venerdì 12 maggio 2017

ALTISSIMO IL COSTO


Uomo,
gigante o nano
solo per le statistiche,
forse evoluto,

vivo questa agonia
di paure
abbracciato al mio scheletro.

Altissimo è il costo
di una vita
vissuta sotto vuoto,
ma rifiutarmi
non posso.

In conclusione
non lascio tracce
del mio passaggio;
dubito,
non mi accorgo
di respirare.

Unico segno
di vitalità
il mio sguardo calmo.

Reagisco di apnea in apnea
senza muovere un dito.


***
Maximiliansau, 27 marzo 2017

***

12 commenti:

  1. Sembri quasi raccontare di una vita vissuta sotto traccia ma in questa vita dove vogliono costringerci ad un'apnea forzata, reagire senza muovere un dito è segno di vita perché non ti lasci andare al panico, alla rabbia cieca, ma sai bene che sarai tu a decidere se e quando uscire da quella apnea in modo roboante rompendo quest'assenza di respiro e questa apparente quieta data dal silenzio del fondale marino che ovatta le tue orecchie.

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    1. L'ultima tua frase è un capolavoro. Sì, hai azzeccato, è una vita vissuta sotto traccia per non dare troppo nell'occhio trascinandomi da un'apnea alla prossima.
      Spero di avere il tempo di "uscire da quell'apnea in modo roboante", me lo auguro proprio. Per ora sto piastrellando quel "fondale marino" di pietre da riconoscere in qualsiasi momento, dove poggiare i talloni per darmi la spinta decisiva a riemergere.
      Grazie. Ogni tuo commento va riletto attentamente. Ha significati profondi.

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  2. Lo sai che però io non credo che tu abbia vissuto così in apnea senza aver lasciato traccia?
    Non so perchè ma non mi pare che tu abbia un carattere così mite e sottomesso da accettare senza ribellarti

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    1. Infatti non è così. C'è una parte di me ben visibile ch si ribella ad ogni istante, tanto da farmi a volte sembrare un bastian contrario, un provocatore. Ma nascosta assai bene c'è uno dei miei alter ego -il mio favorito- che vive "sotto vuoto" e registra tutto, pronto a balzare fuori quando nessuno lo mette in conto per un vero e proprio agguato.
      Non ho ancora ben capito se sia la parte migliore o peggiore di me, se io sia un santo -ne dubito- o un diavolo. Mi ci vedrei con più gusto.
      Ciao Pat.

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  3. A volte i tuo versi, seppure preziosi, sono talmente crepuscolari che mi viene il magone.
    Di positivo trovo quel " dubito " , perchè il dubbio è positivo , non è l'adgiarsi sui pensieri, è l'incentivo per far lavorare la mente e sentirsi vivi.
    Cri

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    1. Quando , dopo averli ruminati ben bene, finalmente senza che io li chiami versi come questi mi arrivano sulla punta del pennino li trascrivo quasi in trance. Poi li rileggo e quasi mai li correggo. Va avanti così da una vita, da quando avevo 17 anni.
      "Dubito" positivo? Non hai dimenticato il "dubito ergo sum" di Descartes, vedo. Non sono un minchione Cris, come certi politicanti nostrani che sanno tutto. Io so di non sapere niente, e lasciami parafrasare Socrate, anche se a riferircelo è Platone. Dubitare anche di se stessi è una dote che ho ereditato da mia madre, e me ne vanto. Questo non vuol dire certo mattersi a sedere sui propri talloni sulla riva del Reno ed aspettare che passi il cadavere del cavallo rosso. Tra l'altro cadrei male perché il Reno è un fiume pulitissimo, è svizzero, capirai.
      Tuttaltro: dubitare significa riflettere "far lavorare la mente", per rialzarmi e sentirmi in gran forma.
      VIN

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  4. Mi lasci a bocca aperta, ma non ti credo. Tu sei ansiti e palpiti. L'apnea non credo ti appartenga.

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  5. Ti ringrazio della stima, Massimiliano, e della bellissima definizione che dai di me "tu sei ansiti e palpiti".
    Hai ragione, ma io sento la presenza, qualche volta benefica qualche altra ossessiva, di un alter ego prepotente che si comporta proprio come me nella poesia di cui parliamo. Lo tengo a bada, ma rispunta sempre come un foruncoletto bizzoso e scassapalle.

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  6. Conosco bene questo sottovuoto di cui parli, l'apparente quiete dove in realtà si nasconde un animo combattivo e ribelle, uno spirito incandescente come la lava del vulcano che ribolle.
    Eppure dai tuoi scritti si evince che non sei una persona che si lascia soffocare da questa apparente quiete imposta: tu sei il temporale che esplode all'improvviso, il vento che agita le acque del mare, l'uragano che tutto travolge e che nessuno riuscirà mai a far tacere.
    Un abbraccio,
    Ofelia

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    1. Da quanti anni mi conosci, Ofelia? Tutto giusto, tutto reale.
      La poesia è frutto di riflessioni, se vuoi di convincimenti e forse anche di uno sforzo notevole da parte mia di adeguarmi al cosiddetto vivere civile -che odio nella sua melensaggine- che sono costretto ad accettare, se non altro per convivere con Anna MAria e coi miei figli. Per questo ho seppellito -si fa per dire- la mia vera natura, che è quella che tu hai così brillantemente descritto, in un angolo che conosco solamente io. Per questo ho creato i miei alter ego, più d'uno, perché tamponino l'uno con l'altro i danni che fanno. Ma uno è il mio preferito, l'amico a cui ricorro e che sempre mi sta accanto.
      Un abbraccio a te.
      Vincenzo

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