giovedì 31 gennaio 2019

NEVE RIARSA


Strana questa neve riarsa e sbigottita
che dal castagno enorme davanti
alla finestra del mio studio mi si sbricciola
sul balcone ghiacciato in fragili scaglie
come ripudiata dalla maestosa pianta,
dal mio vitreo respiro allucinata,
e in grappoli solerti a me legati
quasi volessero depredarmi del calore
del sangue mio in cambio di un vezzoso
ghirigoro fatto in mio onore.
Non capitava più da queste parti,
inverni scarni, depredati dell'unica cosa viva
e verace che un tempo possedevano
in abbondanza. L'impressione di esser morto
prima del tempo prescritto e prestabilito
e di correre adesso a ritroso al momento
dell'inizio del viaggio nuovo.
Ma è solo un sogno intorpidito dal freddo
dove i ricordi mi tradiscono prima di iniziare
a respirare la vita nuova.


12  gennaio  2019


*****

12 commenti:

  1. La neve possiede sempre quel certo magico potere, quasi fosse una macchina del tempo ed insieme una coperta che preme ed impedisce il proseguo della vita. Io ci sono cresciuta, un tempo la amavo, durante l'adolescenza in Aspromonte. Ora, quando ne imperversa un'avvisaglia, mi si ferma la circolazione: Roma teme la neve come un tizio costretto a pattinare sul ghiaccio con i mocassini.

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    1. Capisco, perché neanche io la amo e non mi ci sono mai abituato, eppure a Francoforte avevamo inverni gelidi e tutte le mattine dovevo grattare ghiaccio dai vetri della mia macchina, così presi in affitto un box in un grande garage, da dove ogni mattina tiravo fuori una machina decente.
      A Roma morivo dalle risate quando vedevo mettere le catene per meno di 10 centimetri. Io abitavo in via Torino, angolo via Nazionale. Ho imparato a guidare sulla neve a Udine, da militare. All'inizio sbattevo da ogni parte ca con la Campagnola te ne fregavi perché non si ammaccava mai. Facile imparare così.
      Stamattina sembrava tanta, ma adesso già scompare. Che delusione sta neve asfittica.

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    2. Sai che ieri mattina ho avuto una rivelazione! A proposito di grattare il ghiaccio... Allora, esco coi bambini per portarli a scuola, in tutta la mia intelligenza, so pure laureata, porca vacca!: vetri della macchina ghiacciatissimi! Impreco, cavolaccio di un cavolo, non mi so portata manco una bottiglietta d'acqua. Dico a mia figlia: Vitto, mamma ti può rubare l'acquetta per l'asilo? Quella frigna, ho una bambina che pare sempre sul bordo della fine del mondo. A-rimpreco, mo come faccio in pochi minuti a rendere la macchina agibile... Mannaggia all'inverno, mannaggia al ghiaccio, mannaggia... Passa la mia vicina di casa, nigeriana, neppure guida, va con l'autobus, lei. Tira fuori la tessera del supermercato e TZAC TZAC TZAC... mi gratta via tutto il ghiaccio in un batter...
      Vedi, dice, viene via subito, tu capito come devi fare?
      E ho capito sì, grazie grazie grazie grazie... Ma dove hai imparato?
      Eh, io stata in strada, io visto...
      Embè, sei una grande! E sei pure generosa: da oggi in poi ti amo per sempre...

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    3. Senti questa e guarda che non ci vuole la laurea, o meglio non basta per fare sciocchezze. Successo di recente. Lascio la machin alla sera nel suo box e me ne vado a casa. Durante la notte viene giù una gelata da urlo; il termometro arriva a -14°.Al mattino alle sei e mezzo metto in moto di fretta perché ho appena mezzora e troverò di sicuro gran traffico. Va subito in moto. Cerco di spostarmi e la sento quasi incollata al suolo. Molto faticosamente riesco a camminare. Non mi passa nemmeno per la testa pensare che la sera prima -contravvenendo a trenta e passa anni di abitudini di guida- io potessi aver applicato il freno a mano, perché uso solamente la leva del campo installata, basta e avanza. Dopo circa tre chilometri, dopo aver raggiunto i 50 orari si scioglie per l'attrito il ghiaccio che attanaglia il freno a mano, che finalmente lascia libere l ruote di girare. Non so se tu saappia qello che cpita in quel caso: la machina una volta libera fa un salto nome una rana. Pensa che stavo in una colonna molto stretta, paraurti a paraurti, con pochissimo spazio tra la mia machina e quella di fronte a me. Ho preso uno spavento che mi ha svegliato del tutto. Altro che laurea!

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  2. Uau questa è sublime. Non ti nascondo che ho gli occhi lucidi. Stupenda!!!

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  3. Mi compiaccio e ti ringrazio per il tuo entusiasmo.

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  4. Straordinaria, la definirei, se me lo permetti, una poesia impressionista.

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    1. Hai ragione: l'ho riletta e guardata da angolazioni diverse dal mio punto di osservazione, o punto di creazione: in effetti si sente qualcosa di impressionistico. Sei stato bravo tu a rilevarlo e ad aiutarmi a farmelo trovare.

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  5. Vedo la neve che si disfa, le scaglie che arrivano fino a te.. vedo te incollato al vetro che la guardi e quasi le chiedi cosa vuole, cosa fa...
    Bellissima!

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    1. Bravissima Pat! Hai dipinto un bellisimo quadro.
      E così mi stai facendo concorrenza eh?
      E che brava!

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  6. Ho letto di gola, di erba e di pietra riarsa. Ma di neve mai.
    Immagine impressionante la neve che ci ruba la vita e ci toglie respiro. Io amo la neve, così non la riconosco. Eppure può essere malvagia e mortale.
    Grande poesia e grande autore.

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    1. Vedi che si può ancora imparare qualcosa alla TUA età?
      Ahahahahah
      Ho aperto la poesia con le parole che mi erano immediate salite in bocca quel mattino.
      Sí, può essere malvagia e mortale se ti illude di frescore.
      Il tuo finale lo conservo per me.

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