lunedì 16 luglio 2018

DÜW 221 SIAMO AGLI SGOCCIOLI

Effettivamente il quadernone dove ho trascritto -anche troppo in fretta secondo i miei gusti e adesso faccio fatica a decifrare- tutto quel che potevo in quelle due settimane si sta esaurendo. Restano solo pagine bianche.
In un certo senso è un piacere, quasi una liberazione. Ci avevo pensato, gli ultimi giorni del mio soggiorno, quando avevo deciso di pubblicare sul blog giornalmente queste trentatrè poesie, e mi ero detto che sicuramente a parecchi di voi avrei usurato i testicoli, anche a chi per motivi naturali ne era privo.
Fatevi forza, stanno finendo.


DÜW   221   XXXII


Ci siamo rivolti ginocchioni a Cristi,
Madonne e Santi, ai martiri innominati,
solitari o in massa,
alle monache vergini per salvarci
da pestilenze, colera e siccità
amiche del demonio e dei suoi accoliti,
seguaci imperturbabili e sempre più
trionfanti. Poi vennero le guerre da trenta,
cent'anni e più: la mano che ci proteggeva
parava frecce e massi infuocati, rialzava
torri distrutte, mura abbattute e ponti levatoi
da noi stessi bruciati per impedire
il transito. Poi nuove pesti e nuove epidemie
che riempivano carri a trazione bovina
tirati per le corna da superstiti
pallidi, esangui come svenati,
il puzzo di marcio a ricordo
per decenni. E poi finalmente finiva;
e poi ricominciava imperterrita la moria
di vittime sacrificali, nate durante la notte,
crepate all'alba. L'evoluzione
della vita creava l'evoluzione della morte.
Malattie impensabili legate a lussuriosi
amplessi mietevano spighe reclinate lasciandole
marcire nei campi. Unico rimedio infischiarsene
e continuare a gozzovigliare e a godere
di notte per poi crepare al sorgere del sole.
Ma che nessuno invochi Cristo, l'impostore,
nessuno chieda a lui il perché dell'abbandono.
È questo imperterrito Dio che ha abbandonato
gli uomini, o sono loro ad avere
abbandonato Dio? Altre divinità, sorte dal nulla
nel frattempo, con estrema violenza
si impossessarono dell'empio mercato.
La manona protettiva non copre più
mura millenarie e torri, non serve nemmeno
ai ponti levatoi, nemmeno ai bunker
di cemento armato, sotterrati e blindati
con lastroni di piombo contro le radiazioni
delle testate atomiche perforanti fino
a centinaia di metri di profondità.
Ma già qualcuno sperimenta la micidiale
arma furura: sciami di droni personalizzati
scaraventati a milioni sui territori nemici
da macchine volanti in orbita da est a ovest,
da nord a sud, che si bloccano dopo avere
trovato il soldato Rayan a cinque centimetri 
dalle sue tempie, scaricandogli dentro
la testa una pallottola calibro nove grande
quanto un fagiolo. E poi via di nuovo
alla ricerca del soldato Stakanovic
individuato nel miniaturizzato computer interno
di ogni drone ben educato e attento.
Risparmio di danaro e di energia, non diffusione
disordinata e incontrollabile del full aut.
Questo si chiama PROGRESSO, Anna Maria.
Non era nel progresso che volevamo vivere e morire?
Ora siamo serviti: una scala reale
e buona notte.



08   06   18






2 commenti:

  1. Un apocalittico percorso storico del progresso fino ad oggi che siamo forse al capitolo finale.

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    Risposte
    1. Sì, il progresso continuerà e se non saremo in grado di gestirlo -o peggio se lo lasceremo retaggio di pochi avventurieri á la Trump- ci distruggerà.
      Poi non basteranno le lacrime di coccodrillo di tutti a sanare i guasti causati.

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