lunedì 20 agosto 2018


POESIA DI OTTOBRE


Sta seduta in fondo al bancone
sullo sgabello più alto di tutti, sta sul pizzo,
insomma sta sull'orlo dello sgabello
come di una che aspetta solo di squagliarsela.
Metà sgabello è vuoto, il resto è il suo culo:
come fai a non guardare un culo così,
e gambe così e una donna così.
Attacca bottone prima che schizza via
da quel trespolo, mi dico.
Ci metto niente. Ci metto sempre niente
quando mi piace una donna,
e questa mi piace forte.
"Fatti un bicchiere con me. Che bevi?"
"Aspetto qualcuno", dice lei.
Voce da contralto, esce grattandole la gola:
a me gratta i testicoli e la base del pene.
"Che bevi?", ripeto.
"È una persona importante", dice lei.
"Chi è? Un senatore? Un ministro?
Oppure è il figlio di puttana che ti paga i tuoi conti?"
"Più importante: è mio figlio".
"Cazzo! Potrà aspettare cinque minuti. Che bevi?"
Col vocione, perché mi sto incazzando.
"Vodka". "Sei russa?" "Polacca".

È cominciato così.
Alla terza vodka è arrivato.
Un giovanotto di diciannove anni; un figlio grande e grosso
che mi guarda un po' storto. Ricambio.

Siamo andati in giro tutto il giorno
con la mia macchina, con la mia benzina;
il bel culo di lei sul sedile accanto al mio
lo stronzetto sdraiato
sui sedili di dietro come un pascià.

Tutto per lui 'sto casino. Deve trovarsi una stanza
più vicino che può alla Uni
perché non gli va di camminare tanto alla mattina.
Non mi pare che abbia una gran voglia di studiare questo,
nemmeno di lavorare. Secondo me a questo
qua non gli va di fare un cazzo.
Lo mantiene sua madre e chi se la sbatte.

Così da allora lo mantengo io,
sennò che ci faccio con tutta la grana
che guadagno; e poi sua madre mi piace forte,
m'è entrata sotto la pelle:
lei, la sua voce da contralto, il suo culo
grandioso, le sue cosce lisce come
un lavandino bagnato,
la sua maniera di fare all'amore
come una puttana selvaggia.
Tutto m'è entrato di lei sotto la pelle,
tutto di tutto, non butto niente.
E allora ci sguazza pure suo figlio,
ci guadagna bene con me.

L'altra sera è venuto. Gli servivano soldi,
viene solo per quelli. Gli ho dato due pezzi
da cinquecento; se ne è andato via subito.
Almeno per dieci giorni
non lo mantengo.
  1. Scritta in un mese di ottobre, da cui il titolo. Mi è ricapitata sotto gli occhi in questo giorni di magra; non mi è dispiaciuta; non avevo altro di attuale sotto mano di questi magri tempi ed ho subito deciso di postarla, tanto tutta roba mia è.



martedì 7 agosto 2018

SOLTANTO UN COLPO DI MACHETE

Questa tornata non ho partecipato a INSIEME RACCONTIAMO 35, ma ho letto tutte le storie assai belle e mi complimento con chi le ha scritte. Mi ha particolarmente interessato e colpito il finale di Patricia. Mi è rimasto come un tarlo nel cervello, e bruca bruca, rodi rodi, mi ha ispirato questo monologo finale di un francescano missionario in Africa.
C'è qualcosa di personale, di profondamente mio si capisce, ma ringrazio la PAT nazionale per l'ispirazione.


Incomincia a fare buio e non è nemmeno mezzogiorno, e non fa più troppo caldo in questo agosto essiccante. Sta succedendomi qualcosa e non posso evitare che avvenga. Quell'unico colpo di machete alla nuca ha di colpo troncato il mio midollo spinale e quindi resterò nella pozza del mio sangue finché la terra arida lo avrà succhiato, poi me ne andrò per sempre.
Pongo fine ad una esistenza inutile, questo ora so, ad una vita sprecata, da sciocco, per avere dato ascolto alla balle della mia Chiesa, che da secoli solo di queste balle straparla.
E io ci ho creduto.
Dubbi me ne nascevano ogni giorno, ma io li soffocavo, li sotterravo, ogni giorno.
Conosco il ragazzo che mi ha colpito e vorrei dirgli che lo capisco, che lo avrei fatto anch'io all'uomo bianco che pretendeva gli credessi, che mi raccontava le favole della Bibbia e dei Vangeli, che si illudeva di avermi convinto.
Non ne ero convinto neanche io, che ogni sera in ginocchio sul pavimento chiedevo a Dio di rinforzarmi nella fede, io che la sentivo volare via nella quotidiana miseria.
E dai a leggere il Messale, e le storie dei Santi, e la Bibbia e i Vangeli, ma oramai avevo capito in quale valle di desolazione mi ero cacciato da solo. Non potevo più uscirne se non strappandomi di dosso questo saio puzzolente di sudore, se non rinnegando coram populo tutto quello che avevo predicato in questi undici anni, perchè io divenni missionario per salvare anime, e solo adesso cominciavo a capire di averle dannate all'oscurità eterna.
Quel colpo di machete ha posto fine ai miei dubbi, ma mi toglie la possibilità di confessare agli uomini e alle donne, dopo tanto averli ingannati, la crudeltà mia e della mia Chiesa di averli usati tutti come marionette.
Il sangue continua ad uscire ed io mi sento sempre più debole, ne esce sempre meno perché oramai poco ne è rimasto.
E allora, amici miei, lasciatemi dirvi quello che ho da sempre pensato in fondo al mio cuore e che non ho mai avuto il coraggio di dirvi.
Ma quale Cristo figlio di Dio, ma quale beata vergine Maria, ma quale morte e resurrezione sulla croce.  Ho dubbi che su quella croce Gesù non sia mai stato inchiodato, ma seppure fu una finta, una farsa e non morì perché i crocefissi morivano dopo giorni di tormenti per disidratazione, e Gesù dopo nemmeno cinque ore era morto. Fu ubriacato di sonniferi, sciolti in acqua e aceto, e si addormentò.
La Chiesa ci ha costruito il suo impero economico su queste favole profittando della buona fede di creature innocenti come voi, amici e amiche, senza lasciarvi la possibilità del dubbio. Dubiti? Sei un eretico; ti attende il rogo e la confisca di tutti i tuoi beni.
Il Paradiso? L'Inferno? Il Purgatorio?
E dove si troverebbero se in questo Universo non ce n'è traccia? Nel centro della Terra? A seimila gradi?
Vedete adesso quante balle vi ho raccontato mordendomi la lingua. Non avrei mai potuto far altro che il povero frate, perché solo compiacendomi dell'inganno nei vostri confronti avrei fatto carriera: vescovo, cardinale e se fossi stato proprio bravo a mentire chissà forse un giorno sarei diventato un Papa.
.....
fra poco morirò 
qualcuno mi ritroverà
la mia storia diventerà pubblica
il mio nome idolatrato
mi affibbieranno miracoli
verrò elevato alla gloria degli altari santo e martire
un bestemmiatore convinto che non esiste dio né angeli né santi
.......
niente più forza
tutto si fa scuro
......
niente più dolore
.....
Dio.....se ci sei.....perdonami












domenica 5 agosto 2018

E LA LORENZIN DISSE CHE LA SANITÀ ITALIANA ERA TRA LE PRIME DEL MONDO

Alcuni giorni fa mia figlia Monica è stata operata a Udine per un ernia del disco.
Passiamo oltre i sei mesi di attesa ed alcuni rinvii, del tutto normali nel Bel Paese, finalmente mercoledì mattina l'hanno operata.
A parte il resoconto squallido che lei ci ha fatto sul servizio nel miglior nasocomio udinese -non è stata aiutata nemmeno per mangiare e per urinare, dato che giaceva su un fianco, praticamente abbandonata, con personale sgarbato e stanco dal mattino presto- personale che non rispondeva alle chiamate di soccorso degli ammalati se non dopo minuti di attesa, il giorno successivo, neanche dodici ore dopo quel tipo di intervento, un medico le ha consegnato una busta da rimettere al medico di base ed É STATA DIMESSA. Ha dovuto far notare alla capo-infermiera che aveva ancora l'ago per eventuali trasfusioni -CHE NON HA MAI AVUTO- e che così l'avrebbero mandata a casa perché se ne erano dimenticati.
Mia figlia ha attualmente forti dolori alla schiena e alla gamba e non sa cosa prendere, dato che nessuno glielo ha detto e la sua dottoressa telefonerà per sapere dell'intervento dato che nella relazione NON è chiaro!
Potrei essere partigiano perché si tratta di mia figlia, ma lo stesso giorno è stata operata una signora quarantenne alla testa per un tumore, spero benigno, cui è stata aperta la testa per un intervento di quattro ore.
Il giovedì, cioè nemmeno dopo ventiquattro ore, è stata dimessa.
La signora non è di Udine, nemmeno della provincia come mia figlia, la signora proveniva da Matera e se ne è ripartita per la Lucania affrontando 24 ore di viaggio strapazzante con questa calura. 
E questa per la nostra ex ministra Lorenzin sarebbe la Sanità tra le migliori del mondo? 
Forse capovolgendo la classifica a testa in giù.
E questo è il retaggio di cinque anni di buon governo dei BUFFONI del PD.
Era solo per fare un esempio, naturalmente.


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