martedì 7 marzo 2017

OGGI SEI LIBERA


Oggi sei libera Katrye.

Inchiodata in un letto nove anni fa
da un dio malevolo che ti ha odiato;
non vendicata da una polizia inetta
che mai smascherò chi aveva
tentato di ucciderti nel campo
dove ti aveva violentata
e abbandonata sicuro 
che tu fossi spirata,
mentre invece la pietra
con cui ti aveva massacrata
aveva frantumato il tuo cervello
ma non il cuore che impavido
continuava il suo lavoro.

Diventata albero, pianta, vegetale,
attaccata a una macchina,
gli occhi sbarrati a non vedere nulla,
la bocca semiaperta a consumare aria,
mai più una parola, un lamento,
una risata, un segno
di appartenenza a questa Umanità,
anche coloro
che più di tutti ti amavano,
tuo padre e tua madre, lentamente
avevano accettato che tu
non esistevi oramai più.

Inutile richiedere un gesto di pietà,
un atto di giustizia, la liberazione
da una sofferenza senza fine,
la tua, che contraevi
tutti i tuoi muscoli, aggrediti
dai crampi, manifestando la tua pelle
l'orrore per tutti gli altri che vivevano
una vita animata dal pensiero;
la sofferenza di chi aveva cura di te,
di chi a ogni tuo respiro sentiva
un coltello trapassargli l'anima
perché vi riconosceva il tuo tormento.
Niente. Chi doveva ascoltare era sordo.
Tu ti consumavi,
ridotta pelle e ossa, ma nessuno
accettava di discutere, proprio coloro
preposti al bene, 
che battono un ginocchio
sul pavimento facendosi la croce
e mugulando giaculatorie,
i conservatori del Tempio
i testimoni della misericordia divina,
costoro i più accaniti preservavano
la tua agonia
in sconto dei peccati degli assassini
e degli stupratori, perché sostenevano
che la vita soltanto il dio
che occupava i loro altari
potesse avere il diritto di riprendersi,
visto che lui l'aveva donata.
Insomma una semplice equazione:
io ti tolgo quel che ti ho dato ma tu
intanto mi paghi gli interessi.
Come un conto in Banca, tale e quale.

Ma qualcuno di nascosto questa notte,
sia benedetto il nome di sua madre
che lo ha generato,
ha staccato la corrente
della maledetta macchina.
E tu sei andata libera per sempre.
E io l'ho visto sul tuo viso
dopo nove anni allargarsi
il sorriso della felicità, distendersi
la tua pelle e gli occhi riempirsi
per un attimo solo di cose,
di tutte le cose che avevi
fissato senza riconoscere:
il soffitto bianco, la finestra con le tende
tirate a metà, le pareti verde chiaro,
le tue mani diafane e ossute
e l'aria che si apriva per accoglierti.

Oggi sei libera Katrye.

***
Maximiliansau, 4 marzo 2017

***



12 commenti:

  1. Tragico Vincenzo! Purtroppo è vero. Con la scusa di un Dio bistrattato certi individui decidono su vita e morte altrui.
    Ricordo per Eluana Englaro cosa successe. Pane d latte portavano e diedero dell'assassino al padre.
    A loro dovrebbe... fami tacere!
    Aggiunho solo e i miei ne sono informati che in un caso del genere io voglio morire non vivere morta.
    Complimenti a te! Hai messo in versi una cruda e crudrle verita

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    1. La pensavo da tempo, ma l'ho voluta scrivere adesso e postarla in questo giorno per darle il significato che merita. Si tratta di una donna come Eluana -il nome Katrye, turco, è di fantasia-ma è l'essenza femminile di cui tutti oggi si riempiono la bocca, ma per la quale nessuno fa niente oltre le chiacchiere. Esistono centinaia di casi similie solo pochi sono gli eletti che salgono agli onori della Cronaca, insomma pochi casi di cui veniamo a conoscenza. Manca una cultura specifica, un'accoglienza meditata di questi problemi. Ce la caviamo con un "poveracci", qualche commento a papocchia e poi via col prossimo problema, tanto c'è da scegliere.

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  2. Oltre al dramma della violenza la crudeltà dell'immobilismo perpetuo come un vegetale. Poesia molto intensa e dolorosa, con un finale che ti lascia quella lacrima liberatoria.

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    1. Per nessuno, uomo o donna, dovrebbe essere decretata per legge la condanna all'immobilismo corporale. Quando poi è anche affettivo e cognitivo diventa uno stato orribile cui noi non condanniamo col nostro becero moralismo da salotto solamente la persona ammalata ma tutta la sua famiglia, il suo entourage, la sua società, escludendola di fatto dalla normale vita quotidiana. Il padre di Eluana Englaro diceva in una recente intervista di stare ancora cercando la sua pace interiore e di non riuscire a trovarla totalmente, ma solo a sprazzi. Siamo tutti vittime di un egoismo imperante che chiamiamo menzognevolmente "rispetto della vita".

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  3. Ho letto il titolo e: Libera! Ho sentito proprio odor di Libertà! Sono rimasta a leggere parola dopo parola, il dolore che passava chiaro, netto! La violenza e quella pietra a fracassare il cervello e poi il macchinario...senza potere scegliere!
    Situazione estrema, eppure anche in altri casi, diversi ma non per questo meno gravi, la tutela manca proprio da parte di chi dovrebbe garantirla! Viceversa non staremmo a parlarne naturalmente. E si parla di femminicidio e violenza ma...dove sono i gesti concreti...le leggi...
    Libera! Vorrei essere libera da viva, anzi, voglio!

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    1. Intendevo proprio questo: "libera da viva", ma non lo sei, bene che ti vada vieni guardata dagli uomini (non da tutti graziaddio) con sufficienza. E adesso sentiamo cosa chiede questa qui. Poi, quelli preposti alla formazioni di leggi idonee a darti e conservarti quella libertà tireranno fuori mille cavilli per farti fessa e cojonata. Alla fine la smetterai di chiedere perché sfinita dall'inanità dei tuoi sforzi, facendo un piacere a loro.
      Gabriella, questo è il porco mondo dove tu sei nata, dove finora il 90% dei masculi ti ha guardata così come il vaccaro guarda le mucche al mercato delle vacche. Come un oggetto sessuale con cui passare una bella mezzora. Purtroppo è così, finché sei giovane e attraente, poi dopo puoi aiutare solamente in cucina oppure a pulire le scale.
      Ero presente una volta ad un colloquio di lavoro per l'assunzione di personale femminile. Vidi due colleghi che intrattenevano con ampi sorrisi una giovane di circa 23 o 24 anni. Mi avvicinai e lei stava parlando delle sue esperienze, poche, di lavoro e del suo curus universitario, più che ottimo. Mi fermo. I due colleghi congedano la candidata con ampi sorrisi e con un "le faremo sapere" carico di promesse. Lei se ne va. Appena fuori dell'uscio, il più anziano dei colleghi ci dice: "Questa la prendiamo. Hai visto che culo?". Capito?

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    2. E io mi ribello Vincenzo, alla mercificazione prima e dopo, a quella sessuale e a quell'altra, rivendico comunque la mia identità di persona! La negano in mille modi! Ed è triste e doloroso sapere che hai ragione! Ma io non mi arrendo! Continuo sempre a credere che si possa insegnare ed imparare una cultura diversa! Anche il maschio, forse, un giorno rivendicherà la sua dignità! Riconoscerà a se stesso un valore diverso! Lo spero Vincenzo, lo auguro davvero!

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    3. Una speranza c'è, basta che pensi -non eri ancora nata, ma ci sono documentazioni a josa- come stava la donna almeno da Firenze in giù fino agli anni sessanta o forse più. La liberalizzazione dal giogo è iniziata -secondo la mia modestissima opinione- con l'arrivo della minigonna. Quelle che allora erano tutte "zoccole" oggi nemmeno ci fai caso. I tatuaggi femminili altra conquista -brutta quanto vuoi, ma è un altro pezzetto di mondo maschio portato via- oggi si tatuano le ragazze più dei ragazzi. La libertà di uscita e di rientro a notte fonda, impensabile allora. Fino all'estrema conquista: il seppellimento del MITO della VERGINITÀ, un orpello medioevale che vi portavate legato al collo. La speranza è che, in un ventennio la donna possa raggiungere un ulteriore emancipazione ed arrivare finalmente alla effettiva parità. Io sarei soddisfatto se i masculi si limitassero ad occhieggiare lati B, senza fare commenti osceni, senza soprattutto ritenere di avere il diritto di sfregiare un volto con dell'acido solamente perché quella poveraccia si è innamorata di un altro.

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  4. privare un individuo del diritto alla morte è come privarlo della vita

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    1. Significa non fargli terminare la vita da uomo, ma da oggetto.
      Ma cosa interesa a questi politicanti da cattiva commedia? Che interessa ai preti? Si riempiono la bocca delle stupidate che riportano i vangeli di cose che avrebbe detto Gesù decine di anni prima e che loro ricordano come dette la sera prima. Ma quando mai Gesù ha parlato di morti viventi? Di zombi costretti a sopravvivere a se stessi? Forse se tu fossi ricca assdai e avessi un parente in quelle condizioni ed offrissi a Santa Romana Chiesa una lauta somma....sono certo che otterresti un permesso speciale. O mi sbaglio?

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  5. Non saprei cosa scrivere dopo aver letto la tua poesia.
    Posso prendere in prestito le parole di un grande poeta?
    "La morte si sconta vivendo".
    Ecco io non voglio che nessuno possa decidere per me sulla mia vita e sulla mia morte.
    Purtroppo da noi questa è pura fantascienza.
    Gran bel pezzo amico mio.

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    1. Quello per cui vale la pena di battersi è che la vita è un dono arrivato per puro caso e che tu sei tu e non è possibile nessun clone di te. Pertanto non essendo tu una macchina, automobile o motocicletta, sei tu e solamente tu padrona del tuo guscio, della tua anima qualora ci fosse e del tuo futuro. Nessuno può impedire alla tua sovrana volontà di esprimersi per un sì o per un no. Qualora tu decidessi di uscire per sempre da questa comunità nessuna legge -teocratica o laica- dovrebbe impedirti di farlo o peggio proibirtelo. Se pensi bene è implicito nella legge dell'uomo, in qualsiasi continente viva: da nessuna parte il suicidio viene considerato un delitto e viene punito. Istigazione al suicidio è qualcosaltro, aiutare il suicida anche, ma se io tento di uccidermi e qualcuno per così dire mi salva, io vengo aiutato a superare i miei problemi, ma non vengo messo sotto accusa per tentato suicidio.
      Quindi? Implicitamente ciò riconosce la mia libertà piena di farlo. O sbaglio io per troppa logica?
      Grazie dei tuoi graditi apprezzamenti.

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