martedì 15 gennaio 2019

RIFLESSIONI SU UN PASSATO REMOTO


Dai miei paesi come baionette spuntavano
in fondo alle valli abeti di profumo ancora incerto
ogni primo mattino, spingendo le cime
oltre la nebbia, e scivolava il primo velo di luce
sui corrugati dorsi a porre gioia e colore innanzi
al giorno che le seguiva incuriosito.

Era il mito quotidiano mai perverso, sempre
proteso al sorriso, protettivo di fiducia, volenteroso
e curvo di promesse che il resto della giornata
avrebbe mantenuto. Invece quasi mai.

Illusorie, molto spesso strafottenti, volavano via
arricciando il naso corrucciate le ore intense
di luce e di colore, e subito la sera si riprendeva
quanto aveva promesso, beffando ogni speranza.

Ombre silenti si adagiano adesso
le une sulle altre: Campo dell'Oro, la collina
esposta sopra il mare come un balcone vivente,
il nostro uliveto degradante fino alle schiume
del mare, deluso abbandonavo,
e te, giovanissimo amore cui gioventù
e freschezza palpitavano insieme sulla tua fronte
acerba fino alle labbra socchiuse, tutto abbandonavo
quasi sessanta anni addietro, alitando
rabbia e sgomento con solo la voglia di
dimenticare in fretta e furia. E poi pensavo
di avervi dimenticati. E invece no.
Tornate ogni volta a brevi ondate secche sulla battigia e sempre più frequenti riconducete
al mio porto, che credevo sepolto, gli odori e le
immagini e i sapori e le parole che adesso come allora sono sussurri e speranze rinnovate,
rimaste appese agli spigoli di quei rami
miracolosamente ancora intatti.

Tornate ad esistere solamente voi;
tutto il resto ha inghiottito il silenzio.


29  dicembre  2018

*****











13 commenti:

  1. Wow. Passaggi di autentica bellezza. C'è un tempo nella vita in cui si addensano i ricordi. E i tuoi sono ancora così vividi.

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    1. Mi piace il tuo wow: uno squillo!
      Vero. Per quel che mi riguarda ricordo quasi perfettamente ciò che da tanto tempo è avvenuto, mentre invece dimentico avvenimenti recenti. Ma sono io che faccio classifiche, nelle quali il mio passato remoto fa sempre bella figura.

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  2. Appesi ai rami , alcuni con ghirlande di fiori di cui puoi ancora sentire il profumo. Altri un po' più amarognoli, ma mitigati dal tempo.
    Quali che siano i ricordi, non rinnego niente e i tuoi bellissimi versi me lo confermano.
    Cri

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    1. È così, Cris. Questi ricordi, a volta dolorosi a volta gioiosi, si rivelano sempre col passar degli anni indispensabili a rivelarti la fisionomia vera della tua esistenza. Non devi pensare, come tanti fanno, che il tempo mitighi tutto e lasci in sella solo le cose migliori che tu ricordi belle solamente perché appartengono agli anni migliori. No, la gioventù di allora non modifica la lente di ingrandimento lasciando filtrare solo cose belle e bellissime ed oscurando tutto ciò che è brutto come cosa superflua.
      Quegli anni -tanti- sono per ognuno di noi la piattaforma sprofondata nel nostro mondo dove noi costruimmo tutto. Guarda bene: non ci sono solo giornate gloriose, anche quelle che andavano a finire a schifio. Ma ci facevamo sopra due risate, le stesse che dovremmo fare adesso. Io ci riesco, ma tanti se ne vergognano perché sentono di non avere più il paravento dell'inesperienza.

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  3. Mi hai fatto tornare il magone.
    Per me quelle valli morbide sono il ricordo di un'infanzia che mi è stata portata via nel lampo di un minuto, una domenica sera.
    Eppure tornano tutte le volte, le immagini e gli odori che non potrò mai dimenticare.
    Perché noi, siamo quelli.
    Bacio.

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    1. Il tuo magone è il mio. Lo so sono cattivello a dissodare quei terreni che credi oramai solidificati e immobili. Non lo sono mai stati. Era la vits che col suo quotidiano salir scale e scenderle ti toglieva il tempo e la voglia di soffermarti a lungo sulle cose dolorose in cui si inciampava ad ogni passo. Ma c'era la speranza che i prossimi passi ne sarebbero stati privi, l'illusione -bellissima- che non poteva ce andarci bene alla fine. Riapri il cuore: tu sei sempre quella, convinciti. Nulla hai lasciato indietro della tua voglia di vivere. Per cui stanne certa, inciamperi ancora e ancora, ma rimarrai sempre in piedi. Questa consapevolezza conta e conta tanto.
      Bacione.

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    1. Più essenziale di così.
      Grazie del complimento, che mi onora, Sinforosa.

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  5. Stai acquisendo una vena poetica più malinconica. Sono come carezze fiere e coinvolgenti che si aggrappano all'alba della mia anima. Immagini sofferte, profonde, che respiri, vivi in prima persona e che lasciano in ognuno di noi profumi e sensazioni nitide, paradossalmente, personali anche se legate agli ambienti ed alla luce di cui scrivi.

    E quell'urlo , quasi un gemito finale disperato volto a richiamare quelle ombre silenti frutto di ricordi più forti, è drammaticamente poetico. Sei davvero un grandissimo.

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    1. Quando ricevi un commento come questo, di solito io mi domando se sia sincero. Il tuo lo è sempre a prescindere. Io li aspetto con ansia, sento la tua sincera ammirazione e mi commuovo.
      Hai colto nel segno -ma sei monotono, entri sempre per la strada principale ( :-))) )-In questo, come in altri momenti recenti, c'è una vena di malinconia in ciò che mi viene su dall'anima. Resto ad ascoltare e ne trascrivo le parole che sento distintamente.
      Un grazie a te, amico mio, grande come un palazzo.

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  6. Bellissima, tridimensionale direi, perché ha colori, profumi e sapori e nulla di quel che citi, nessuna emozione, è distante dall'oggi

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    1. Mi garba il tridimensionale, veramente bello. Mi fa tanto piacere che tu, leggendo, abbia annusato, assaggiato e veduto esattamente quello cui io alludevo, e che nessuna delle emozioni che ho messo in vetrina sia altro da una cosa d'oggi e non ripiegata e relegata dentro uno dei vecchi armadi stipati nella mia fantasia.

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  7. Salve
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