lunedì 23 luglio 2018

QUANTO COSTA UN GELATO A JOCKGRIM

A mio figlio hanno finalmente tolto il gesso al braccio e può di nuovo guidare senta incorrere in contravvenzioni, così mercoledì parte per l'Italia. Così, da bravo ragazzo, domenica pomeriggio è venuto a salutarci. 
Abbiamo guardato la Formula Uno fino all'erroraccio di Vettel, poi per farci passare l'amaro dalla bocca, siamo andati a Jockgrim dove c'è una gelateria italiana rinomata. 
Io non mangio gelato, quindi facevo da accompagnatore.
Usciti dal locale coi gelatoni in mano -loro- mi sono accorto che tirava un vento schifoso e che minacciava pioggia.
"Vado a prendere il mio pullover nella macchina, ho detto; torno subito".
Il parcheggio davanti al locale era pieno e noi avevamo lasciate la due macchine circa a duecento metri, in mezzo ad un piazzale alberato.
Ho attraversato il piazzale passando sui prati fino alla macchina. Ho preso il pullover, lo ho indossato e mi sono trovato la mia borsa che mi scivolava dalla spalla lungo il braccio sinistro; la mano destra occupata dagli occhiali da sole, ed ho incominciato a camminare badando a queste cavolate e non a dove mettevo i piedi.
Sotto gli alberi le radici avevano rotto il suolo, ricoperto da mattoni di grande spessore che qua e là si erano vistosamente sollevati. Con la punta del piede sinistro ho urtato uno di questi ostacoli. 
Immediatamente sentendo che cadevo in avanti ho allungato la gamba destra per puntellarmi, ma col piede destro ho beccato un maledetto mattone ancora più sporgente del primo e sono venuto giù come un pero. "Gefallen auf die Fresse" dicono i tedeschi, e cioè caduto sul grugno. A terra solo mattoni sporgenti, niente prato ed io giù di faccia. 
Ho capito che mi si aprivano le porte dell'Ospedale per almeno un mese se battevo la faccia: setto nasale, zigomi, mascellari superiori mandibola, denti e chissà se non anche qualche vertebra lesa.
Allora ho abbassato la testa per salvare la faccia, non certamente per l'estetica ma per la consegueze. Non avevo più il tempo di proteggermi con le mani, anche se l'ho fatto, perché oggi sento dolori al polso sinistro, all'avambraccio destro ed ho scoperto
dolori e sbucciature ad entrambi i ginocchi.
Non posso dire di essermi fatto male, perché non mi sono fatto male dove ho battuto, ma ho sentito una defragrazione in testa come lo scoppio di una granata.
L'anno del malaugurio, l'anno infame non è ancora finito.
È stato il mio primo pensiero.
Due secondi dopo ho alzato la testa ed ho visto le cascate del Niagara. Veniva giù sangue come quando sgozzano i maiali.
La mia fortuna è stata che accanto alle nostre macchine aveva parcheggiato un signore molto capace e pratico. È arrivato di corsa ed ha fatto tutto lui quello che non ero in grado di fare io: ha chiamato l'ambulanta del pronto intervento, con le garze della sua cassetta di printo intervento -che ho anche io, come tutti- mi ha tamponato e mi ha aiutato a sedermi per terra, ed ha aspettato fino all'arrivo della croce rossa, insieme ai miei che intanto erano arrivati, allarmati dalla mia asenza.
Si chiama Tobias e lo trovo quando sono a posto per stringergli la mano.
Corsa con l'ambulanza fino all'Ospedale di Kandel, dove si sono dati da fare per mettermi in piedi.
Ho due ferite parallele di quattro e sei sentimetri, suturate con undici punti, esattamente dove il frontale si unisce i due parietali, alla cosiddetta fontanella lamboidea.
Un giovane medico del Guatemala, che conosceva Roma per esserci stato una serie di volte ha lavorato sulla mia capoccia per un'ora. Bravo e spiritoso.
Almeno è finita in gloria.
Sono tornato con mio figlio mentre Anna Maria tornava con la mia macchina guidata -oh signur- da mia figlia a 140 sull'autostrada.
Ringraziando Iddio non è uscita di strada.
Io ho mangiato una zuppetta e poi sono andato a letto.
Mi frega un dolore boia che ho al collo, destra e sinistra, per l'insaccata presa. Tenuto conto che ho un rincipio di spondilosi non ci posso scherzare.
Comunque è andata, poteva finire molto peggio.
Sono decisamente un po' intronato ma ci vedo, ci sento, non ho vomito, insomma non ho commozione cerebrale.
Posso considerarmi soddisfatto, ma adesso ne ho la palle piene di questo anno del malanno.












 

26 commenti:

  1. E che posso dire. Meglio che sto zitta. Una roba del genere è assurda se ci pensi. Invece ti è capitata. Mi spiace tanto. Solo che a quanto pare la capoccia e ancora più dura di te. Abbraccio circolare.

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    1. Non è colpa tua e del tuo inno alla speranza, è che questo che mai finisce è il mio annus horribilis. Capita.

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  2. Nooooooooooo!
    Che pallazze!
    E meno male che la testa è tosta più della sfiga!
    Che dire?
    Un abbraccio che non finisce più

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    1. Mi consolo con la constatazione della durezza della mia capoccia.
      Di più non posso. Penso di avere avuto una gran fortuna nella sfiga: mi vedevo già ricoverato in una clinica di Maxillo-facciale a ontare le operazioni che mi avrebbero fatto.

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  3. Stai sereno ora.
    Rilassati e non pensarci.
    Capitano queste cose ed anche di peggio ti assicuro.
    Ti abbraccio forte e buona giornata. Smack! 💋

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    1. Certo che se andavo giù "di musata" a quest'ora stavamo contando i cocci.

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  4. Ti ci manca questa! Hai ragione, il 2018 è un anno "sbifido".
    Mi dispiace Vin e ti sono vicina con affetto.
    Cri

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    1. Prendiamola come una buona notizia: la capoccia è tosta come sosteneva mio padre, anche se lui alludeva ad altro.

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  5. Vimcenzo che combini?☺ Tieni duro e poni molta attenzione in quello che fai vista la sfiga che quest'anno ti perseguita.

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    1. Visto di che sono capace? Mica è da tutti, credimi, salvare un paio di occhiali da 20 euro e sfasciarsi la testa. Solo certi campioni ci riescono modestamente.

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  6. Ciao Ciantin, ho letto stamattina ma dal cellulare non riesco a commentare.
    Mi dispiace tantissimo! Ci voleva ancora questa. Però, niente di rotto almeno. Il dolore per la botta temo lo sentirai ancora per un po' ma... ringrazio la testa dura!
    E speriamo che il dottore abbia usato un bel punto per il ricamino :)
    Un abbraccione stretto stretto!

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    1. Te possino! Te lo do io il punto a croce!
      Il dolore, dici? Quale? Me fa male tutto.
      Adesso torna mia nipote dal Canadà dov'era in viaggio di nozze. Bellissima la figura di scemo che ci faccio!

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  7. So esattamente cosa si prova, perché sono andata giù di faccia qualche tempo fa in pieno inverno, terribile, non volevo assolutamente andare in pronto soccorso, ma poi non riuscendo a fermare il sangue ho desistito. Ritornata a mezzanotte dal pronto soccorso con punti di sutura sotto il mento, me ne andai a letto dolorante e il mattino dopo a scuola col cerotto sotto il mento e una storia avvincente da raccontare ai bimbi.
    Forza e coraggio, cose che passano.
    sinforosa

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    1. Che tu non sia voluta andare al Pronto Soccorso in Italia ti capisco, eh se ti capisco. Mia figlia in Italy nordica, provincia di Udine, è in lista d'attesa da quasi due anni per un'operazione do un'ernia del disco. Finalmente le hanno dato una data,che era ieri, rimandata ad oggi e proprio poche ora prima le hanno telefonato che veniva ancora rimandata -a quando non si sa- er improvvise urgenze avvenute. E non è un'urgenza lei? Qui l'avrebbero già operata due anni fa. Ma come è possibile parlare di "buona sanità"?
      Io la sto risolvendo alla grande. Per me è arrivato a sirene spiegate un Rettungswagen con personale specializzato entro un quarto d'ora. In mezzora ero al pronto soccorso.
      Provaci da noi.

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  8. Come va?
    Spero velocemente meglio!
    p.s.: scusami, non credo d'averti risposta sulla storia dell'allarme che s'alza quando apri il mio blog...non so spiegarlo...a me succedeva e succede con quello di Cristiana, ma sembra che nessun altro glielo abbia mai segnalato. Neanche a me, prima di te, l'hanno mai segnalato...
    È colpa di qualche strunzacchione che fa scherzi!

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    1. Va meglio e martedì mi tolgono i punti.
      Allo strunzachione ci avevo pensato puro me.
      Comunque io me ne fotto e quando ti voglio leggere faccio un pernacchione alla strunzacchione o strunzacchiona (!?!) e leggo e amen strunzacchiò.

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  9. Ehi ... Vincenzone, ma come ti è venuto in mente di lasciarti cadere in terra sfasciandoti il muso ???
    E meno male che i teutonen ti hanno un poco rimesso a posto ... e quindi rieccoti qui "più Vincenzo e Jacoponi che prìa" !
    Del resto ... SOLO CHI CADE PUO' RISORGERE !!! ^_^

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    1. Ci sarebbe un modo palermitano per rispondere a questa tua battuta sui teutonen, ma lasciamo perdere tanto ce semo capiti.
      Quanto al solo chi cade può risorgere voglio vedere se non si fosse stato nei pressi quel Tobias io col caciocavallo che mi rialzavo. Ciao cavalliè e grazie.

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  10. santo cielo! per consolarci di solito ci diciamo "beh dai poteva andare peggio"... sì ma anche meglio.
    Presto sarai di nuovo in forma !

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    1. Certo: se invece di battere la capoccia, notoriamente tosta, ci mettevo il grugno, date le pietre sconnesse che c'eerano al suolo mi facevo un mese d'ospedale e un comicissimo mascherone di carnevale.
      Grazie dell'augurio, Azzurrociè.

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  11. Ti leggo spesso nei commenti da Gianmarco, ed oggi ho deciso di curiosare sul tuo blog.
    Caspiterina, forse era meglio aspettare ancora un po'. Hai preso una bella botta..
    Mi fa piacere che, tutto sommato, te la sia cavata con poco.
    Ti auguro di rimetterti presto.
    Passa a trovarmi se ti va. Un bacio.

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    1. Grazie della visita. Sto già abbastanza meglio di una settimana fa, anche se questa botta ha modificato alcuni miei piani.Certamente verrò a visitarti e non solo per cortesia. Se hai letto i miei commenti, poi, ti sarai accorta che non sono affatto cortese. Ciao allora, a risentirci da te.

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    2. Diciamo che mi hai incuriosito anche per questo. Io sono pochissimo cortese....
      Bugia. Lo sono molto ma con chi merita. Tutti gli altri prendono la mia parte più cinica.. 😉
      A presto.

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    3. Diciamo allora che sono sincero fino allo spasimo, nel senso che sbatto in faccia al prossimo ciò che penso come fosse pesce marcio. Mi diverte? A volte.
      Adesso passo.

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