhi su di me,
lo sfiorarmi leggero delle tue mani levigate
che mi cercavano, il tuo respiro
convulso dentro la mia bocca,

nulla è mutato o dimenticato

nulla è ancora concluso.


10  gennaio  2019


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sabato 26 gennaio 2019

UN GIORNO UNA NOTTE


Un giorno, una notte
e noi uomini di poca fede, noi uomini
d'onore ci siamo rimangiati
tutto quello che bellicosamente
avevamo accumulato scrupolosi
in settimane e mesi e anni.

Non ce ne ricordiamo oramai più.

Non importa più a nessuno.

Ci scambiamo oneri e onori:
frasi fatte, immediatamente rese immortali,
promesse, invettive, che intramezziamo a frenetiche
occhiate ai Rolex d'oro, ai Vacheron Constantin
di platino, ma non è ancora ora di pranzo.

Tutto solamente un gioco, un divertimento
tra professionisti di avanspettacolo

più macabro, più allegro, sovranamente rilassati
su poltrone damascate.

Poi finalmente scocca l'ora fatidica della mensa.
Si aprono le porte: adesso gli argomenti diventano
più importanti, quali la scelta del vino.

Pasto leggero per tutti ma una bottiglia
di Cháteauneuf-du-Pape di egregia annata
ti rimette in vita. Voto unanime: la Camera approva.



08  gennaio  2019


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venerdì 25 gennaio 2019

LA CITTÀ PREME

La città preme, un tremito disperato
il suo abbraccio; il mondo rimpicciolisce,
si riedifica in linee guida per ora rette,
poi ancora oblique a realizzare
un reticolo angusto, ove volutamente
restino ignoti Nord e Sud, angoli
gravi e acuti, divenuti
ipotenuse distese nell'infinito spazio.

Pochi comprendono questo linguaggio,
eppure è come aprire una scatola vuota
non riempirla di nulla e abbandonarla 
all'arrembaggio di tutti quelli che cercano
nel vuoto delle illusioni
una vita nuova e più remunerativa.

Mai più dragare il fondo del mare
come fosse il bianco degli occhi di un neonato,
che nulla tiene impresso ma è pronto ad assorbire
qualunque cosa come un fascinoso mistero.

Un leggero alito di vento, il tempo dell'inizio
è già passato, gli occhi pieni di sabbia
e di avventure vissute con noncuranza
e subito dimenticate.


06  gennaio  2019


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martedì 22 gennaio 2019

DECLINAZIONE EVAPORATA


Vivo da sempre una vita pigramente adagiata
tra le schiume appena visibili all'orizzonte
e le prime nuvole che inerti
vi galleggiano, deambulando
in cerca di spazio,
mai appagato, mai stordito, sempre pronto
a violare vocabolari e forme
grammaticali.

La mia fresca declinazione è evaporata
al largo, fasciata dal sole
in un pulviscolo brillante eppure triste.

Avrebbe dovuto finire così, dardeggiando
all'ingresso nell'acqua tra misteriosi applausi
e qualche fischio, morbida e paga.

Galleggia ancora, a pochi centimetri
dal fior dell'acqua come tenuta in equilibrio
dal respiro del mare, ché non si bagni,
ché non scolori, 
che si avvolga incontaminata 
a ciò che resta del profumo di me.


04  gennaio  2019


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sabato 19 gennaio 2019

STERILI CONIUGAZIONI

Sterili coniugazioni da un po' di tempo
si affacciano venute dal nulla
alle mie finestre, credo per scrutarmi dentro,
credo per sollevare croste dai miei aguzzi
angoli oscuri,
penso curiose,
penso atterrite da silenziosi
mantelli che le ricoprono
mimetizzando la mia oscurità
alle colpevoli note che tento di nascondere.

E così invece di spalancare,
di offrirmi impudicamente accendendo 
tutti i miei fuochi,
io occulto dentro buchi nel cemento del muro,
che inghiottono spazi smisurati,
questo mio desiderio di ordine e di chiarezza,
questo suffragio universale all'impotenza,
ingannando me stesso per primo,
poi tutti i me stesso a divenire,
poi le ombre oblique
di me stesso, 
poi colei che già mi cerca
tenendomi il fiato sul collo
e che non si allontanerà da qui
senza di me.


03  gennaio  2019


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giovedì 17 gennaio 2019

RANCORE


Cresce tra flebili sponde nel sangue
il rancore: la rabbia contratta
e senza sfogo ha inizi precoci:
anche i bambini odiano e vorrebbero morire
e godersi lo spettacolo, 
nascosti e irraggiungibili,
dei genitori distrutti dal dolore.
Poi tutto passa, dicono; ma le cicatrici
allora si formarono
e si depositarono sul fondo.
Da grandi arriveranno a superare
il livello di guardia.
Poi magari la prima ragazza,
o meglio la prima delusione squarciano
il primo velo. Più tardi un tradimento,
cosa da poco, basta uno sguardo
e con esso la sfiducia, che rimane.
Ora il rancore è in agguato
e se il giovane uomo fosse un debole
basterebbe un ritardo alla sera
per fare esplodere la mina vagante
e lasciare affondare la nave.
E chi può dirsi sicuro delle proprie forze
finchè non si trovi immerso nella melma
del dubbio, nel naufragio dei sentimenti più
nobili e misteriosi quanto l'amore della carne
e dei desideri, che passa in breve tempo
dall'esaltazione all'odio furibondo, 
dai teneri abbracci alla torsione del collo?
L'hanno battezzato femminicidio,
il male dei tempi moderni.
Chi se ne sente immune?
Tutti siam pronti a dire no, a me non succederà,
ma già hanno incominciato
a costruire le nuove prigioni.


30  dicembre  2018

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martedì 15 gennaio 2019

RIFLESSIONI SU UN PASSATO REMOTO


Dai miei paesi come baionette spuntavano
in fondo alle valli abeti di profumo ancora incerto
ogni primo mattino, spingendo le cime
oltre la nebbia, e scivolava il primo velo di luce
sui corrugati dorsi a porre gioia e colore innanzi
al giorno che le seguiva incuriosito.

Era il mito quotidiano mai perverso, sempre
proteso al sorriso, protettivo di fiducia, volenteroso
e curvo di promesse che il resto della giornata
avrebbe mantenuto. Invece quasi mai.

Illusorie, molto spesso strafottenti, volavano via
arricciando il naso corrucciate le ore intense
di luce e di colore, e subito la sera si riprendeva
quanto aveva promesso, beffando ogni speranza.

Ombre silenti si adagiano adesso
le une sulle altre: Campo dell'Oro, la collina
esposta sopra il mare come un balcone vivente,
il nostro uliveto degradante fino alle schiume
del mare, deluso abbandonavo,
e te, giovanissimo amore cui gioventù
e freschezza palpitavano insieme sulla tua fronte
acerba fino alle labbra socchiuse, tutto abbandonavo
quasi sessanta anni addietro, alitando
rabbia e sgomento con solo la voglia di
dimenticare in fretta e furia. E poi pensavo
di avervi dimenticati. E invece no.
Tornate ogni volta a brevi ondate secche sulla battigia e sempre più frequenti riconducete
al mio porto, che credevo sepolto, gli odori e le
immagini e i sapori e le parole che adesso come allora sono sussurri e speranze rinnovate,
rimaste appese agli spigoli di quei rami
miracolosamente ancora intatti.

Tornate ad esistere solamente voi;
tutto il resto ha inghiottito il silenzio.


29  dicembre  2018

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domenica 13 gennaio 2019

DOVUNQUE SONO PASSATO

Dovunque sono passato ho lasciato
una bestemmia e un fiore,
entrambi irripetibili,
di ignoto conio
indeclinabile,
e di speranze accesi.
Affrancarmi al mio destino
non riuscirò mai,
né ripercorrendo quei percorsi mano
nella mano
metterò su il profumo di ogni fiore
né tu ti dannerai,
ma forse
non avrò,
dopo,
bisogno di spiegarti
parola per parola
come avvenne
e perché.


24  dicembre  2018

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mercoledì 9 gennaio 2019

INNO


Le vedo ancora danzare
sulle punte degli abeti
inconsumate, variopinte immagini
come lenzuola distese al sole
in un soqquadro di ancora ignoti
stimoli, di speranze e trambusti,
di esaltanti paure, di misteri
che non osavo affrontare,
eppure ogni alba riciclavo le nuove
diafane silouette derubate ai sogni,
ai deliri, alle speranze di un vivere
ancora tutto da intuire,
inaudito, fulvo e incastonato
nel mio futuro prossimo;
esitante lo vedevo farsi timido spazio
tra pensieri antagonisti.

La baia faceva da luminoso fondale
fino alle mutevoli schiume all'orizzonte
che trasformavano di ora in ora
i miei domicili dorati,
anguille dai riflessi tremolanti
di cui a stento intuivo i percorsi
ad arco, come salti incontro al cielo;
un andare e tornare senza agi
né ristoro, neanche mai riposo,
eternamente.

Fino a lei che rimase 
più a lungo nel mio sangue,
alitandovi speranze, dolori e gioie:
il calore del palmo della sua mano
fragilissima dentro la potenza 
della mia che pur tremava.
I lunghi tagli attraverso i boschi,
a piedi scalzi a cercare l'umida
ombra delle foglie cadute.

Nemmeno un bacio, nemmeno un carezza

il contatto bastava.

E adesso

nemmeno il nome ricordo di costei.


17  dicembre  2018

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lunedì 7 gennaio 2019

GRANELLI DI SABBIA UMIDA

Le mie mani sconosciute,
occhi che non mi rispettano,
gambe che mi precedevano
ora mi seguono stanche,
fiati cortissimi
gengive sudate,
è questo l'uomo di cui mi fidavo
nel buio?

Non rammento quando l'ho incontrato.

Non so dove l'ho perduto.

Acqua marina dentro 
le tasche dei pantaloni
fuggita via lungo una scucitura, 
per un colpo di tosse,
un lungo respiro.

Un niente.

granelli di sabbia umida
di una battigia senza fine.


16  dicembre  2018

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sabato 5 gennaio 2019

PUZZLE AD INCASTRO

Opera incompiuta, vagolante
alla ricerca di pezzi mancanti,

puzzle ad incastro,

tracimo in sconosciuti prati
opimo fiume di me
torbido e brullo.

Ma questa vita, dunque, è un dono
o una dannata fatalità?
Lasciala sul greto 
esausto 
di rigagnoli alla ricerca fervida
di libere sponde.
Non sento il bisogno
di tenermi ancora legato
a lei come una coniugazione verbale
con corollario di complementi
ancora acerba,
da completare sottraendo,
aggiungendo ormai più nulla.


15  dicembre  2018

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mercoledì 2 gennaio 2019

SUONI DI GRAMMOFONO


I suoni distillati da un vecchio
grammofono salgono abbarbicati
lungo una tenera alba.

Tento con la mia voce
di agganciarmi alle ultime note
ma le forze mi mancano.

Procedo a tentoni tra dissapori
e squilli aridi che mi si sgretolano
dentro le costole e che sbiadiscono

sotto coltri, dove non oso scrutare.

Galleggia sopra un mare lontano
l'intenzione di amare, oltre
il miraggio del giorno nuovo,

oltre il possibile ritorno dei sensi
primordiali, artefici degli slanci
interiori, che mi sollevano

al di sopra di me, al di sopra di tutto
mentre sfavilla il primissimo sole
la sua voglia di vita e di conquista,

e si delinea già visibile il punto
dell'orizzonte dove stasera
concluderà il suo sforzo quotidiano

esausto, sfrigolando.


14  dicembre  2018

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