martedì 15 maggio 2018

MI FAI SAPERE

Mi fai sapere
cosa sarebbe se ti chiedessi
di liquefarti per una volta
dentro di me?
Se ti chiamassi a governare i giri
del mio motore saltabellante
da dentro le mie costole?
Sforare dall'interno i miei pensieri
che ancora nemmeno conosco,
approfittando che incomincio
a decrepitarmi di ora in ora
in una sorta di liquido acido
nel quale accoglierei anche te?
Murati piedi e caviglie
fino alle ginocchia
in blocchi di acciaio fuso,
per poi lasciarsi affondare nel liquame
nero e molle che chiamano mare,
dove non potresti affogare
nemmeno volendo
e farla finita.
Capisci adesso cosa voglia dire
vivere eternamente da morto?
Respirare, sognare,
scrivere racconti, dipingere quadri,
magari anche sorridere
sempre da morto?


*****
Maximiliansau, 14 maggio 2018

*****

26 commenti:

  1. ALLEGRIA!!!
    Però sondare un po' quel tuo cervello affascinante , ma assai balzano, non mi dispiacerebbe.
    Cri

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    1. "Balzano" eh, Cristià?
      Facciamo uno scambio di sondaggi?
      VIN

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  2. "Capisci adesso cosa voglia dire
    vivere eternamente da morto?
    Respirare, sognare,
    scrivere racconti, dipingere quadri,
    magari anche sorridere
    sempre da morto?"

    Sì ci sono certi periodi in cui lo capisco perfettamente e nei quali io faccio anche fatica a sorridere. Da morto. Straordinaria poesia.

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    1. Tu, da poeta, metti subito il dito nel punto focale del discorso. Mi è capitato la settimana scorsa mentre guidavo da casa mia a Stoccarda di sentire di vivere come un vecchio morto. Una sensazione a fior di pelle, di un qualcosa che si muoveva dentro da chissà quanto tempo. Ho focalizzato l'immagine coservandola insieme ad un paio di frasi in un angolo della memoria. Ieri sera, poco prima della mezzanotte ho provato a realizzarla e quel che è venuto, come è venuto, l'ho trascritto stamattina.
      Sembra tutto semplice. In effetti io costruisco le mie poesie quasi tutte così.
      I tuoi commenti sono testi d'autore.

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  3. vivere non è mai puro esercizio fisiologico, e tu qui lo hai detto con intensità

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    1. Assolutamente corretta la tua interpretazione. Purtroppo per tanta gente vivere è solo un movimento a mantice dei polmoni. Così, finché dio vuole. Forse campano meglio, ma non mi interessa.

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  4. Io mi liquifarei in chi amo. Asdokutamente sì.Non vi è cosa più profonda, intima e viscerale. Il senso estremo dell'amore.
    Perfettamente in linea con me.

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    1. Se non altro una bella notizia. Tante lo dicono a parole -anche tanti, quelli che si butterebbero sul fuoco, poi se gli passa accanto un cerino acceso strillano come capponi quando gli tiri le penne- ma tu lo hai detto così spontaneamente come chi, iniziato appena a leggere e trovata la parola giusta, iniziano a immaginare ed ad andare in fuga sull'Izoard. Questo è il senso della poesia, della pittura, dell'arte: smuovere i sentimenti più nascosti, che a volte ignoravi fossero in te.

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  5. Vivere da morto... vivere in apnea... la chiamano vita ma forse è solo un facsimile.
    Tu comunque, al di là delle sensazioni, sei tutt'altro che morto. La tua grinta ti tira fuori sentimenti profondi e ce li sai regalare magnificamente.

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    1. Esistono due realtà parallele che convivono in ciascuno di noi: una biologica, che è ciò che chiamiamo vita quotidiana, ed una realtà interna, che conosci e puoi apprezzare soltanto tu che ci cresci insieme. Stavo parlando di quella e nei suoi misteriosi aspetti, che ti illude e delude e spesso ti inganna.
      Fisiologicamente in questi ultimi mesi ho ritrovato la grinta che credevo perduta lungo gli scalini del tempo. Questo mi ha rinforzato al punto di credere che non lascerò questo mondo senza combattere ferocemente.
      Grazie per la fiducia, Pat.

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  6. Sai che leggendo mi è venuto in mente Neruda? Non tanto per lo stile lirico, piuttosto per la carnalità dell'emozione che suscita. Ti cito un passaggio di "corpo di donna" :"... corpo di Donna mia, persistere nella tua grazia..." Dove il persistere è il desiderio di rimanere avvinghiato quasi inglobato dal corpo della propria donna, entrarne a far parte. Boh, così ho vissuto quello che hai scritto, un desiderio e un amore che si fa carne, ossa, biologia molecolare.

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    1. Mi fai un paragone che mi spaventa e mi inorgoglisce insieme. Non è un impegno da poco sollecitare similitudini simili, ma fa tremare le vene e i polsi.
      C'è un passaggio che ritengo straordinario in questa meravigliosa poesia carnale, là dove scrive:
      "sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli,
      e in me la notte entrava con la sua invasione possente."
      Sono sempre stato convinto che avrei potuto scriverli io, se non lo avesse fatto Neruda.
      Grazie delle tue elevatissime parole e di avermi riportato accanto a uno dei miei miti, Massimiliano.

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    2. Sono contento,perché Neruda e Yeats sono da anni dietro la testata del mio letto pronti a essere sfogliati in ogni momento.

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    3. Neruda, Ungaretti, Montale e l'immortale Foscolo dei Sepolcri. Caravaggio, Van Gogh, Picasso, Modigliani i miei pittori. Un autentico paradiso.

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    4. "Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta,
      e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro
      e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo
      che avevano un tempo i tuoi occhi, e la loro ombra profonda." Questa mi ripasso sempre, mano a mano che invecchio, e produce lo stesso effetto di commozione da quando ho venti anni...

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    5. "In molti amarono i tuoi attimi di felice grazia,
      e amarono la tua bellezza con amore falso o vero,
      ma un uomo solo amò la tua anima pellegrina
      e amo le pene del viso tuo che incessante mutava.
      Piegati ora accanto all'ardente griglia el camino
      e sussurra, con qualche tristezza, come l'amore scomparve
      e vagò alto sopra le montagne,
      e nascose il suo viso in uno sciame di stelle."
      W.B.Yeats
      Basterebbe questo ultimo verso per definire questo grande poeta, e capire il motivo per cui ti commuovevi così tanto allora e ancora adesso. Romanticismo, certo.
      Lirico lo accetto volentieri, ma romantico non credo proprio di essere. E la tua definizione del primo tuo commento di oggi lo conferma.
      Comunque l'accostamento con Yeats mi lusinga.

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  7. Prima o poi tutti ci si deve confrontare con la nostra più nascosta profondità, è allora che si è davvero vivi. Bei versi, complimenti.
    sinforosa

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    1. Mi ci confronto sempre, assai critico nei miei confronti, cosa di cui mi onoro. Spero che dopo morto nessuno debba ricordarsi -c'è ancora tempo, per cui vigilo attento- di avermi sentito dire di essere un grande pittore o un gran poeta, o un gran qualsiasi cosa. Quei ragionamenti appartengono agli smerdatori di se stessi professionali.
      Grazie Sinforosa della tua attenzione.

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  8. come lettura serale piuttosto sficante
    La vita è bella e bello pensare e vivere in positivo
    certo che leggendoti viene i brividi per la mancanza di amore
    amore non condiviso?
    é successo anche a me ma mai persa la speranza di avere anch'io un po' di felicità

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    1. Ti do il benvenuto nel mio blog, che è aperto a tutti, anche a quelli cui viene il mal di pancia leggendomi.Non so dove tu abbia letto tutta sta mancanza di amore.
      Non condiviso? Direi proprio che ti sia afflosciata una gomma.
      Non sta a me fare prediche sulla vita. Io la piglio come viene, con una certa arroganza.
      Mi spiace se i miei testi possano apparire "sficanti", sopratutto se letti di sera.
      Una cosa trovo positivo del tuo commento: che a te la mia poesia NON sia piaciuta. Mi avrebbe dato fastidio il contrario. Tranquillo, non sei il bastian contrario di cui avessi bisogno per fare una classifica: è solo che mi sta sul cazzo il modo professorale con cui ti sei presentato.
      Ti auguro che la tua speranza di felicità venga esaudita.

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  9. Leggere i tuoi versi, Vincenzo, è sempre lasciarsi sferzare da forti sentimenti contrastanti. E' come ritrovarsi davanti ad una tela dai colori forti e dalle surreali eppure nitidi immagini che ti provocano un guazzabuglio di altrettanti forti emozioni. E' viscerale, il tuo fare poesia, così come la poesia dovrebbe sempre essere. E credo sia anche catartico, perché si può parlare così emozionalmente della morte da vivi solo quando si sta veramente vivendo e con tutti i crismi...

    Io ADORO il tuo fare poesia

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    1. Cavolozzo fritto, Irene: detto magistralmente ciò che mi potevo solo sognare qualcuno mi dicesse. Sferzate di sentimenti contrastanti, tavolozza di colori primari e secondari mescolati direttamente sulla tela, dove immagini surreali o crudelmente realistiche tentano di sopraffarsi più che incastonarsi. Grazie. Se me lo fossi scritto da solo non avrei potuto trovare parole migliori.
      Sei una lettrice raffinata.

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    2. E tu sei un Poeta di gran talento, Vincenzo, spero tu ne sia consapevole.
      Un abbraccio grande grande

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    3. Comincio a crederci davvero al talento. Sto cercando di spremere qualcosa di più, devo convincermi senza esaltarmi troppo. Fortuna che non sono né modesto né immodesto, ma rimango un metro sotto il cielo piuttosto che ritenermi tre metri sopra.

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  10. Uhm, scusa eh se trovo questa poesia triste e dura. Mi è piaciuto il liquefarsi e la disperazione di chi "sconta la morte vivendo". Per fare un ulteriore paragone con un grande poeta.
    Poi, lo sai, sono una da pochi complimenti.
    Ciao.

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    1. Di cosa scusarti dovrei? È triste e dura.
      Mi hai colpito al cuore: lessi "Porto sepolto" da giovane liceale e mi sembrò molto ermetico, molto tutto.
      I tuoi complimenti sono pochi e diafani, per questo mi piacciono, proprio per questo e per il tuo saper parlare chiaro, attraversi i denti Mariella.
      Ciao.

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