domenica 7 gennaio 2018

RACCONTO MOLTO SEMPLICE


Per imperscrutabile volontà 
del mio destino sono venuto
a trovarmi sulla traiettoria
di due proiettili calibro nove
che forse non cercavano me. 

Qualcuno mi aveva soffiato
in pieno viso
qualcosa
di molto caldo;
mai avrei creduto che le pietre
del selciato fossero tanto
morbide
da poterci dormire
come sopra uno di quei cuscini
soffici e profumati
che prediligeva mia madre.

Chi mi aveva spinto a terra?
Perché scappavano le donne urlando
e perché gli uomini avevano
quell'aspetto attonito?

Soltanto uno,
mai visto prima, mi sta parlando
calmo, indifferente, 
uno che ne ha viste di tutti i colori,
uno che tanto ha dovuto subire,
mi sembra evidente.

Lo straniero mi dice che qualcuno
mi ha sparato in faccia
due volte, qualcuno che voleva
essere certo di uccidere,
qualcuno che doveva odiarmi molto,
dice che ho torto a sostenere di essere
di una terra lontana e che forse
si è trattato di uno sbaglio,
perché non si sbagliano due colpi vicini
centrati in mezzo agli occhi.
Lo straniero mi dice che adesso devo
sparargli due volte nella sua faccia,
oppure perdonare e dimenticare.
Ma sparargli non posso più, aggiunge,
perché oramai è lontano, mescolato alla
folla, intangibile e introvabile.
Dice lo straniero con voce calma
che devo perdonare e subito
dimenticare, perché non mi resta
altro da fare.

Lo straniero mi parla di sogni
diventati realtà, lo straniero
racconta cose incredibili
ma forse è il mio stato confuso
che non permette alle sue parole misteriose
di convincermi.

Il perdono è la sola vendetta in questo caso,
lui insiste, che insegue il killer
e lo sopravanza: si ferma in cima
alla strada che lui percorre veloce
e lo guarda senza parlare.
Così ogni volta per giorni, per mesi,
per anni, finché il killer, gettata la pistola,
si distenderà a terra con la faccia
rivolta al cielo e rimarrà immobile e muto;
e io se vorrò, solo se vorrò, mi sdraierò
accanto a lui in silenzio.

Forse quel giorno saremo entrambi liberi
di camminare
in una pianura priva di alberi,
che intrecciando i loro
rami impedivano al sole
di passare e a noi due di guardare il cielo,
rami che non
respingeranno più indietro
i nostri pensieri, e le parole che da ora in poi diremo
non rimbalzeranno più sulle nostre bocche
serrate e mute.


*****
Maximiliansau, 7 gennaio 2018

*****







28 commenti:

  1. Stile straordinario, è come leggere Carver ma in versi, quindi ancora più grande. E poi, questo straniero, come una parte di te che si estranea dal tuo corpo e con cui dialoghi. Una coscienza saggia, meno irruente, tesa forse al trascendente, sicuramente al perdono. Ed in quella pianura, una nuova vita. Straordinario capolavoro Vincenzo!

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    1. Quando leggo un tuo commento dovrei mettermi due cuscini dietro la schiena, perché tu non sei solamente competente al massimo, non pesi le parole una ad una dandole un valore immenso, ma hai la sensibilità di afferrare al volo i concetti espressi, anche quelli nascosti. Non poteva sfuggirti la presenza dell'alter ego in tutta la sua astratta solennità, "tesa forse al trascendente, sicuramente al perdono". Poi succede che ingiustamente si ricordino certi testi, certi post, poesie o racconti che siano ma ci si dimentichi di certi commenti come questo tuo, che è veramente straordinario e commovente. Grazie.

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  2. Concordo con Daniele, sei proprio bravo e ci vedo anch’io un anelito al divino, all’eternità, che tutti attende. Buona giornata.
    sinforosa

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    1. "un anelito al divino, all'eternità, che tutti attende". Sì, Sinforosa, l'hai toccata anche tu la parete umida e più nascosta dell'anima di questa poesia. Ma conosco la tua sensibilità, da tempo oramai. Grazie del tuo contributo.

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  3. Ieri sera mi era parso di aver lasciato un commento bho...

    Comunque ... Ieri avevo scritto:

    Che siamo tutti un po' kiler è un po' i seguitori di noi stessi e che certa volte diventa vitale stendersi su quel manto erboso e chiudere gli occhi per sempre... 😂 Scherzo .... Fare pace con i nostri molti noi.

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    1. Capita anche a me. Evidentemente hai dimenticato di cliccare l'invio del tuo commento.
      Accetto anche lo scherzo...ché tanto scherzo non è. Siamo in effetti tutti un po' killer di noi stessi e del nostro mondo; poi chi prima, chi dopo rinsaviamo in parte e allora ci inseguiamo, ci raggiungiamo e ci distendiamo col viso al cielo. Si tratta di fare pace non più solo con noi stessi -i tempi sono cambiati, beati i nostri nonni- ma anche con tutti i nostri "alter ego". Ti ringrazio, Anna.

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  4. Molto bella, e io mi accodo al commento di Anna: far pace con i molti noi rende più facile far pace con il resto del mondo, questo credo.

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    1. Vedo che il messaggio è passato; è stato capito. Io ho durato fatica alcuni anni fa -parecchi se ricordo bene- a capire che non ero mai solo in questo pezzetto di Universo, ma sempre in compagnia di almeno un paio di alter ego, che a volte pensavano e -ahi, ahi- agivano al posto mio. Mi ci sono talmente abituato che questi primari hanno figliato altri coloratissimi e ciarlieri, che a volte mi bombardano e che vorrei, si fa per dire, ogni tanto accoppare.
      Ma alla fine ho capito che sono le varie "parti di me,che si estraneano da mio corpo, con cui dialogo", come dice argutamente Daniele e le ho ampiamente accettate, anzi come si conviene ogni mattina alzandomi dal letto faccio l'appello e inizio la mia giornata facendo attenzione che non se la sia squagliata qualcuno, ma sono tutti lì. Grazie, Sabina.

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  5. questi sono versi che arrivano all'anima

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  6. E' come quando ci si specchia e non ci si riconosce e si prova diffidenza per quello/a sconosciuto/a.
    Hai colto perfettamente e magistralmente quello stato d'animo d'incertezza e di timore.
    Bravo Vin!
    Cri

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    1. Hai trovato un'immagine calzante e molto adatta al testo. Brava tu!
      Stato d'animo di incertezza e timore che si ha quando all'improvviso qualcuno fino allora sottovalutato ti sta davanti. Poi -forse- scoprirai che c'è uno specchio davanti a te e che quel qualcuno sei tu, calzato e vestito.

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  7. Complimenti, sei tornato alla grande!
    Un racconto sul sé e sull'incertezza, molto profondo.
    Un saluto,
    Ofelia.

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  8. Sei come sempre molto acuta e perspicace, Ofelia. Grazie

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  9. Ciao Enzo.
    Io l'ho vista in maniera diversa. Non pensavo leggendola, ai molteplici noi.
    Pensavo a chi è con noi ed è un estraneo. Pronto a colpirci e a ferirci quando meno ce lo aspettiamo. Pronto a perdersi nella folla, con la scusa di aiutarci.
    Salvo non tornare mai.
    Evidentemente, leggendo i commenti, non ci ho capito nulla.

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    1. Scusa, aggiungo:
      io sono una scomoda, la voce fuori dal coro. Lo sai.

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  10. La bellezza di un testo poetico, in questo accumunabile ad una produzione di arti visive, è la possibilità infinita di interpretazioni individuali, tutte autentiche, corrisondenti ad una verità percettiva che è dentro di noi. Nei confronti di un brano musicale tu puoi provare più o meno piacere, addirettura non piacerti, ma il testo non cambia tonalità e nemmeno ritmo.
    Di fronte ad un quadro -non necessariamente di arte moderna o concettuale- tu avrai sensazioni dovute solamente dalla sollecitazione fatta alla tua sensibilità e cultura, assolutamente tutte valide tutte vere. Ho scritto sull'argomento, lo ricordo, che esponendo un paio di quadri in una galleria rimanendo nascosto in un angolo si può osservare l'effetto che fanno sui visitatori. Chi si ferma con sguardo beato, chi con la faccia schifata. Vanno benissimo tutti e due. Spesso quello con la faccia schifata torna indietro, perché ha ricevuto una sensazione negativa, appunto per questo assai forte e torna a guardare l'opera. A me è successo più di una volta. Nel caso di un testo poetico succede che tu legga e ti faccia un'idea istintiva, poi magari rileggi perché sei una persona controcorrente ma intelligente e vuoi sincerarti della veridicità della tua visione. Leggi altri commenti e rimani perplessa, come ad interrogare te stessa col tremendo quesito "sta a vedere che non ho capito un cavolozzo fritto?".
    Tranquilla. Sappi allora che mentre la scrivevo e mi sono trovato tra le mani questo misterioso interlocutore mi sono chiesto più volte chi cavolo potesse essere, se un alter ego -abitano da una vita dove sto io- oppure un angelo o un demone. Il dubbio mi è rimasto fino alla fine. In questi casi l'istinto mi dice che devo lasciare le cose come stanno senza intervenire alla deus ex machina.
    Per quanto riguarda la tua "giustificazione" guarda che tu non sei affatto scomoda. Sei una voce fuori dal coro -voce solista- ma per questo il tuo parere mi intriga sempre e lo apprezzo molto. Fortuna per me io non sono idiota e non sono vanesio, e mi piace da matti chi civilmente mi contrasta, qualche volta anche incivilmente, così mette in moto tutte le mie bassure. Non è il caso tuo, certamente, tu non scendi mai sotto il livello di guardia.

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    1. Mi è piaciuta molto.
      Sì, la poesia come l'emozione che ti regala un qualcosa di bello che non ti aspetti, è sicuramente molto personale. In quanto ad interpretazione o a sensazione.
      Ricordo che abbiamo già affrontato questo discorso in passato, mi pare parlassimo di Picasso. Io dicevo che non mi piacevano i suoi quadri, che non mi emozionavano e a volte mi disturbavano. E tu, mi spiegasti, in maniera memorabile la stessa equazione che hai riproposto oggi.
      E poi finimmo su Pollock, che entrambi adoriamo.
      E mi piace da matti "confrontarmi" con te. Che non è mai eccessivo, né da una parte né dall'altra perché ambedue, rispettiamo il pensiero dell'altro anche se a volte non lo condividiamo. Come è giusto che sia, visto che siamo due esseri "pensanti".
      Bacio amico mio.

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  11. Kafka ti applauderebbe.
    Può essere un noi stesso, un'ombra estranea, entrambi...
    Bravo, come sempre prendi la mira e fai centro.
    Baci!

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  12. Kafka? Non voglio nemmeno pensarci, troppo elevato il paragone.
    Sì, potreme essere "un noi stesso, Un ombra estranea, entrambi".È da quando che l'ho scritta che ci ragiono e per questa incertezza nel coagulare questo magma ho deciso -come rispondo al commento di Mariella- di lasciarla com'è, senza dettagliare la mia posizione. Grazie Fran.

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  13. SCUSATE. Sono scomparsi i Lettori fissi, i miei follover, cioè voi.
    Chi sa come diavolo fare per farli apparire?
    Sono scomparsi anche nel vecchio blog.
    GRAZIE COMUNQUE

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  14. Risposte
    1. Non mi dire! Tu senza parole?
      IN CRE DI BBBBBBBB ILE!
      Bisognerà riscrivere la Bibbia.
      Non te la prendere e grazie.

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    2. Ma che befanooooooo!!!!!
      Allora mi riprendo
      FA VO LO SO !!!!!!!!!!
      prrrrrrrrrrrrr

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    3. Mi congratulo vivamente con te per aver ritrovato la parola così in fretta. Era ruzzolata per terra e ci stavano giocando i tuoi gatti.
      Danke dir und tschüss.

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