mercoledì 24 ottobre 2018

VOCE DEL VERBO INVEIRE


Questa è la poesia che stavo scrivendo quando mi è venuta sulla punta della penna l'idea di scrivere il post che questo precede.
Avevo promesso a Daniele Verzetti di postare la poesia e adesso lo faccio.


La scala è buia, vedo appena i primi gradini
ma devo forzarmi a scendere, a scoprire
cosa ci sia là in fondo, perché il buio sale,
tra poco sarà intorno, sopra e dentro di me
e non mi darà più tempo.

All'alba tutto era semplice e bello
perché bevevo ogni cosa che mi veniva 
raccontata. Era tutto bello perché
io ero ignaro, non ero libero ma ero felice.
Adesso sono finalmente libero
perché ora sono consapevole e pertanto
sono così infelice.

Ho cozzato contro una muraglia
che mi camminava contro,
ho cercato di scavarci dentro con le dita
per tirarne fuori almeno un mattone,
ho sperato di trovare all'interno sangue
dei miei antenati, e invece
ho trovato solamente ossa di vittime,
urla di vedove, occhi spenti di bambini
mai nati, piste di guerrieri
in marcia guidati da apostati
e traditori, da puttane vestite da suore 
del preziosissimo sangue di Cristo,
prelati circondati da orfani
che avevano numeri attaccati sulla schiena
che indicavano l'ordine di entrata
dentro i confessionali, perché fossero purificati
per il loro olocausto.
Ognuno di loro liberava di ombre
la propria innocenza e immolava
la sua virtù su altari di putrefazione,
cullati da pastori che al suono di zampogne
imitavano quelli della grotta fatale
nel fetore dell'urina di un somaro
e delle feci di una mucca,
attendendo miracoli screziati di vizi e lordure
a imitazione ripetuta ogni anno
del loro padrone appena nato
e ogni anno rinato, ed ogni anno sbalzato
fuori dalla sua mangiatoia,
vituperato e osannato come chiunque
che fonda un nuovo partito rivoluzionario,
rischia la morte ogni giorno
per ottenere alla fine la gloria dei santi,
che non può più aiutare né redimere
perché già puzza di morte da un'eternità.

E io non sono in grado di credere,
né di pregare, di osannare né di bestemmiare,
condannando l'infame al ludibrio
delle genti che verranno,
più scaltre di me, più competenti,
più follemente innamorate del nulla
che brucia su tutti gli altari
ripudiati oramai dalle maggioranze
degli uomini, delle donne e degli animali creativi
che con suoni stentorei proclamano
la loro riconquistata libertà di scelta
e di espressione. Animali liberi
da vincoli e lacci, lanciati senza
più prudenza sulle praterie inviolate
ancora della loro incoscienza.
Tra canti e suoni osceni, fischi
e baldracche plaudenti distribuite su ambo
i lati del lungo percorso, dove scalciando
galoppano furiosamente beati
gli stalloni della moderna perdizione.

E noi ce ne restiamo inerti a guardare
le loro piroette, ad applaudirle, 
ad ascoltare le sgrammaticature delle
loro bestemmie di incerto conio,
mettendo un segno di consenso
con la Montblanc nuova di zecca,
emettendo fischi di approvazione
e dimenando i fianchi e il culo
che da loro pende flaccido e obeso.
Niente più potrebbe scandalizzarci
dopo che abbiamo fatto a gara
a chi pisciava per primo sulle acquasantiere
delle nuove chiese cattoliche, 
ovunque ne avessimo incontrate.
E su quel piscio quasi essiccato i nostri 
amici cospargono adesso acque sante e altre
pisciate fresche come fanno i cani
per marcare il loro spazio vitale.

Noi guardiamo, applaudiamo,
sghignazziamo e via di corsa alla ricerca
di nuovi stimoli, dimenticati i vecchi,
col cellulare nuovo nella tasca
posteriore dei pantaloni, che squilla di continuo
e ci avverte dei cambiamenti del vento:
avanti con prudenza, tutto calmo,
un polverone sul fondo ma sta
già cambiando direzione;
tu vira e noi siamo nuovamente salvi,
nella speranza che i nostri figli
crescano buoni pagani, come avremmo
voluto rimanere noi, e così sia.

E adesso vado contro me stesso, i miei principi,
il mio modo di scrivere già antico:
e quindi ripeterò ciò che ho detto all'inizio.
Ero felice quando credevo a tutto
quel che mi veniva raccontato,
il post mortem, gli dei impudichi
e improvvidi, le madonne piangenti,
le sante gementi e galleggianti sopra le miserie.
Non ero libero perché ignaro di tutto, ma felice.
Adesso che ho imparato e vedo dritto
davanti a me sono forse libero
ma infinitamente stanco e infelice.


Maximiliansau,  23 ottobre 2018


*****





39 commenti:

  1. L'ho letta due volte, la seconda a voce alta. GRAZIE PER AVERLA POSTATA. mi ha commosso, indignato, straziato. Mi sento come gli ingredienti di un cocktail tutti shakerati e sballottati dentro quel bicchierone enorme. Un escursus duro, doloroso, drammatico, furente. Forse hai meno certezze fittizie ma puoi "rifugiarti" nel paradiso delle persone che ami, con cui dividi questo spazio temporale che chiamiamo vita, e, data la tua grinta, continuare ad andare avanti con passi sinceri avanzando nella tua fiera esistenza. D'altronde lo diceva anche Lorenzo il Magnifico "Del diman non v'è certezza…"Scusa se forse ho scritto un finale di commento che potrebbe sembrareare retorico, non era mia intenzione.

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    1. Ah, nel caso dal mio commento precedente non fosse risultata sufficientemente esplicita la cosa, hai scritto un capolavoro, una poesia superba, straordinaria!

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    2. Io te l'ho più volte detto che tu hai un eloquio eccezionale come pochissimi. I tuoi commenti sono pezzi da esposizione, graffianti, commoventi, che indicano una tua partecipazione integrale. Commenti indispensabili nei momenti duri, quando hai bisogno di avvertire il calore di chi consideri amico, di chi ti vuole dimostrare la tua amicizia. Bevuti al volo con accanimento artistico se è lecito dire così, come si butta giù uno schlinowitz: ti sale immediatamente il calore fino alla testa.
      Ancora una volta grazie.
      PS: sono felicissimo aver appreso che la seconda volta l'hai letta a voce alta. Voglio immaginare come.

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  2. Per quanto possa valere il mio pensiero...bravo Vincenzo!
    Abbraccio.

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    1. Sta tranquilla, sorellina che il tuo pensiero per me vale tantissimo. Sempre diritta, bellissima, stai andando fortissimo.

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  3. Un Vincenzo indignato, incazzato, disgustato.
    Un grande grandissimo Vincenzo!

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    1. "Indignato, incazzato, disgustato"-
      Li hai messi tutti in fila al posto giusto gli aggettivi che ci volevano. Sei brava, lo so, Patmoll.
      Sei la donna giusta al momento giusto, vieni all'ora del pasto della sera, poco prima del caffè.
      Insomma, prima ti si sorbe poi ci si alza e ci si stiracchia, sbadigliosi.

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  4. ciao Vincenzo, ho letto la tua Alleluia sul blog di Sinforosa e da quello sono arrivata al tuo blog. Ho letto la poesia e sono rimasta colpita. Molto bella. Mi riprometto di seguire il tuo blog e leggermelo con calma appena ne ho il tempo.
    Posso postare la tua Alleluia nel mio Blog? tra tutte le altre alleluia?

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    1. Bene entrata col piede giusto. Ho fatto un salto da te (non lo avevo fatto commentando Sinforosa, e mi scuso). Cosa leggo? Sei amante di gatti. Sei ina felide anche tu. Io pure, fin dalla mia più tenera età, amore trasmessomi da mia mamma e lei dalla sua.
      Grazie di esserti fatta conoscere.
      Mi fai un onore postando la mia alleluja.
      A ben risentirci.

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  5. grazie Vincenzo e a buon seguire..
    allora posto la tua alleluia

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  6. Fino all’ultimo respiro luce e ombra, alba e notte, ragione e cuore combattono un duello sfiancante e poi... poi sarà luce, pienezza di vita e poi... Poi vedremo faccia a faccia.
    Complimenti Vincenzo e sii in pace.
    sinforosa

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    1. Ci hai indovinato: è una lotta dentro di me assolutamente snervante tra Ragione ed Emozione. Non credo che la partita sia finita, non vedo che l'arbitro abbia messo il fischietto in bocca. Saranno duri gli ultimi minuti, dico io.

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  7. La devo leggere con calma.
    Torno amico mio.

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    1. Grazie per l'attenzione, Mariella. Rileggi, rifletti poi spara tranquillamente il tuo giudizio, che mi interessa molto.
      Ti aspetto.

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  8. Dicono che quando si rischia di morire in modo drammatico, la propria vita scorra davanti nella mente, in pochi istanti.
    Tu l'hai fatto scientemente, ad occhi aperti , trasmettendo alla tua Montblanc infinite verità, come solo tu sai fare.
    Cri

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    1. Questa mi era stata raccontata da qualcuno, forse da mia madre. Lo dicono, ma non so come possano documentare gli ultimi pensieri di un moribondo.
      Hai ragione: ho preso la penna ed ho scritto ciò che mi sembra possibile possa avvenire quando quel momento arriverà.
      E tu hai immediatamente captato il segnale.
      Sei brava tu, sei molto sensibile tu. Lilla ti aiuta con la sua sensibilità e col suo amore.
      Grazie, Cris. Un abbraccissimo.

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    2. Forse l'ha raccontato qualcuno che si è poi salvato.
      Grazie a te.

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    3. Può darsi, io però non ricordo chi sia stato. Diciamo che se ne parlava in casa mia. Me li ricordo sti discorsi, cui io davo poca importanza.....ma ero tanto giovane, tanto, sotto i venti.

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  9. Non ero libero perché ignaro di tutto, ma felice.
    Adesso che ho imparato e vedo dritto
    davanti a me sono forse libero
    ma infinitamente stanco e infelice.

    E' una riflessione verissima, profondissima, sulla quale sento di concordare, ma forse è proprio per questa perdita dell'innocenza primaria che occorre "occuparsi", coltivandola, della propria innocenza "di ritorno", quella che ci rimane dentro e spesso si manifesta con lo stupore del mondo, quella che anima le nostre passioni anche quando non sono condivise.

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    1. E sì che ci sei, Sabina. Hai fatto centro con la tua "innocenza di ritirno", che io avrei chiamato consapevolezza finale.
      Io in questo caso sono infelice per un verso, come descrivo e come hai capito, ma felicissimo di essere arrivato al mio traguardo consapevole e SEMPRE me stesso, trascinandomi dietro come un retaggio prezioso pregi e difetti, rimanendo fedele a me stesso, anche se con profondi dubbi, ma certezze assolute sul mio comportamento nei prossimi anni, finché avrò vita.
      Grazie per avere messo il tuo ditino su codesta mia piaga.

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  10. "il mio ditino", come hai scritto tu, voleva essere comunque lieve e, potendo, anche messaggero di speranza.

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    1. E io in quel senso l'ho interpretato. Come vedi riesco ancora ad essere acuto.
      :-)))

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  11. La tua poesia mi ha indignato, mi ha ferito, mi ha toccato profondamente.
    Anche se oggi posso dirti che a differenza di te, sono ancora dell'idea che ci possa essere una possibilità di miglioramento.
    Forse continua ad essere quell'ingenua fanciulla che trent'anni fa decise che il suo mondo doveva andarselo a prendere. E lo ha fatto.
    Le macerie, le puttane, le ossa e i fischi li ho dentro tutti anche io.
    Come te non sono più innocente, forse sono libera ma non ancora infelice.
    L'amarezza e la delusione che leggo sempre nelle tue poesie più belle ( lo sono tutte ma alcune di più) mi fanno nascere il desiderio di scrollarti forte e dirti che pur pensando che potrei arrivare alle tue stesse conclusioni, lotterò parecchio perché non accada mai. Anche se il buio sale e potrei non avere più tempo.

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    1. Tu che sei credente hai ancora dentro di te la speranza di un mondo migliore che incontrerai quando suonerà la tua ora, fra tantissimi anni, come io ti auguro.
      Se ci riesci continua a credere. Non lasciarti abbindolare dalle mie conclusioni. Io l'ho cercata la mia verità e credo di aaverla voluta trovare. Siamo onesti entrambi, sorella maggiore, e così dobbiamo rimanere, anche se io ho avuto la prova che il dubbio nel momento decisivo ti assale beffardamente e mi ha costretto a dimostrarmi di essere anche io come tanti un debole. Forse la volta decisiva sarò forte, fortissimo. Ma che significa essere forte, Mariella? Questa è la domanda da un milione di dollari, visto il tema che mi sono scelto.
      Aspettavo questa tua risposta, come mi avevi promesso, e ti dirò che mi aspettavo una bocciatura senza attenuanti.
      Sei sempre generosa tu. Bacio.

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    2. Mi sforzo per non bocciarti in realtà :-)

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    3. Confermo e sottolineo la mia ultima frase della precedente risposta.
      D'altronde questo è un argomento assai intimo e non invito nessuno a cambiare le sue idee confrontandole con le mie; non è mia intenzione fare proseliti. Non voglio fondare nessuna religione nuova. Le ultime create sono tutte grossolane porcate, spesso rovesciando i calzini del cristianesimo. Figurarsi che roba. Vatti a leggere la storia del Mormonismo americano, se non ho ragione io a dire che tutto quel che fanno gli americani da un secolo a questa parte è pura cacca suina.
      Ti auguro una buona domenica.

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    4. Questo lo avevo capito, ma sapendo come la pensi era logico che non ti dovesse andare bene. Sei stata generosa, come sempre, innanzitutto dandoti il tempo per rileggerla e riflettere, poi esprimendo un giudizio onestamente pacato, che è quello che io mi aspetto da te. Scherzavi? Bene, però dicevi grandi verità.
      Buona giornata.

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    5. Scherzavo sulla bocciatura Vincè. Buona domenica qui diluvia e diluvia e diluvia..😘

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    6. OK! Qui non diluvia come da voi, ma incomincia a far freddo sul serio.
      Smack!

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  12. Vincenzo, scusami de irrompo qui, ma ti cercano da me, nel post dell'ora legale.
    Non so posso divulgare il link del tuo blog.
    Per me non c'è niente di male, ma chi lo sa.
    Puoi dare uno sguardo personalmente? Grazie. 😘

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    1. Non è mai un'irruzione.
      Avevo già letto da te questo primo pomeriggio.
      Ho provato adesso: ho scritto solo Vincenzo Iacoponi e mi ha dato questo blog. Non capisco questa difficoltà.
      Se vuoi puoi dare a Gattonero il link; mi faresti una cortesia.
      Grazie a te.

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  13. Sono venuta a curiosare per un blogroll al contrario visto qui:
    https://thelastshore.blogspot.com/
    giro poco fra blog da tempo sono latitante, ma la causa è stata un bel caso.
    gingi

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    1. Mi scuso per il commento precedente, fatto qui ed in un altro blog che mi ha portato a leggere e a venire a conoscenza di fatti stravolti e di grandi menzogne.
      Ieri, ho visto di essere nello stesso blogroll al contrario, inserita forse da poco ed ho avuto una reazione che non appartiene al mio "essere".
      Gingi

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    2. Gingi, ti do il benvenuto comunque.
      Sei una Gingi immagino e non un Gingi.
      Ok! Ho preso visione del post che mi hai annunciato.
      Rimasto freddissimo ad oltranza, gelido.
      Certi comunicatori non mi riguardano né mi toccano.
      Io esprimo le mie opinioni e le difendo senza smerdare chi mi commenta o chi la pensa diversamente.
      Costui mi sembra un poveretto che grugnisce nel truogolo in cui mangia, e che si ritiene la Verità fatta favella.
      Nessun commento, nessuna ondignazione, nessuna pietà, solo indifferenza schifata.

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    3. Hai perfettamente ragione, io purtroppo, per fatti pregressi subiti, ho queste reazioni, che non appartengono certamente alla mia educazione e me ne scuso, con te, non certo con chi millanta il falso.


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  14. Ciaaauuuuuu ... vecchia ciabatta civitavecchiese, urka che bella poesia ci mostri, e allora vuol dire che sei tornato più iacoponi e vincenzo che pria, con gran sollievo di Annamaria che, I suppose, ti avrà romesso in mano la scopa, gli strofinacci per spolverare e lo straccio per lavare i pavimenti !!! 😁

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    1. Lo straccio no, hai esagerato; la scopa gliel'ho levata io prima che lei me,la sbattesse in testa; gli strofinacci me li infila lei direttamente nelle tasche dei miei pantaloni da casa.
      Ogni volta che siede al tavolo in camera da pranzo o in salotto o insomma dappertutto tira con un ditino una riga sulla superficie e controlla il dito. Non le va mai bene come faccio io, e io allora...non faccio niente.
      Colpa sua di lei, che mi ha provocato.
      Ma non l'ha ancora capito, e insiste imperterrita...e io pure.
      Ciauuuuuuuuuuu cavaliere in errore.
      :-)))

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