mercoledì 18 gennaio 2017
COSA MI RESTA
Cosa mi resta di questo amore
così mutevole
e gaio
e profumato,
sorprendentemente sempre nuovo,
come una luce accecante
che irrompeva nel mio tunnel,
come una limpida acqua
di un torrente montano,
rumoroso e vociante ogni mattino
silente ad ogni tramonto,
cosa mi resta adesso
che non ti amo più?
I vagiti di un bambino mai nato;
un richiamo da un bosco
incantato
dove tracciavamo un sentiero
incidendo il tuo nome
ed il mio
sulla corteccia degli alberi;
il guaito di un cane che era il tuo
ma che era il mio amico
e adesso è triste perché
non mi trova più.
Niente altro,
nemmeno il tuo nome
tatuato all'interno di un mio braccio
perché allora non usava.
Sei proprio nata sfigata, amore mio.
Maximiliansau, 16/17 gennaio 2017
***
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In un primo momento ho provato malinconia, poi mi sono incazzata!
RispondiEliminaChe poesia, Enzo.
Sì, ti capisco. Noi uomini, poeti e non, sappiamo essere crudeli anche troppo spesso, specie con chi si è tanto amato.
EliminaL'ultimo verso mi è venuto su da solo. Ho lottato con me stesso per toglierlo ma era la palata di crudeltà del momento e l'ho lasciato.
Ciao vecchia pellaccia d' un civitavecchiese fattosi teutone per sbarcare il lunario !
RispondiEliminaCos' è ???
Stai sperimentando un ermetismo post-ungarettiano ??? 0_0
No, vecchia rozza; sto mettendo a frutto la mia ormai venerabile età: dico quello che mi passa per la capa senza problemi, come viene viene.
Elimina:)))
A Vince', piu' che altro cosa rimane a lei...
RispondiEliminaTe lo posso di'?! Si te lo dico, mavaffa...cuore cuore cuore...
A vince' avanti cosi'!
Cosa rimane a lei? Ricordi cosa risponde Clark Cable a Rossella O Hara nel finale di "Via col vento"?
RispondiElimina"Sinceramente, me ne infischio."
Ecco, per rendere l'idea.
Io vado avanti così, Fiorè.
Fai bene Vince'.
EliminaOh si che mi ricordo, anche che Rossella disse domani e' un altro giorno!
E che sia de' merda o de' oro, sempre avanti si va!
Ciao Vince'
Ricordi benissimo.
EliminaEcco, questo dovrebbe essere l'assunto di noi tutti, i felicissimi sfigati dell'orbe terracqueo.
Ciao Fiorè.
Quel "Sei proprio nata sfigata" denuncia una certa prosopopea ammantata di maschilismo :):):).
RispondiEliminaCri
I versi sono molto belli e mi ha intenerita "il guaito di un cane che era il tuo
RispondiEliminama che era il mio amico
e adesso è triste perché
non mi trova più.
Cri
Sì è quella prosopopea che non piace a te, ha fatto incazzare Mariella e tutte quelle che lo hanno letto. Allora non avete capito gli uomini, che io nella poesia rappresento, perché parlo genericamente non a nome personale. Dunque l'uomo non ammette mai la sconfitta, deve trovare sempre una scappatoia, questo è il suo lato debole. In questo caso lo dice: cosa mi resta? Niente. Ma nemmeno tu hai niente. Sei proprio sfigata.
RispondiEliminaCapito, madame la comtesse?
Mentre scrivevo i versi del cagnolino pensavo a te, infatti.
Eggià, te la cavi così:)
RispondiEliminaLieta di averti ispirato il pensiero al cane.
Cri
E no che non me la cavo. Volevo proprio dire che quello che sta succedendo, cui è stato dato il nome di femminicidio, avviene perché alla base di tutto c'è la presunzione del maschio che tutto gli sia dovuto perché lui sta tre metri sopra alla sua donna, a tutte le donne.
EliminaSì, forse quei pensieri sul cane me li hai ispirati tu, ad ogni modo appena scritti ho visto il bel musetto di Lilla.
Che poi ci sono donne che impongono il tatuaggio credendo di blindare un cuore. Sciocche loro. Sciocchi noi. Sciocco chiunque pensi che un cuore si possa incatenare.
RispondiEliminaI tatuaggi in genere raggruppano gli uomini -e non solo purtroppo- in tribù della foresta asiatica. Quelli col nome della amata in eterno mi fanno sganasciare dalle risate. Conosco giovanottoni untraquarantenni che si sono dovuti far cancellare due o tre volte i nomi dell'amata. Costano dolore e soldi questi giochetti. Tutto vero: giochi infantili per grossi cretini.
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