giovedì 8 giugno 2017

UNA GIORNATA IN CUI PUOI RIFIATARE SENZA CHE TE LE ROMPANO


Sabato scorso, entrati per dare un occhiata ed eventualmente comprare qualcosa per noi visto l'arrivo della nuova stagione, nel reparto giovanissimi del C&A -non nel reparto bambini perché mia nipote Alessia è già adesso più alta di sua madre e dieci centimetri più del gemello Fabio- avevo immeditamente messo gli occhi su una camicetta "da donna" a fiori blu e un paio di calzoncini bianchi.
-Sono troppo grandi, guarda sono del 38. Dice subito Anna Maria.
Li prendo in mano, li allargo al giro vita e le mostro l'ovale ottenuto.
-Che occhi hai? Questo è il carenaggio del suo sedere.
-Ma a settembre fa dieci anni.
-E che vuol dire? Se cià sto culo.
Tentenna.
-Va bene. Li compro io e tengo il Kassebon, se non va bene li riporto indietro.
Lunedì mattina alle 08,30, puntuale come un missile nord-koreano sono a casa di mio figlio.
-Fai provare ad Alessia questa roba, dico a mia nuora.
Anna Maria ha già stampato in faccia quel sorriso che conosco io.
Entra Alessia ed i calzoncini le stanno come una seconda pelle.
Mi giro dall'altra parte con affettata nonchalance. E vabbé io sono fatto così: non mostro di godere di trionfi sugli imbelli e non mi piace vincere facile.
Dobbiamo dimenar le chiappe perché c'è da fare a fette oltre cinquecento metri per arrivare alla fermata del 5 che ci porterà al Rheinhafen. Marciamo in testa io, mio figlio e Fabio perché bisogna dare l'esempio a certi culi di piombo.
Un tram che non avevo mai preso, di quelli nuovi, ma io a Karlsruhe non prendo nemmeno quelli vecchi. La tramvia mi sta sulle palle forse da quando una bella ragazza ventenne qualche anno fa si è alzata per lasciarmi il posto.
Però corre sto tram come se il conducente avesse necessità fisiologiche impellenti. Infatti all'ultima fermata scende anche lui  per primo e subito sparisce. Avevo intuito giusto.
Attraversiamo una strada, camminiamo lungo un sentiero interno di un giardino certamente comunale, sempre pulitissimo come tutti i giardini di questo Land, e finalmente siamo all'imbarcadero. Di qui posso vedere da vicino sto battello fluviale, che ha un nome fantasiosissimo, come tutte le cose qui in questa fantasiosissima città: si chiama Karlsruhe. Certo certo, i tedeschi sono famosi nel mondo per la loro fantasia. 
Adesso però lo vedo per la prima volta da vicino; finora l'ho sempre visto da una delle due rive e mi sembrava piccolo e tozzo. Piccolo non è, tozzo sissignore e soprattutto brutto, ma proprio brutto, tanto che l'entusiasmo mi precipita dentro le mutande.
Scendo lungo la scaletta ed entro col magone 3.0.
E invece dentro è "na cosa granne". Bello è dir poco, sontuoso e molto moderno, sembra di stare in quei battelli americani che si fanno tutto il Mississipi. Manca solo la ruota laterale che batte col classico rumore, ma chi se ne frega. I tavoli sono ben sistemati e mio figlio ne ha prenotato uno da sei, che sono tutti avanti. Il nostro è proprio il primo con tutte le vetrate libere e praticamente noi siamo a cinque metri dall'asta che regge la bandiera del Baden Würrtemberg. Quella tedesca è a poppa; noi siamo a prua. 
Ma i bambocci già si sono letti tutto il menù delle colazioni: kleine Frühstück, medium Frühstück, große Frühstück. Io prendo un piccolo: due panini, burro, marmellata e caffé. Come me gli adulti. I marmocchi naturalmente due große Frühstück con tutto dentro e spazzolano tutto in quattro e quattrotto. Vedo che anche gli altri bambini nel mio raggio visivo sgranocchiano allegramente e penso che i gestori della barca lo sappiano molto bene chi è che produce guadagno in questo paese.
Intanto la nave è salpata, silenziosissima e scivola all'interno del porto avviandosi verso il Vater Rhein. Passiamo proprio dentro la Hafenindustriezone. Qui si produce la metà abbondante di tutte le schifezze che noi respiriamo durante l'anno. L'altra metà sta proprio vicino Maximiliansau, dove abitiamo Anna Maria ed io, ed è l'area industriale delle raffinerie della ESSO e della fabbrica dei camion Mercedes, la più grande del mondo, gloria, vanto e fonte di guadagno del Comune di Wörth am Rhein. Basta che soffi un po' di venticello o che qualcuno starnutisca un po' più forte e noi ci ingozziamo tutte le puzze e tutte le zozzerie di questa immensa Industriezone. Per entrare nel fiume il nostro glorioso natante fa una curva molto ampia e subito acquista velocità: se capiss andiamo con la corrente. Per chi non lo sapesse stiamo andando in discesa con un dislivello di tre millimetri, che è tantissimo per una massa di milioni di metri cubi d'acqua al minuto. Basta guardare come scappano all'indietro le due rive e come vanno veloci quei due cigni che ci stanno sfidando nella corsa: quello col collo più lungo è il maschio, dietro ad un paio di metri la femmina, una cigna musulmana, sempre dietro allo sposo. Caratteristica di questi animali -a parte la bellezza- è la fedeltà. Sono monogami. Si incontrano e non si lasciano più. Ogni due anni uno o due marmocchi. Li crescono e li educano perfettamente, poi di botto li mollano. Così dovrebbe essere anche per noi Umani: diciotto anni di totale attenzione, poi un calcio in culo e fora dai cojon, fatevi la vostra vita e la vostra esperienza.
Invece nada de nada. Noi, esseri conclamatamente superiori ed autonomamente pensanti, non siamo capaci di lasciar vivere i nostri figli, ma dobbiamo rompergli i coglioni ogni secondo momento e guai se non ti telefona almeno una volta al giorno e non ti viene a trovare almeno una volta alla settimana.
-Avevo da fare, mamma -sì, perché è sempre lei che si agita, tu uomo fai finta di essere superiore ed emancipato, tanto ci pensa lei a fare la piagnona- avevo proprio tanto lavoro, mamma.
-E non trovi due minuti per fare un colpo di telefono?
Lui lo troverebbe volentieri, ma sa che poi tu non lo molli prima di una mezzorata di domande inquietanti e di chiacchiere del ciufolo. Quello che succedeva a me con mia madre, perché mio figlio dovrebbe essere diverso da suo padre?
La mia una volta che io avevo aperto il contatto non mi mollava più e mi tempestava di domande, tipo: con chi esci alla sera? Ho conosciuta una ragazza...E chi è? Lavora accanto al mio ufficio....Sì ma chi sono i suoi genitori?....Genitori? Mamma io sto ancora ai preliminari....Vuoi dire che non sai nemmeno chi siano quelli che l'hanno educata?.....Ma certo, solo che non li frequento.... E perché mai? Ma perché adesso sto guardando se....Devi sapere da dove esce, da chi, poi potrai cominciare a cercare di capire bene lei. Una cosa per volta mamma, adesso stiamo cercando di capire se stiamo bene insieme....Insomma vi vedete di sera? Per forza, di giorno lavoriamo....E fino a che ora state insieme? Ma, di solito andiamo a ballare o al cinema....Non mi hai risposto. Fino a che ora? Beh, di solito alle undici....E dopo le undici non puoi chiamarmi al telefono? Ti costa tanta fatica?
A questo punto come potevi rispondere alla tua genitrice "mamma dopo le undici stiamo a letto a scopare, e non finisce così presto". No, non puoi. Allora riattacchi con una scusa qualsiasi maledicendo il momento che ti era venuta la voglia di chiamarla.
No, così non si fa, signori cari. Prendere esempio dai cigni che se ne fregano di quello che fanno i figli dopo: saranno cigni e cigne loro.
Come al solito, guardando cigni che non conoscevo, mi sono tornate a mente cose che non posso dimenticare.
Intanto il battello è passato sotto i due ponti abbinati di Wörth, quello della ferrovia e quello dell'autostrada. È la prima volta dopo trentotto anni -pensa un po'- che li vedo dal di sotto. Però: lastre d'acciaio e bulloni, una serie infinita. Da domani, scavalcando il ponte, ne avrò un maggior rispetto.
Una prima osservazione mi viene spontanea e ne faccio partecipe Anna Maria.
-Hai notato? Non ci sono cinquanta metri privi di alberi e di vegetazione su entrambe le rive. Proprio come in autostrada o in qualsiasi strada qui d'intorno. Le faccio osservare.
-Proprio come da noi. Qui tagliano gli alberi malati e per ognuno tagliato ne piantano almeno due.
-Non sono stupidi come da noi. Tanti alberi purificano l'aria con la fotosintesi clorofillica che abbiamo studiato al liceo; però purtroppo occupano tanto spazio utilizzabile per l'edilizia selvaggia. Per cui ci siamo capiti.
Già, ci siamo capiti. Comico è il fatto che la Germania è quasi tutta una pianura; qui la terra non si sbriciola ad ogni pisciata di cavallo, qui non ci sono terremoti. Da noi è più montagna che pianura, i terremoti ci stanno di casa, gli smottamenti non fanno oramai più notizia da prima pagina e nessuno impone a questi infami l'obbligo di non disboscare. Che poi fatta la legge  trovato l'inganno. In estate scoppiano dappertutto misteriosissimi incendi spontanei. È il gran caldo, dicono, ma nessuno verifica. Che strano sulle montagne impervie, sui lati scoscesi non scoppiano mai incendi, solo verso la pianura, dove l'asprezza della salita si attenua e diventa un declivio. Cazzarola, non ci avevo pensato.
Dopo circa un'ora passiamo sotto il ponte di Germersheim. È per una strada provinciale, la 39 mi pare; infatti è la metà esatta del primo. Oggi è festa in Germania, una festa religiosa, il lunedì delle Pentecoste. Nessuno lavora. Incontrati finora solo un paio di barconi per trasporto merci, che risalgono la corrente in direzione Basel in Svizzera. Vanno lentamente e con gran fatica. Vanno in salita. I famosi tre millimetri contro corrente.
Ancora un'ora e vediamo la chiesa di Spayer -Spira in italiano, forse il nome latino- la sua facciata romanica con le due torri campanarie. In macchina da casa mia andando non a rotta di collo ci si mette mezzora, ma vedi solo l'asfalto e i camion che superi, mentre con gli occhi incollati agli specchietti stai pronto a schizzare nella corsia di destra per lasciare passare la Mercedes, la BMW, la Porsche che ti aggredisce come se volesse inghiottirti e ti supera a 200 orari.
Puoi paragonarlo con la calma con cui traguardi attraverso le vetrate e osservi la natura che si è impossessata da secoli delle due sponde, i turisti sdraiati al sole, i pescatori che protendono le loro costose canne di carbonio untraflessibili e che importa se oggi non viene su niente, vuoi mettere una mattinata trascorsa chiacchierando con gli amici e tirando fuori dal frigo portatile una birra ghiacciata. Ma non ce la facciamo mancare nemmeno noi a bordo. Il servizio è impeccabile. Ci sono cameriere in continuo movimento. Se lasciassimo fare a loro staremmo continuamente ad azzannare cibo e deglutire bevande.
Ogni tanto ci si alza e si va sopracoperta, dove ci sono tantissimi tavolini oblunghi con panche di legno. Non c'è vento, il sole viene schermato da tende che vengono tirate quando il sole scotta forte. Quello che manca a me è il sapore salmastro che ha soltanto il mare. Quello di Civitavecchia, di Livorno, di Genova, di Napoli, di Bari, di Trieste. Tutti posti dove ho soggiornato. L'odore del mare, il vento di mare, la brezza come si chiama.
Ormeggiate nel porto di Spayer ci sono in quel momento due grandi battelli, il doppio del Karlsruhe, che fanno viaggi di una settimana. Ci sono infatti le cabine per dormire. Il percorso è da Basilea alla foce e ritorno. Ferma a Spayer, a Duisburg, Colonia e chissà dove ancora. Prezzi da 500 euro ai 750 colazione inclusa, naturalmente a testa. Cominciamo a farci un pensierino tutti quanti. Forse a settembre, alle prossime ferie scolastiche. Sarebbe bello questo anno che i gemelli fanno 10 anni. Si vedrà.
Io sono venuto in questa antichissima città una quantità di volte, sempre in macchina, sempre a visitare il Museo della scienza, la Chiesa iniziata a costruire nell'anno 1015, finita nel 1035, le strade del centro con l'arcivescovado e quell'atmosfera di antico che resta sospesa tra pietra e pietra.
Parcheggiavo la macchina ogni volta in un grandioso parcheggio all'aria aperta di fronte al Museo della scienza, dove sta, sospeso a 20 metri da terra un immenso DC8 della Luftansa, da visitare al suo interno. Non mi ero mai recato alla mia destra, attraversando i giardini, ma andavo sempre a sinistra verso la cattedrale. Scopro adesso che il porto fluviale si trova nemmeno cento metri dal parcheggio, sulla destra appunto. Ed è un percorso bellissimo in mezzo ad alberi di almeno 150 anni, curati con amore da personale specializzato, che sistema anche i prati ed i fiori. Non si vede un pezzo di carta, una cicca di sigaretta, uno straccio, un coriandolo in terra. Sembra di stare in chiesa, una chiesa immensa all'aperto. Lo strabello della Germania: la pulizia e l'ordine. E non c'è personale addetto alla pulizia o poliziotti a mettere multe ai trasgressori: tutti stanno attenti a non sporcare, compresi gli stranieri, e questo è fantastico per chi non è tedesco e non ha la cultura dell'ordine. Non come da noi dove si rispetta solo il privato e chi se ne frega del pubblico. Ma il pubblico siamo noi, quindi dobbiamo tenerlo ancora più lindo e bello.
Ce ne andiamo in chiesa a vedere la tomba dell'Imperatore Rodolfo, poi l'interno che è altissimo. Io resto seduto su un banco alla fine e che loro vadano a fare foto dappertutto.
Poi si va nella strada principale, che conosco a memoria e dove, in mezzo chilometro, trovi gelaterie italiane a gogò. Sembra che qui a Spayer i coni siano doppi, fatto sta che le porzioni sono enormi. Buono per Alessia e Fabio.
Non possiamo trattenerci tanto perché alle 16 in punto tedescamente si riparte. Alle 15,30 siamo al porto di fronte al Karlsruhe, ma non si può ancora entrare. Bello vedere 600 persone bivaccare in attesa dell'apertura del cancelletto. E nessuno butta sudiciume per terra, nemmeno noi e Fabio -udite, udite- raccoglie la cartina della caramella che gli è sfuggita di mano e se la mette in tasca.
Il ritorno inizia con il pranzo, cioè la cena.
Non costa assolutamente tanto, meno che in un ristorante. Noi uomini prendiamo vino da bere, Chianti. Ce n'è per tutti i gusti. Io colgo l'occasione per mangiare carne che non mangio quasi più: Wienerschnitzel con ampio contorno. Finisco col sorbetto al limone.
Poi andiamo di sopra a prendere aria e goderci il ritorno, che durerà il doppio dell'andata: quattro ore. Non c'è tristezza, siamo veramente soddisfatti.
Alle 20,05 teutonicamente precisissimo attracca con una manovra semplice. Qui non si usa applaudire come in aereo ma andrebbe fatto: non sbatte, ma appoggia il fianco dolcemente.
Di nuovo a casa di mio figlio, dopo esserci bevuto un eccellente caffè espresso, Federico accende la TV e mi fa rivedere la registrazione della finale della Champion's per rivedere solo alcune scene che SKY Deutschland ha mandato in onda e canale 5 invece no. Innanzitutto non dobbiamo ascoltare il commento italiano che è stato un parossistico schifo, con urla estreme ad ogni palla -pochissime- toccata da Higuain e gelido sentore di morte profonda ad ogni gol di CR7, due.
Ci rivediamo quasi tutto. Non capita spesso vedere strapazzare la Juventus. E alla fine le facce stravolte di Chiellini e Bonucci e quella stralunata di Allegri sono tre ciliegine sulla torta di una giornata di sole passata in allegria solare.







48 commenti:

  1. Ciao Vincenzo!
    Sentivo la caciara fin qui a casa mia eh, sei sempre il solito anche se a dirla tutta pure io non scherzo se mi pestano i piedi
    Hai avuto occhio e dubbi non ce n'erano, è raro che un uomo ci azzecchi a vista d'occhio
    Sull'ultima ciò da dì eh che sono giorni che la menate con la juventus!
    Ti lascio un esempio :
    Gli unici che possono permettersi di criticare i Beatles sono i Rolling Stones, mica i cugini di campagna!
    Bacione

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    1. Ciao Claudia, ben ritrovata. Hai sentito la cagnara da casa tua? E la peppa! Certo che lo so che non stai cheta se ti pestano un piedino, io nemmeno.
      Cosa vuoi, capita che un uomo ci azzecchi a colpo d'occhio. Siamo mica tutti caporali.
      A dire il vero mi sembrava che eravate voi a menarla co sto triplete che...vi è rimasto sul gozzo. Il problema è che se voi l'aveste fatto il nostro sarebbe stato di cartone, come quello scudetto della vostra vergogna che ancora calcolate e reclamate.
      Io non critico la GRANDE juventus. Ti faccio solo notare (non che noi non siamo mai stati in B, non che noi abbiamo solo noi fatto il triplete, queste sono minchiate) NOI non abbiamo mai tentato di infangare la memoria di un morto, che era la bandiera non solo nostra ma dell'intera Italia; un giocatore che mai fu espulso tanto era leale. Solo dirigenti di pezza come quelli juventini potevano attaccare un morto accusandolo di quel che mai avesse fatto.
      Ciao Claudia mi ha fatto tanto piacere ritrovarti.

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    2. Hahahahaha!
      Mi fai morire dalle risate, pensa che sei l'unico Interista a cui permetto (si fa per dire eh) di maltrattare la mia juve,poi sai l'invidia per una squadra fa dire cose senza senso, ognuno ha i propri scheletri nell'armadio!
      Anche a me fa piacere passare a trovarti, è sempre meraviglia leggerti

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    3. Diciamo che sei una delle poche juventine che frequento che non riempio di pernacchie, così siamo pari.
      La mia valutazione non è il becero odio di casta, odio che noi interisti non conoscevamo prima della campagna diffamatoria di certa gentaglia che sta al vertice della vostra società. Per noi la Juventus era solamente l'avversaria da battere sul campo, la numero uno, quella che se battevi dormivi da dio per tre settimane. Poi la vostra dirigenza ha tirato fuori il veleno, non lo scudetto di cartone credimi, ma il tentato smerdamento del nostro Uomo Simbolo. Questo noi non lo perdoneremo MAI PIÙ.
      Io riconosco alla dirigenza juventina un metodo che gli altri non hanno, la scaltrezza del venditore di auto usate, la capacità di ottenere dai propri atleti il rispetto del vostro stile; quello che nessuno sopporta è la supponenza di discendere direttamente da Dio, la puzza sotto il naso, il non accettare MAI una sconfitta del campo, il cercare aiuti manipolando una classe arbitrale sistematicamente corrotta, per poi accusare altri del proprio allegro vizietto. Qui mi fermo, perche la mia gentile interlocutrice è una donna e una mia amica, ma credimi potrei scriverci un trattato di almeno 500 pagine.
      Ciao Claudia, buona giornata.

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  2. Che carino!
    Sembra di vedere un video della vostra giornata, inframezzato dal botta e risposta tra madre e figlio, che è particolarmente gustoso.
    Ma mi devi permettere giusto un po' d'invidia, perché vivi in un Paese CIVILE.
    Ti dico questa: oggi, mentre aspettavo il bus a piazza Argentina, ho consultato il sito ATAC per vedere gli arrivi..beh, nonostante da quella fermata transitino parecchie linee, per molte di queste era comparsa la scritta "nessun autobus"...ecché? s'erano estinti?!?

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    1. Lo so: sto in un paese civile che ben conosci.
      L'ATAC è un bussolotto e mi dispiace dover ammettere che la Raggi non sa cosa significhi il termine priorità.
      Speriamo che impari in fretta.

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  3. Spaccato di vita, troppo bello. Buon pomeriggio.
    sinforosa

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    1. Sì mi sono ridivertito a scriverne, come se lo avessi rivissuto.

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  4. Peccato solo per quei missili nord koreani che ultimamente non sono affatto puntuali e neanche tanto precisi.. qualcuno prima o poi gli ricasca pure in testa a Kum Kam Kim... ahah

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    1. Franco, era detto proprio in quel senso. Noi ci capiamo.

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  5. Telecronaca degna di Nando Martellini. Ahahshdh

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    1. E perché non Nicolò Carosio o più recentemente Pizzul?
      Io sì che mi sarei divertito a fare il radio-telecronista! Sai che bello commentare le porcherie di un mondo che conosco assai bene nei suoi anfratti.
      Mi hai fatto un complimento Pat, mi hai fatto. Grazie.

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    2. Amorebello... Nicolò Carosio non lo ricordo. Pizzul sì, invece e mi piaeva pure tanto :)
      Ciaooooo

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    3. Ho dato una risposta multipla, alla Daniele Rockpoeta. Vai a leggere in fondo.
      Ciaoooo

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  6. Bellissimo tutto ciò che si vive assieme a chi conta per noi, per poi poter condividere, ti ricordi :::?
    Ho ricordi indelebili di viaggi con la figlia, il genero e poi le nipoti e sono sicura basterà una foto o una frase perche anche loro ricordino e rivivano con piacere, più che con inutile nostalgia.
    Mia figlia ha frequentato una scula di Costanza, quando imparava il tedesco e, andandola a trovare facemmo un paio di gite sul lago fra panorami suggestivi ove non si vedeva niente fuori posto, non come da noi che, lungo coste o percorsi in luoghi stupendi come la Sicilia o la Calabria o la Puglia, tutto è guastato da case abusive.
    Sono lieta per te che ti godi la tua progenie in modo tanto amichevole.
    Cri

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    1. Certo se paragoni il Bodensee col tuo bellissimo lago, finisce zero a uno per te, perché il panorama dei monti di "quel ramo del lago di Como" non ce l'ha nessuno e se lo dividono lombardi e svizzerotti. Ma se poi osservi lo stato di mantenimento delle sponde, della superficie dell'acqua e del fondo lacustre vince il Bodensee 4 a 0.
      Non sono solamente le case abusive -dicono i bene informati che quelle ancora da legittimare siano 70.000, mentre più di 200.000 sia il numero di quelle messe in regola arbitrariamente da amministrazioni locali mafiose- Per questa speculazione edilizia vengono sistematicamente arsi vivi boschi interi, che invece servirebbero a ben altro. E i nostri governicchi, centrali o locali, incassano bustarelle e giocano a mosca cieca. E intanto il mare si mangia terreno, la montagna frana e la speculazione edilizia di carattere mafioso-camorrista non si ferma.
      Viviamo ostaggi di uno Stato mafio-camorra-ndranghedano da ormai decenni e nessuno osa far niente, perché oramai la malavita organizzata abita a Roma.
      Io mi godo così la mia progenie, come ho scritto io e come hai notato tu, perché sono io così, ancora ragazzo e mi diverto a prendere in giro mio figlio che a 44 anni non ancora compiuti mi sta diventando un bacchettone.
      Non è più tardi di una settimana fa che io e Chicco -Federico, così chiamato dalle sorelle quando ancora non camminava e così rimasto per tutti anche oggi che è lungo due metri- stavamo insieme ad un torneo di calcio dove era impegnato Fabio. Ad una mia serie di osservazioni lui mi prega di non parlare a voce alta perché c'erano molti italiani. Non ricordo la mia risposta, ma la sua conclusione: "Papà, ma chi è il padre e chi il figlio tra me e te?"
      Mi sono sentito allegro e leggero come un passerotto.

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  7. Bellissimo post, spaccato di una tua giornata ed al contempo un post che ci fa conoscere meglio la Germania e come scorre la vita in quei luoghi in un sabato qualunque.

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    1. Verissimo Daniele. In questo periodo in cui finisce il tempo cattivissimo e ci si barcamena in una serie di giornate dove Herr Wetter non ha ancora preso una decisione tra caldo e freddino residuo, noi abbiamo una serie di appuntamenti da medici vari per controlli cui oramai siamo abituati.
      Se guardi la mia agenda i casi sono due: o ti viene la risarella o scappi via urlando. Io ci ho fatto l'abitudine e oramai conosco ogni angolino dove andare a parcheggiare, perché quello è il problema, dato che sti studi medici tutti in strade centralissime stanno.
      Staccare per una volta perché la combinazione giorno festivo= bambini non a scuola, figlio e nuora non lavorativi, io e moglie non impegnati a visite mediche rappresentava una ghiotta occasione da sfruttare. Non so a chi sia venuta l'idea del battello fluviale, ma è stata un'idea geniale. Lo rifaremo quando a settembre credo verrà a visitarci la nostra primogenita, con o senza marito. Appena ha visto le foto via whats app si è ufficialmente candidata. E questa volta andremo anche in Svizzera alla sorgente del Reno ed ale cascate dello stesso, ché sono anni che me lo riprometto e mai lo faccio. Ci sono stato per pura combinazione appena arrivato in Germania e mai più. Uno spettacolo unico. Vacci se ti dovesse capitare: cascate non così alte come lo Zambesi, non così larghe come il Niagara, però mai visto tanta acqua venir giù tra rocce e spuntoni di roccia in modo così fantastico, con un rumore che non ti assordisce ma ti culla come una sinfonia di Mozart.

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  8. Se avrò l'occasione lo farò e magari farò un passo a Maximiliansau:-))) sempre se quella deviazione sarà gradita...

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    1. Adesso è tornato. Ok! Ho usato il tuo metodo, che mi piace.

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  9. Bel racconto, Vincenzo, mi sono divertita tantissimo anche se non seguo il calcio.
    La tua capacità descrittiva è carica di ironia, sei un asso della tastiera!
    Un abbraccio, Franny

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    1. Questa tastiera dà i numeri. Direi di scusarla, è una mucca scema.

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  10. Mi si è bloccato il RISPONDI, che stranezza!
    Per PATRICIA:
    non potevi conoscere Nicolò Carosio, radiocronista. Non eri ancora nata.

    Per DANIELE:
    GRaditissima, figurati. Basta che avvisi prima.

    Per FRANCESCA:
    Grazie dei complimenti. Non seguire il calcio, sta diventando una porcata come tutto il resto. Noi tifosi incalliti lo riteniamo una religione. Ma per un neofita sarebbe un tormentone.
    Ciao. Un abbraccio.

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  11. Ma che bello questo post. Uno spaccato della tua vita di quelli che piacciono a me. Il racconto della giornata in battello è stato così lucido che mi è parso di essere lì con voi. Ma non ti vantare troppo delle tue intuizioni. Diciamo che con i pantaloni di tua nipote ti è andata di "culo" e basta dai... di sport posso solo aggiungere che quest'anno mi ha fatto più godere il Benevento, squadra della mia città, che ieri con una grande partita si è aggiudicata i play off e arriva in serie A Per la prima volta nella sua storia. Dopo un campionato entusiasmante. L'Inter invece, come di consueto mi ha solo deluso. E l'anno prossimo la vedo anche peggio. Abbraccio.

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    1. Bel rientro ragazza, bello proprio. Tu ti sei divertita a leggerlo io a scriverlo.
      Quanto al culo faccio un distinguo: anche se comincio a misurarmi su Matusalemme, mai, ripeto, MAI sbagliai in vita mia le misure di un culo femminile. Qui si tratta di una creatura, sangue del mio sangue che conosco da quando è nata, d'accordo, ma sempre donna sta diventando anche se ragiona e si comporta come una bambina, e tale è a nove anni e nove mesi. Però già incomincia ad indossare le scarpe col tacco della madre e a far uso -in casa- dei suoi cosmetici.
      Per quanto riguarda l'Inter è andata malissimo ma non sarei così neroveggente per il futuro. A me è bastata una serata da sogno l'ultimo sabato quando ho assistito alla demolizione della immensa squadra dei ladri che il triplete se lo sognerà ancora a lungo. Vedere 160 milioni fare schifo in campo (83 il gordo, 45 l bella statuina, 32 Pjanic) è stata tale soddisfazione che mi ha ricompensato -in parte- della nostra annata da dimenticare.
      Tanti, ma proprio tanti auguri al Benevento che arriva in serie A dopo una corsa di 88 anni. Vi auguro di salvarvi.
      Hai visto chi ha fatto il gol? Puskas, glielo abbiamo prestato noi. Anche buono quello li.
      Ciao Mariè.

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  12. Oh belin.
    Mi esprimo in lingua zeneize, perdonami Vincenzo. Sono andato a leggere una tua eventuale risposta al mio commento sull'altro post, mammamia...
    Vabbè, parliamo di cose serie, mi sono gustato tutto il tuo racconto, narratore nato Il Vincenzo. Bello.

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    1. Certo che voi genovesi siete proprio grandiosi, belan! Questo me lo diceva un mio amico genovese DOC sotto le armi e a me che gli ribattevo belin, mi contraddiceva sostenendo che quello lo dicevan tutti, ma belan...dai è un'altra cosa.
      Dunque tu sei andato a leggere una mia "eventuale" risposta ad un commento mai partito in un altro blog!!! Ma nemmeno se lo facevi apposta riuscivi a farmi correre a fare pipì dalle gran risate.
      Mi fa piacere che sia stato di tuo gusto il mio raccontino.
      Ciao Massimiliano....ma che bel nome che hai, felicitazioni ai tuoi genitori.

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    2. Hahahaha NON ci sei cascato, dai, un po' di menaggio per stemperare. No, in effetti ho letto della tua diatriba con un commentatore improvvido. Hai molta, molta pazienza.
      Per inciso, belin ha circa mille declinazioni che si adattano a ogni circostanza. Ha perso da tanto il significato etimologico.
      Un salutone, non farti il sangue amaro.

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    3. Però è vero che ho commentato nell'altro post, e mi hai pure risposto, mou belin, dopo è arrivato il commentatore ermetico. Dovessi dirti ha partecipato, con un altro nome ma lo stile è lo stesso, disturbando i commenti di un post dedicato da una cara amica alla recensione del mio romanzo.

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    4. A dire il vero non è che l'avevo capito subito lo scherzo, perché io ne ho combinate anche di peggio. Comunque lo hai arganizzato per benino. E già voi genovesi non sprecate una parola.
      Quindi hai commentato un altro post e io ti ho risposto. Mamma li turchi! Poi è arrivato ciccio bello, infngatore ermetico. Tu dici che sono molto paziente....io me lo sarei inchiappettato volentieri, ma la decenza, sai me l'hanno insegnata i miei genitori e ci tengo a non far fare loro una figura barbina.
      Fregatene, è un poveraccio.
      Vedi gente come te e come me ci mette la faccia, il nome e il cognome. Uno pseudonimo ci può stare si intende, ma usarlo per nascondersi no, fa schifo.
      Buona domenica Massimiliano.

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    5. Sì, fanno abbastanza schifo i digitatori anonimi che si divertono a colpire.
      Per il resto, scherzi a parte, ero andato a verificare una tua eventuale risposta proprio sul post incriminato, da lì ho visto/letto della marea di boiate di quel personaggio. Ti lascio il link sul menaggio che ho subito io dimmi se lo stile di questo angelo non è lo stesso: http://diariodiunadonnasenzaimportanza.blogspot.it/2016/08/joshua-vs-joshua-lesordio-di.html

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  13. Solo un cretino coassiale come lui può scrivere (scrivere? berciare)simili trombonate. Chissà come si ritiene ditto e superior lui di tutti gli altri.
    Defecalo, non merita altro.
    Adesso però mi venne voglia di leggerlo sto Joshua riccardiano.
    Due dati ti chiedo: Editore e numero ISBN.
    Ciao.

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    1. Ueilà, io ti ringrazio. Però, facciamo una cosa, prima di sprecare soldi leggiti qualche recensione, qui ne trovi parecchie: http://massimilianoriccardi.blogspot.it/p/joshua-recensioni-e-vetrine.html

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    2. Leggerò le recensioni, ma di solito io leggo i libri, poi eventualmente le recensioni. Sulla mia vecchia pelle arruginita è capitato di tutto ed io diffido in genere dei recensori. Un libro non sono mai soldi sprecati. Se non altro mi servirà per conoscerti meglio.
      Allora? Sta casa editrice e sto ISBN? :)

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    3. Ok, belin, speriamo in bene, non voglio deluderti. Casa editrice edizioni cinquemarzo isbn 978-8869700316

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  14. Resisti,Vincenzo, ispirati al motto "trascura ed oscura"...suona bene, no? L'ho coniato ora!

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  15. "Trascura ed oscura". Inoppugnabile. Carino e pure figo.
    In tedesco verrebbe un po' troppo ridondante e poco orecchiabile, almeno per certi tipacci: "vernachlässigen und verdunkeln". No, molto migliore il tuo. Te lo quoto e te lo voto.

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  16. Il racconto è dettagliato e mai noioso, sembra di "viaggiare" con voi. Passi, anzi includi così tante cose, considerazioni, pensieri, emozioni che...sì, rendi tutto perfettamente tangibile! Fresco come una boccata d'aria buona...eccezion fatta per il finale, eheheheheh non me ne volere :) da ragazza ero juventina, ma questo non c'entra, semplicemente preferivo vincesse una squadra italiana...capisco però che certe rivalità non sono di natura sportiva. Chiusa parentesi, torniamo alla bellezza del tuo racconto che mi piace di più:)
    Naturalmente mi sono soffermata su diverse cose ma una in particolar modo ...quando parli della salinità mancante nell'acqua dei fiumi, dei laghi...giusto qualche giorno fa, parlando con mia figlia, dicevamo che per gente come noi, nata e vissuta praticamemte in riva al mare, in una città interna avremmo bisogno almeno di un fiume, di um lago...ma giustamente non è la stessa cosa, e a sentirti ho la conferma che il mare lo ami per tutta la vita, forse in qualche modo fa parte di noi. Da siciliana penso che vorrei almeno un fiume o un lago vicino, anche se non è la stessa cosa. Verissimo.

    P.s.: tifo Palermo :)

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    1. Bello leggerti, perché non capiti spesso ma quando arrivi lasci il segno. Segno di buon sangue. Mi compiaccio che tu abbia letto volentieri sto racconto, io mi sono divertito a scriverlo, d'altronde scrivo solo se mi diverto.
      Argomento mare. È insostituibile. Non dirlo ai montagnardi che non lo capirebbero come "noi" non comprendiamo il famoso silenzio della montagna. E come potremmo? Il mare non tace mai. Chi è nato in riva al mare aperto, come me e te sente nelle narici fin da piccolo il salmastro, senti sulla pelle il vento che è diverso dagli altri, più intenso, provocatore, ti fruga nell'anima e te la pulisce facendola nuova ogni mattina, ogni sera.
      Io vivo adesso sulla riva orientale di uno dei più grandi fiumi del pianeta ma credimi è troppo calmo per i miei gusti marinari, non odora di niente ed il vento è una carezza in confronto al libeccio, che a volte ti costringe a camminare come il gambero perché ti toglierebbe il respiro. No, Gabriella, mare tutta la vita.
      Ultimo argomento: la tua perduta -grazie a dio- juventinità.
      Giusto così. Io mi inbufalisco coi tantissimi siciliani che conosco e che vivono oramai qui da una vita: quasi tutti spasimano per questa squadra. Mi chiedo se siano mai stati a Torino, loro siculi, ed abbiano gustato sulla loro pelle le zampate che i locali danno copiosamente a tutti quelli nati da Roma in giù. Li chiamano "i Napoli" perché la prima emigrazione nel dopoguerra partì da Napoli per la FIAT.
      Ottimo che tu faccia il tifo per il Palermo, gran bella città che poteva avere una squadra migliore e forse adesso così sarà, ora che vi siete finalmente liberati del RAS Zamparini. Buon ritorno in serie A.
      Ciao Gabriella, è stato un piacere.

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  17. La montagna è sicuramente bella, il verde, la pace...ma un paio di giorni sono più che sufficienti per me. Mare tutta la vita. Sì:)
    Grazie per il tuo augurio :) Per un po' di anni Zamparini ci ha fatto vivere belle emozioni, ma più che costruire vendeva e ricomprava...e ricominciavamo di nuovo.
    Ciao Vincenzo, piacere mio :)

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    1. Un po' quello che da anni fa Pozzo con l'Udinese: compera campioncini a poco prezzo -ha degli osservatori nell'America del Sud formidabili- e rivende per molti soldi. Così ha sempre il bilancio in attivo e rimane sempre in serie A da un sacco di tempo. Zamparini Primo cambiava troppi allenatori. Non dimenticare she razza di giocatori ha avuto: Cavani, Pastore, Belotti, Di Bala. Se ti pare poco?
      Ciao Gabriella, buona serata:)

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    2. Un allenatore dopo l'altro, già! Il mio preferito era Guidolim
      E certo che me li ricordo i giocatori! Spero di vedere di nuovo belle partite!
      Buonanotte Vincenzo :)

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    3. Ottimo Guidolin, un vero gentiluomo. Se ne andò senza fare commenti. Fatevi un buon anno in serie B e poi ci si rivede nella massima serie.
      Ciao Gabriella:)

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  18. Ciaaau, vecchia ciabatta d' un romano-civitavecchiese che si fece tedesco per necessità, ma invece di esser comprato dagli eredi dei mangiacrauti, finì per comprarseli, mai rinunciando alla propia libertà di pensiero ed al leale contronto con chiunque !
    AVE, Vincenzo ! ^_^

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  19. Ave cavaliere, questa volta non hai errato, non sei errante ma azzeccante ^_^! Piuttosto che rinunciare ai miei principi sacrosanti rinuncio alle mie due palle nobili. "Libertà di pensiero e leale confronto con chiunque" lo meriti. E tu lo meriti perché sei il solo cui permetto di chiamarmi vecchia ciabatta.
    Ciao omonimo.

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  20. A bientot ... amico mio, il mondo è iniquo, infame e violento, ma finchè aleggia quello spirito di libera conoscenza che nasce dal cuore, questo stesso mondo sfiora le dimensioni del sogno ... e talvolta le supera !

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    1. Sei ispirato oggi. Ma sì, malgrado tutte le bassezze e vigliaccate questo mondo è fantastico e la vita è una cosa meravigliosa. Ricordo un mio carissimo zio, fratello di mia madre, medico in pensione. Morì a 93 anni suonati. Un paio di mesi prima l'avevo incontrato e mi pareva un po' giù.
      "So pieno de acciacchi, Enzaré, ma sto così bene da vivo che me li tengo tutti".Ecco, vedi: questa è classe.
      Ciao ciappolone.

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