lunedì 26 novembre 2018

OBOE NASCOSTO

Un oboe gracida i suoi lamenti
sul mio prato. Una melodia
di singhiozzi e imprecazioni,
un assolo che fluttua
e si nasconde a fior di terra.
Vedo la sua musica piegare
gli steli immaturi dell'erba,
zigzagarci dentro, sparire
nell'aria che l'attira
sempre più in alto, fino ad essere
impercettibile, quasi evanescente
come il rumore dell'ala di una colomba in volo
che pur vedo agitarsi in equilibrio
di una muta sonorità dentro lo spazio
tagliato dal suo ritmico battito.

A noi tutti occorre l'applauso
degli elementi naturali ad ogni nostro gesto,
al divenire di ogni movimento
per definire e compiere la nostra parabola.
Guai se così non fosse. Cosa resterebbe
oltre il respiro rumoroso, l'ansimare
costante, la lacrima che scende lungo il viso
ricoperto di pelle desolata, stanca
e avvizzita fin dalla nascita?
Cosa rimarrebbe a noi carnivori
da masticare e deglutire nella stanchezza
di giornate incollate le une alle altre
in un imperterrito, monotono
risucchio del tempo, che equivale
a frammentare l'esistenza in un ingorgo
di fatti accaduti, di vaticini
dei tanti che accadranno
vuoti e spolpati della loro fibra?

L'oboe continua la sua nenia dolorosa,
come di chi voglia far finta di nulla,
di passare inosservato, come un rivolo d'acqua
che di sasso in sasso saltella fino al fiume
che lo aspetta con impazienza
per portarselo via.


Maximiliansau 26 novembre 2018

22 commenti:

  1. Il suono dell'oboe mi ha sempre affascinata.
    Ho letto i tuoi versi immaginando di ascoltarlo in sottofondo, e mi sono emozionata.
    Più per la poesia, in verità.
    Ma il connubio è perfetto.

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    1. Anche me. Nei momenti liberi per noi pittori scendevo nelle diverse sale di prova, dove iniziano le prove a gruppi di strumenti simili. Gli oboe provavano insieme coi clarini, i corni inglesi e i flauti. L'oboe è straziante con un fondo finemente soffiato dei flauti e qualche accelerazione dei corni.
      Capisco che tu lo abboa immaginato sottofondo: in effetti hai interpratato giustamente la mia vena lirica.

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  2. L'oboe che gracida sul tuo prato l'ho trovata un'immagine di un surrealismo sublime. E nel secondo blocco di versi sembra di assistere ad un continuo raccontare e raccontarsi di questo oboe che poi sta confessando noi tutti, l'umanità intera, a cui " occorre l'applauso degli elementi naturali" per sentirsi completa e viva e "Guai se così non fosse"

    E quest'oboe, quasi fosse la nostra ancestrale e più vera coscienza, continua il suo raccontare fino a quando il fiume del finire della vita non farà terminare la sua corsa.

    Lo so, questa volta me lo sento che sono partito per la tangente, ma la tua fortissima ed emotivamente dirompente liricità mi ha trascinato a questa interpretazione, a queste sensazioni emotive.

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    1. Sento invece chiaramente cha hai assaporato a fondo quello che speravo riuscissi a sentire. Non sei partito per la tangente, piuttosto hai inghiottito a pieni polmoni l'aria emotiva che dirigeva i suoni provocati dai miei versi.
      Quando senti che qualcuno aderisce come un guanto a quel che tu nel tuo intimo hai immaginato -e tu questo benissimo sai- questa è la sensazione più bella per un poeta, che ti dona quasi un senso di onnipotenza.
      A questo punto mi hai elevato. Grazie a te ed alla tua immensa sensibilità.

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  3. Versi profondi su note struggenti del suono dell'oboe. Buon pomeriggio.
    sinforosa

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    1. Vale anche per te: un breve commento in cui declini tutto ciò che la poesia ha creato dentro di te.

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    2. “Note struggenti”, come se quell’oboe fosse incapace di note gioiose.

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    3. Forse no, ma le note "struggenti" sopraffanno quelle gioiose.
      Non lo so, ma non mi viene in mente in cantico gioioso espresso da un oboe, mentre avrei cento pezzi che galleggiano nella mia memoria cui attingere per farti un esempio di "note struggenti".

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  4. Una metafora di quello che siamo, che vorremmo essere.
    Struggente e forte!
    Bravo Vincenzo

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    1. Sì certo, può anche essere letta così.
      Mi fa piacere sentire che ci sei.

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  5. Vincenzo è bellissima e triste.
    Sembra un rassegnarsi alla "melodia di singhiozzi ed imprecazioni".
    Per un attimo si affievolisce e vola via leggera grazie alla natura che calma tutti gli animi ma poi ripensando agli avvenimenti della vita di nuovo si intristrisce l'oboe che, con musica di pianto, si nasconde per non farsi ascoltare, con la speranza che presto tutto scorra via tra i sassi del fiume della vita. (Perdonami se ho sbagliato ma io ho letto questo tra le tue parole).
    Ti lascio anche il mio pensiero.
    Non bisogna rassegnarsi alla tristezza ma bisogna gioire per ciò che abbiamo e che il passare del tempo ci ha regalato, pensando che altri, invece, non sono riusciti ad avere. Bacio.

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    1. Le tante e diverse interpretazioni che voi tutte avete dato di questa poesia, tutte peraltro condivisibili e giuste, sono la cosa più interessante per me. Ho ottenuto quello che da poeta, da artista mi stava più a cuore, oltre all'esprimere quei sentimenti che avete tutti messi a fuoco: sollecitare cioè i vostri sentimenti, farvi entrare nei miei, farvi partecipare come parte attiva ai vari processi che maturano dentro di me.
      Questo è il bello dell'Arte, che accumuna e mai divide, come tu, Pia, puoi insegnarmi.
      Grazie.

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  6. E' l'oboe che a volte ci gratifica con suoni squillanti e a volte ci tormenta con note stonate, i gracidii, come dici tu con la tua poetica sensibilità.
    Cri

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    1. "Suoni squillanti....note stonate....".
      Verissimo. A volte sembra che il maestro che lo suona se lo lasci sfuggire dalle mani e in quel momento ne faccia uscire le note "gracidanti".
      Sensibilità musicale io ne ho e mi riconosco; mi congratulo con la tua, che non conoscevo.

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  7. ...perché la vita è questo: comunanza e condivisione con il resto, non solo con altri uomini o donne, ma con tutto l'esistente, perché ognuno di noi è un tassello originale che serve alla completezza del mosaico...
    E, riallacciandomi al mio ultimo post e, soprattutto, al tuo commento:
    per questo servono due sguardi, un occhio per lato (femminile e maschile) e una curiosità illimitata verso la vita.
    Ti abbraccio,
    S.

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    1. Riconoscibile immediatamente la tua visione della vita, di noi tutti insieme, un mosaico di idee, di confidenze e di associazioni di sentimenti primari, con un occhio -femminile e maschile che si autocompleta di se stesso e l'altro che osserva la vita e lascopre con assoluta curiosità e voglia di sopravvivere, qualunque sia il segito o non seguito di questa vita.
      Ineccepibile.

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  8. De gustibus non est spuzattandum.
    Eppure a giudizio di musicisti e direttori di orchestra non esiste strumento più completo in un orchestra per espimere tutte le tonalità musicali.
    Infatti occorrono un clarino tenor, uno basso, un fagotto, un controfagotto, un flauto tenor, uno basso, uno medio, quattro corni inglesi, un piffero tenor, uno basso, minimo 18 violini, quattro viole d'amore, quattro trombe medio, alto, basso e altissimo ma...un solo oboe, perché da solo prende tutte le tonalità.
    Grazie del tuo intervento. Soltanto sette parole, un soffio d'aria, che mi mancava.

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    Cordiali saluti.

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