lunedì 10 luglio 2017
IL FARO
Arrampicarsi fino ai piedi del faro,
trascurando la comoda strada asfaltata,
attraversando vigneti in pendio,
scavalcando muretti a secco
nell'arida luce dell'alba,
su su fino ai grandi lastroni di travertino
e lì sopra sedersi nell'unico posto
dove vorrei venire seppellito
sotto uno scoglio grande rubato al Tirreno.
Questo è il posto migliore, il balcone
più limpido dove affacciarsi per vedere il mare,
mentre giù in basso, sotto di me,
come un pavimento levigato
si distende la mia città
con le terrazze piene di lenzuola
e tovaglie fresche di bucato
che si asciugano al sole e al soffio marino del vento.
È solamente un sogno, intendiamoci,
un desiderio infantile, una preghiera
che riemerge pian piano adesso che il respiro
mi si fa corto per salire due rampe di scale:
illudermi di scalare una collina impervia
appaga il mio orgoglio mai sopito,
e mi bagna dei momenti magici
della mia vita più acerba e spensierata.
***
Maximiliansau 7 luglio 2017
***
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Bellissima.
RispondiEliminasinforosa
Sì, questa è piaciuta tanto anche a me. Come si dice...venuta giù dar côre tuttanbotto...c'è tutta la nostalgia per una città, che così com'era non la vedrò mai più.
RispondiEliminaBella e piena di un forte sentimento di appartenenza.
RispondiEliminaMa, sai, carissimo: "nostalgia per una città, che così com'era non la vedrò mai più" è un'esperienza comune, perché purtroppo niente somiglia più a com'era.
Però c'è un luogo che nessuno può rovinare o strapparci: è la città di dentro e la tua città di mare, per come tu la vivi nei tuoi versi, è davvero tua, per sempre.
Un abbraccio, caro compagno di nefandezze sul web, compiute ai danni di cuori e menti limpidissime, ché manco un vetro po' esse più lucido e trasparente...capisc'ammé!
;-))
So, ich dich umarme, detto in tedesco, come facciamo spesso noi due, contravvenendo alle regole di altrui-buona-creanza.
Ridi!
S.
Esatto. La "mia città di mare" è rimasta intatta dentro di me. Nemmeno le bombe americane l'hanno minimamente cambiata, nemmeno le generazioni dopo la mia sono riusciti a mutarla. La riconosco nei vicoli della città vecchia, quel che resta del vecchio porto del Papa, gli archi e gli scalini di travertino consumato dal tempo e dai talloni di coloro che allora lavoravano a piedi scalzi, ed erano proprio tanti.
RispondiEliminaSono curiosissimo di apprendere le nefandezze di cui parli....
Also, ich umarme dich auch und...capisc'ammé...je m'an fiche de la politesse, ma cherie.
Ich lache schon.
E.
Ho iniziato da poco a leggere un libro molto particolare, che mi ha fatto pensare a te e a questo post: si intitola "La città interiore", di Mauro Covacich.
EliminaE' la storia di una città. guardacaso di mare, Trieste, snocciolata attraverso i ricordi di un padre, del suo bambino(poi padre) e di suo nipote, partendo dall'infanzia e fino alla maturità, una generazione dietro l'altra.
Parte dal 1945, anno di guerra e di sconquassi, e ha come sfondo una città, sempre la stessa, Trieste, che da città comune alle tre generazioni narrate nel libro, si fa "sfondo interiore" della narrazione e "palcoscenico d'anima" delle anime dei tre protagonisti...e, te lo assicuro, non è un gioco di parole.
L'ho appena iniziato, ma mi sembra assolutamente meritevole di una lettura lenta e profonda.
Forse, una delle chiavi di di questo libro, oltre la principale, (cioè il legame tra gli uomini e la terra di provenienza), è la riconciliazione delle generazioni attraverso i passaggi da una condizione all'altra, dalla condizione di bambino a quella di adulto, da padre a figlio. E' edito da Teseo.
Il titolo te la dice lunga sul legame con l'argomento di questo post.
Tschüssi e a-ri-Tschüssi!
Riesco ad immaginarmelo. Il titolo infatti la dice lunga sul contenuto. Comincio a pensare che certi legami nascano più spontanei nelle città di mare che altrove, forse perché una città interna, montagnarda o comunque chiusa ai venti ed alle genti che arrivano e partono via mare, mantiene più silenzi che voci interne. È una mia impressione, ma articoli, racconti e libri di gente triestina, genovese, veneziana, livornese, barese e napoletana scandagliano l'anima dell'autore e dei suoi personaggi con maggior violenza e accanimento. In fondo nei tempi antichi erano le città marinare le più evolute e à la page. Non c'erano giornali, radio, Tv e internet, ma la civiltà derivava dai contatti più frequenti con le genti del mondo.
EliminaTschüß
Senso di appartenenza ad un luogo preciso.
RispondiEliminaLa città come la gioventù.
Un ricordo ormai.
Stupenda!
È una cosa stranissima: a Roma, a Ladispoli, a Tarquinia, ad Allumiere, a Santa Marinella cioè a pochissimi chilometri distante da Civitavecchia io sono avanti ai miei tempi, sto almeno dieci anni oltre. Poi arrivo a Borgo Odescalchi a sud oppure a Porta Tarquinia a Nord, entro in quell'atmosfera e il tempo retrocede di colpo di almeno 70 anni.
EliminaNon me ne frega niente se qualcuno pensasse che sono un provinciale, mi sta bene essere così, anche se non saprei come essere diverso.
Grazie, Pat.
Non ho luoghi di appartenenza, mi piace pensarmi cittadina del mondo, ma mi piacerebbe avere un punto di riferimento che mi bagnassee "dei momenti magici
RispondiEliminadella mia vita più acerba e spensierata..
Bei versi,indeed.
Cri
Anche i cittadini del mondo ad un certo punto, almeno con l'anima loro, tornano là dove tutto ebbe inizio, Cris.
EliminaLasciati portare al guinzaglio da Lilla, cioè il guinzaglio lo reggi tu, ma lasciati guidare da lei: vedrai che ti riporterà dove è nata lei.
Sarebbe bello no, se lei volesse spartire quei ricordi solo con te.
VIN
Di ricordi belli e preziosi ne ho assai, solo che sono sparsi qua e là, e ti assicuro che la via Medici del Vascello-Genova, è l'ultimo posto dove mi verrebbe in mente di andare.
RispondiEliminaSo anche che la mia Lilla , che mi ama, mai mi porterebbe nei luoghi dove l'hanno tenuta alla catena ed affameta fino ad avere le ossa sporgenti.
Penso che mi tirerebbe a forza su un preto a Lago Blu, difronte al Cervino, dove ha potuto manifestare tutta la sua gioia di vivere correndo come una gazzella pazza di gioia.
Cri
E io che ho detto? "Vedrai che ti riporterà dove è nata lei", ma lei è nata con te nel tuo ambiente, dove non c'erano catene e botte ma solo tanto amore. Vai con lei e starete bene entrambe. Non conosco via Medici del Vascello-Genova per cui non riesco a seguirti come vorrei, ma mi fido di te.
EliminaVIN
Delicate pennellate emotive in versi. Mi ha toccato molto questa tua poesia. I primi due blocchi di versi sono foto di luoghi della tua città scattate con l'intensità della tua anima e la parte finale una dolce carezza a te stesso, una carezza malinconica ma al tempo stesso serena.
RispondiEliminaDi solito centri con i tuoi commenti il senso delle mie poesie come nessun altro; questa volta invece....molto di più.
EliminaEro solo quella sera con la maliconia che mi faceva compagnia. Mi sono subito tornate alla mente certe giornate che stavano certamente fotografate a colori dentro di me, solo non le avevo più tirate fuori. La nostalgia ha preso il sopravvento e le parole son venute da sole. Poi alla fine ho trovato giusto avvertire che fosse solamente un sogno ad occhi aperti e mi sono dato quella "carezza malinconica ma al tempo stessa serena" di cui tu ti sei accorto.
Un sentito grazie.