domenica 21 maggio 2017

RINASCERE DONNA

Di essere nato uomo
non posso ritenermi appagato e felice:
mi manca la gracile grazia
di sapere scegliere
tutti i simboli della mia
sfrenata sensibilità,
riconoscerne i sintomi
per cogliere ogni sospiro della mia
tiepida anima,
per illuminare ogni angolo cieco
della zona femminea del mio
emisfero cerebrale.

Mi manca il calore liquido
dell'umore amoroso che penetra in me,
che mi immobilizza i muscoli,
che brucia i contenitori di sangue;
la sessualità agli albori che inizia
a evaporare dalla fantasia,
scende attraverso le palpebre dentro gli occhi,
irrigidisce le dita e i capezzoli,
fino all'esplosione nel ventre
là dove ogni centimetro di epitelio sussulta.

Poi la calma sovrana della risacca
quando l'onda rifluisce
sciabordando e raschiando i fondali,
con sè trascinando detriti
e schiume.

Posso immaginare che allora
inizi l'attesa di quello che adesso
nel mio guscio di uomo
più intensamente e inesorabilmente
mi manca: il primo movimento
della vita nuova, il primo
rollio, il primo fatidico capovolgimento
che inonda di gioia
e di sudore.
Il respiro si arresta per permettere
di cogliere ogni fremito dell'individuo nuovo,
ogni sua recondita membrana.

Da quell'istante è deciso: vivere
nell'ansia della composizione, 
nel tormento creativo.

Cosa ci perdiamo noi uomini!
Come scambierei venti anni
della mia vita per cinque
di quei primi minuti
da madre, 
incredibilmente eterni.

Per giungere poi alla lotta finale,
alla volontà del sacrificio supremo
per spingere fuori il piccolo dio
come un uovo divino da sotterrare nel
fango caldo perché continui
a rimanere protetto,
incontaminato e spoglio di qualsiasi morbo
e quindi lasciarlo cadere
nel mondo.

Rinascerò, perché questo sta scritto
nel mio destino;
rinascerò donna e già naviga nel cielo
la microscopica cellula che
renderà eterna la mia vita.

***
Maximiliansau, 12 aprile 2017

***




19 commenti:

  1. Hai scritto un inno alla femminilità talmente bello che suscita le mie lacrime.
    Se ci fossero più uomini come te, uomini con un gran cuore e una bellissima mente pensante, allora questo sarebbe un mondo migliore.
    Un abbraccio, Franny

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    1. Mi affascinava da piccolo la compostezza con cui mia madre affrontava tutte le angherie della vita. La sua incrollabile fiducia in se stessa. Poi dopo sposato ho iniziato a leggere negli occhi -diventati ancor più mansueti del solito- con cui Anna Maria attendeva la nostra prima figlia, e gli altri; passavo lunghissimi minuti con un orecchio appoggiato al suo pancione per cogliere quei rumori che ogni piccolo feto fa nei suoi continui movimenti. Ricordavo allora i racconti di mia madre quando cercava di illustrarmi ciò che lei aveva provato quando là dentro c'ero io. Ho invidiato lei ed Anna Maria e tutte le donne che hanno questa beatitudine, che le compensa in anticipo delle sofferenze per partorire.
      Penso veramente che se dovessi tornare a vivere vorrei assolutamente rinascere donna.
      Uomini come me? Ne conosco, stanne certa, non sono la mosca bianca. Chi ama veramente le donne lo pensa quel che penso io.
      Grazie Franny. Ricambio l'abbraccio.

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  2. Non aggiungo nulla. Ha già detto tutto Fraanny!
    Grazie Vincenzo!

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    1. Vero: Franny è stata esauriente. Voi donne siete migliori di noi, io questo l'ho sempre saputo. Molti sono gli imbecilli che pensano che quando un uomo ragiona così come me sia un effemminato, naturalmente nel senso peggiore. La sensibilità è un sostantivo femminile, che per fortuna non appartiene esclusivamente alle donne. Il fatto è che si traduce nel gergo mascolino in "effemminato" che è ben altra cosa. Io sono rude quanto basta, arrogante quanto stanca, strafottente e terribilmente orgoglioso di come sono, pur ammettendo che dovrei essere molto migliore. Però questo non incrina la mia sensibilità e la mia lealtà nei confronti di chi, come voi donne, sempre è in grado di dare esempi di civiltà senza strafare e senza pretendere applausi.
      Grazie a te, Pat.

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  3. Molto bello Vincenzo. Non mi vergogno di ammettere che da tempo mi sono affrancato dalle derive machiste, ho riscoperto e valorizzato la parte femminile che è in me, quegli aspetti della personalità legati alla socialità e al fare si sono uniti al sentire, all'amare, all'accogliere che ritengo caratteristiche prevalentemente femminili. Questo non ha nulla a che vedere con la sessualità, ma piuttosto con il modo di camminare nel mondo.

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    1. Esatto Massimiliano. Valorizzare la propria quota personale di femminilità non ha niente a che vedere con la sfera sessuale -rimaniamo maschi a tutti gli effetti- piuttosto con la sensibilità prettamente femminile che tu hai elencato e cioè all'amare, all'accCertamente quando si è giovani e focosi si tende a coprire questo aspetto, ma poi viene fuori da solo nell'età più matura ed è giusto che sia così. Non devi vergognarti ad ammettere quello che è un plus e non un manco. Poveri coloro che ne sono privi.

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    2. Scusa è saltato. Intendevo dire all'amare, all'accogliere, al proteggere, che sono aspetti squisitamente femminili e che certamente sono eredità cromosomica o se preferisci del DNA materno. Certamente...eccetera.
      Mi capita di pasticciare.

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    3. Non dirlo a me, pasticcio a profusione, tranquillo.
      Aggiungo che queste caratteristiche cerco anche di trasmetterle a mio figlio nella speranza che non commetta errori di valutazione che io purtroppo in gioventù ho commesso. Vuoi la cultura retrogada di quegli anni, l'essere cresciuto in un quartiere duro e tosto... Ora posso dire che quel poco di buono che c'è in me ha nomi di Donna, siano essi di madre, moglie, fugaci ma significative amanti o fidanzate ecc..

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    4. Mi togli le parole di bocca. Io ho due figli maschi, oramai belli grossi. Fin da piccoli li ho messi sulla giusta strada sperando che ci rimanessero, cosa che fortunatamente finora è stata. Dicevo loro con forza che se dovevano mandare qualcuno a quel paese quel qualcuno ero io. Guai se li avessi sentiti trattare male la loro madre. Non è mai successo. Se telefonano cercano lei, se scrivono scrivono a lei e a me va benissimo. Io scrivevo soltanto a mia madre. Alla fine i saluti e abbracci per papà, e mio padre me ne era grato, mai sofferto di invidia o gelosia. Lo stesso taccio io adesso.
      Hai detto bene: tutto quello che ho di buono -addirettura la fisionomia, scherzavamo poco fa con mia moglie proprio della nostra somiglianza con le nostre madri- l'ho da mia madre. Poi da mia moglie, dalle mie due figlie. Naturalmente mi hanno formato anche le fidanzate ufficiali e no nonché le amiche intime.
      Non me ne vergogno affatto. Io sto bene così.

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  4. Un inno ad essere donna e madre. Un omaggio sentito e lieve come solo tu sai fare. E quell'auspicio finale come un anelito di nuova vita dentro un corpo ed una esistenza che da uomo hai amato moltissimo sia come figlio che come essere umano in generale.

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    1. Sai che le tue parole, i tuoi commenti mi gratificano in modo particolare perché so da quale pulpito scendano. Come dicevo a Massimiliano io son convinto che grandissima parte di ciò che c'è di buono in me derivi direttamente da mia madre e da mia moglie, che in fondo è la madre di tutta la mia famiglia, me compreso. Sì, hai centrato: nel caso di una secoda possibilità di vita vorrei rinascere donna.

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  5. La poesia è bella. Ma una donna non è solo madre.

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    1. No, Mariella, no. È sempre madre. Anche tu. Madre non si è solamente generando figli, quello è un fatto naturale che a volte fa eccezione, ma naturale è. Essere madre significa possedere quei sentimenti che solo voi donne avete, che TU hai in abbondanza, perché tu sai dare, perché tu sai apprezzare quello che ricevi, perché tu SAI perdonare, perché tu sai dimenticare, perché tu sai dare senza fattene accorgere, senza pretendere niente in cambio. Questo tu chiami amore, e lo è. Ma se tu non fossi madre come tutte non potresti darlo, perché non lo conosceresti.
      Siete tutte così. Anche quelle che uccidono i propri figli. Spesso ciò accade perché vogliono proteggere il figlio dall'orrore di ciò che il mondo infame ha già preparato per lui.
      In virtù di questa vostra immensa carica emotiva siete in grado di amare come nessuno degli uomini sa fare, anche quelli che amano con tutte le loro fibbre, come me, anche loro anche io abbiamo dei limiti impostici dalla nostra natura maschile. Noi siamo gli inseminatori, gli amanti appassionati ma nessuno dà tutto se stesso fino all'ultima goccia, fino al sacrificio se occorre. Voi sì.
      Penso a mia madre, che dopo dieci ore di travaglio, quando non vedeva più, quasi collassata, rifiuta il chirurgo che avrebbe ucciso me e salvato lei, perché io vivessi.
      Penso ad AnnaMaria che pur sapendo di avere fatto una plastica che le impediva un parto normale si rifiutò di abortire e portò avanti la gravidanza di Federico, morendo quasi per un'emorragia.
      Penso che nessun uomo farebbe mai questo, rischiando consapevolmente la propria vita per uno sconosciuto che ancora non era nato.

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    2. Mi spiace. Io non sono madre. Sono donna.

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    3. Insisto. Dov'è la differenza? È chiaro che tu sia una donna. Quando ho visto Anna Maria la prima volta -e anche dopo- credimi che io ho visto la donna. Mi sono innamorato della donna, amo la donna. Nei miei confronti quando eravamo giovani ero io l'uomo e lei la donna. Poi ho visto anche la madre, quando partoriva ad esempio, quando allattava, quando educava i piccoli. Pensi che io non l'avrei cara come l'ho se non mi avessa fatto diventare padre? Ma quando mai. E lei resta donna anche adesso che insieme a me ha messo su una squadra di dieci persone.
      Questo è pacifico, come pacifico è il fatto che tu non mi darai MAI ragione. Questione di temperamento. Ma bada bene io non discrimino tra chi fa figli e chi no. Se leggi attentamente il primo commento capirai...non c'è bisogno che tu mi dia ragione. Non voglio andare in paradiso a dispetto dei santi, voglio solo che tu rilegga attentamente e rifletta. Tutto qui. Oppure pensi che io sia un uomo che discrimina?

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    4. Se tu, anche solo per un momento, avessi passato quello che ho passato io negli ultimi vent'anni della mia vita, capiresti bene la differenza.
      E nel dirtelo sono dispiaciuta. Perché doverlo sottolineare ad una persona che credevo mi conoscesse bene, mi fa pensare che forse tanto di me non hai capito.
      E qui non è questione di avercelo più duro.
      Ciao Enzo.

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    5. IO ti conosco, via web, solo da qualche anno e non da venti anni. Ho capito quello che appariva da quello che scrivi. Se ho toccato un tasto delicato avresti dovuto dirmelo in privato, non ti pare? Posso anche non aver capito niente, ma a me sembrava di stare a fare un complimento PROPRIO A TE parlando come ho fatto. Certo non volevo addolorarti.

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  6. Sì, hai capito tutto e lo esprimi con immagini sublimi Essere madre è l'esperienza più vicina al divino che una donna possa vivere, ma non è indispensabile per essere una donna "vera", con una carica d'amore infinito da donare in mille altre circostanze che s'incontrano strada facendo.
    Cristiana

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    1. È esattamente quel che penso e che ho visto direttamente. Più una donna sa amare alla sua maniera cioè totalmente più mette in risalto il suo istintivo esser madre in ogni momento, perché il vostro primo figlio alla fine è l'uomo che vi siete scelte.
      Alcuni esempi di mia vita vissuta. Mia nonna Michelina, madre di mia madre, in fin di vita ha tirato con l'anima tra i denti aspettando che arrivasse il suo ultimogenito cui era legata morbosamente. C'era la guerra e si camminava, non c'erano treni né autobus. Mio zio fece 90 chilometri a piedi, nascondendosi ogni volta che sentiva un aereo o che vedeva spuntare una divisa tedesca. Impiegò tre giorni. Mia nonna che era oramai in agonia si sollevò sui cuscini quando sentì la sua voce nelle scale. Lui entrò nella stanza e lei spirò.
      Mia madre ha fatto sei mesi di nottate in un ospedale di Roma dove papà ebbe il suo ultimo ricovero. Non si mosse mai. Solo per farsi una doccia ogni tanto -era agosto- e per i suoi bisogni personali. Tenne stretta la mano di papà per due ore, finché lui morì.
      Mia cognata rimase una settimana accanto al capezzale di mio fratello, e lui non esisteva oramai più. Solo respirava.
      Un uomo questo non lo fa.
      Per mamma mio padre era il figlio maggiore; mia cognata si impossessò di questo modus pensandi: solo per un figlio o per il marito-figlio una donna si sacrifica così.

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